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Capitali esteri? Sì, ma…
Vogliamo tantissimi investimenti diretti esteri. Però devono essere quote di minoranza, possibilmente in aziende in crisi e i nuovi arrivati non devono rompere le scatole ad azionisti e management.

Altrimenti, allarmi! Si comprano i pezzi pregiati del made in Italy! (vedi il solito can can mediatico per l’acquisto di Loro Piana da parte di Lvmh).

Eggià. Si dà il caso che ci sia una differenza tra investire e fare beneficenza. Chi tira fuori dei soldi vuole un’ottima azienda e – guarda un po’ – vuole pure avere voce in capitolo. Poi, siccome è certamente un gruppo multinazionale, i profitti li porterà dove più gli conviene, e forse ha fornitori ed appaltatori diversi da quelli che usa l’azienda in questione, o che fanno parte dello stesso gruppo acquirente o con cui ha rapporti consolidati. Se poi l’azienda acquistata ha un’attività di ricerca e sviluppo, questa è una delle funzioni a maggior rischio di accentramento presso la nuova casa madre, magari in una delle periodiche fasi di razionalizzazione nei momenti di crisi.

Gli investimenti diretti esteri in Italia sono più bassi della media dei paesi confrontabili. Siamo sicuri che sia un male? (9 lug 2013)

C'è compromesso e compromesso
Correva l'anno 1973 quando Enrico Berlinguer lanciò il Compromesso storico, ossia il progetto di una nuova società a cui dovevano contribuire le forze progressiste e cattoliche (un progetto che peraltro non rimpiangiamo). Giorgio Napolitano era allora tra i pochi comunisti contrari a questa linea. Oggi, 40 anni dopo, ha forzato il "compromesso antistorico" tra il centro sinistra e il partito degli affari e del malaffare. Una prova che non è detto che con l'avanzare dell'età si diventi più saggi.
(28 apr 2013)

 

Lo specchio di Napolitano
Napolitano agli azzurri: "Voi specchio del Paese" (titolo di Repubblica.it). Niente da fare: nessun presidente resiste ai comportamenti populisti, quando si tratta di calcio. Ho ancora negli occhi la mano con le dita a "V" di un visibilmente imbarazzato Giovanni Spadolini, allora presidente del Consiglio, in occasione di una qualche vittoria della Nazionale. Spadolini, uno che probabilente non sapeva nemmeno se il pallone fosse tondo o quadrato. Una mossa che gli sarà stata consigliata da qualche spin doctor. Certo che non ce lo vedo Stefano Folli, che era il suo portavoce, a dare consigli del genere.
Ma torniamo a Napolitano: ma che specchi ci sono al Quirinale? Un gruppo di giovani milionari, che viaggiano su auto fuoriserie e si fidanzano con le Veline, sarebbero "lo specchio del paese"? Presidente, ma per favore...
(2 luglio 2012) 

I contribuenti premiano Monti
Mario Monti andrà in anticipo a Bruxelles per ricevere un premio da un'associazione di contribuenti (notizia del TG3). Probabilmente perché pensano che abbia molto valorizzato questa figura. Ma non è un caso che siano contribuenti di un altro paese.
(27 giu 2012)

Vaciago, Merkel e la Spagna
"Gli spagnoli hanno fatto gli americani coi soldi dei tedeschi. E adesso che tutto si sfascia mi sembra un po' assurdo dare la colpa ad Angela Merkel". Giacomo Vaciago, intervistato da Giorgio Meletti per Il Fatto. Una dichiarazione che costituisce un fulgido esempio di mancato collegamento tra cervello e corde vocali (e sì che Vaciago di solito non è stupido). Che era una follia, aggiunge Vaciago, "lo sappiamo da dieci anni". Evidentemente lo sapevano tutti tranne i banchieri tedeschi, che continuavano a prestare. Cosa di cui nessuno vuol dare colpa alla Merkel, visto che di colpe ne ha già in sovrabbondanza: per la gestione della crisi, professor Vaciago, e per quello che testardamente si rifiuta di accettare mentre i 9/10 del mondo è ormai convinto che sia indispensabile. Ci accontentiamo di darle queste, di colpe.
(11 giu 2012) 

Largo ai giovani
Giorgio Napolitano, 87 anni, annuncia che non si ricandiderà per il Quirinale. Aumentano le chances di Rita Levi Montalcini.
(24 mar 2012)

Giorgio Napolitano
Preme perché tutti approvino il "pacchetto lavoro" con l'abolizione dell'articolo 18. Il migliorista peggiorato.
(24 mar 2012)

Governo, congedo obbligatorio ai papà
Sarà di tre giorni. Si deve pur fare qualche brindisi con gli amici.
(24 mar 2012)

Democrazia e dettagli/1
Angelino Alfano designato segretario del Pdl dopo un'ampia consultazione della base, congressi di sezione, congresso nazionale dove si confrontavano diversi candidati sulla base di programmi precedentemente discussi con tutti gli iscritti.

Democrazia e dettagli/2
Angelino Alfano designato segretario del Pdl, ma, ops!, lo statuto del Pdl non prevede la figura del segretario (e quando mai un partito ha avuto bisogno di un segretario?). Bisognerà cambiare lo statuto, naturalmente dopo ampia consultazione della base, congressi di sezione, congresso nazionale, ecc. La notizia, in tutto questo, è che il Pdl almeno uno statuto ce l'ha.
(Alfano è stato designato a sorpresa in una riunione serale di Berlusconi con i maggiorenti del Pdl) (2 giu 2011)

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Fuga dei cervelli
Il guaio non è la fuga dei cervelli, è che lasciano i corpi qui da noi... (2 mag 10)

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Le vere buone azioni
L'otto per mille? Meglio senza apostrofo (9 mag 10)

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Sic trans gloria M'arrazzo
Il governatore del Lazio, Piero Marrazzo lascia dopo essere stato coinvolto in un ricatto a causa di un video in cui appariva in compagnia di un transessuale. (24 ott 2009)

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Gli hanno rotto l'Alf ano
La Corte Costituzionale boccia la legge blocca-processi del premier impropriamente chiamata "Lodo Alfano" (7 ott 2009)

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Lezioni dell'esperienza
"Offriremo alla nuova amministrazione tutta la nostra collaborazione e la nostra esperienza" - Henry Paulson, segretario al Tesoro Usa dell'amministrazione Bush, nel suo ultimo discorso ufficiale.
Grazie. Come se avessimo accettato (11 dic 2008)

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Lo chiamavano VinaVil-lari
Battuta di Ernesto Bassignano, autore e conduttore di Ho perso il trend su Radio1 Rai, a proposito del presidente della Commissione di vigilanza, senatore Riccardo Villari, per il suo rifiuto di staccarsi dalla poltrona (27 nov 2008)

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Ahi, Sarah!
Il National Enquirer ha scoperto gli altarini della candidata repubblicana alla vice presidenza Usa. Il tabloid americano, specializzato nelle indagini sulle marachelle dei politici (di entrambi i partiti), ha scoperto che la candidata repubblicana alla vice presidenza, la governatrice dell’Alaska Sarah Palin, ha trescato con il socio del marito, ha un figlio – che secondo i suoi annunci andrà a combattere in Iraq – con problemi di droga e una figlia sedicenne incinta che non è sicura di chi sia il padre del suo bambino. Tutto ciò non avrebbe alcun interesse per il resto del mondo se non fosse che la Palin ha fatto di Religione, Morale e Famiglia le bandiere della sua politica (è tra l’altro – come dubitarne? – una crociata anti-abortista). Si conferma ancora una volta che più una persona è reazionaria, intollerante e bigotta nella vita pubblica, meno rispetta nella vita privata i principi che vorrebbe imporre agli altri. (28 ott 2008)

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Beati i Puri (Negri) perché sopportano i rovesci economici
“Macché superstipendio, l’anno scorso ho perso 22 milioni di euro”. Poveretto, gli sono rimasti solo 30 milioni… 
In un corsivo su Finanza & Mercati Pompeo Locatelli notava che Carlo Puri Negri – amministratore delegato di Pirelli RE –  aveva percepito nel 2007 un compenso di 5,565 milioni; nello stesso anno il titolo in Borsa era sceso del 56%. Puri Negri ha subito scritto al giornale per precisare che lui, in realtà, nel 2007 ci ha rimesso l’osso del collo. Infatti, è vero che ha avuto quei soldi, ma siccome possiede 1.026.500 azioni della società – “accumulate negli anni attraverso l’esercizio di stock option” – il ribasso di Borsa gli è costato oltre 27 milioni, e quindi alla fine “il risultato della mia attività è stato negativo per circa 22 milioni di euro”.

Di fronte a tanto candore non si può che provare un afflato di umana solidarietà. Dev’essere terribile trovarsi con 27 milioni di euro in meno, circa 50 miliardi delle vecchie lirette. A Puri Negri non rimangono in tasca che 25.292.960 euro, che è il valore delle sue azioni alla chiusura in Borsa di ieri 4 aprile. Oltre, naturalmente, ai 5,565 milioni che si è sudato nell’anno. Una vera miseria.

Il valore delle sue azioni, così miseramente crollato, adesso corrisponde solo allo stipendio lordo annuo di 959 impiegati (26.383 euro è la media degli stipendi degli impiegati secondo il centro studi specializzato Od&m); o a quello di 1.171 operai (salario medio annuo 21.600 euro, sempre dati Od&m). Senza contare il suo stipendiuccio e qualche euro che avrà messo da parte lesinando sugli analoghi stipendiucci degli anni precedenti.

Viene in mente la famosa canzone di Enzo Jannacci. “Ho visto un re. Piangeva. L’imperatore gli ha portato via un castello, di 32 che lui ne ha”…
(5 apr 2008)

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Ricevuto per sms
While the italian politicians are discussing the spanish model and the german model, the french president is fucking the italian model
(A proposito dei dibattiti sulle riforme istituzionali e della love story Sarkozy-Carla Bruni)
(20 gen 2008)


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