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 Sindacato Riduci

Pierre
La scomparsa di Pierre Carniti ci priva di una persona straordinaria e lucidissima, che ha dedicato la vita al mondo del lavoro e ha sempre perseguito l’unità sindacale, come ha ripetuto anche nel suo ultimo articolo che diventa così il suo testamento politico. Un ricordo della comune avventura con la rivista Eguaglianza & Libertà

(pubblicato su Repubblica.it il 5 giu 2018)

Prima di quella mattina del 2002 Pierre Carniti l’avevo visto solo da lontano, sui palchi delle manifestazioni sindacali dove andavo a fare il mio lavoro di giornalista. In quel timido inizio di primavera ci trovammo in una dozzina – qualche sindacalista, per lo più ex, qualche economista – in un bar per discutere di una iniziativa a cui Pierre aveva intenzione di dar vita: una rivista che parlasse di sindacato, politica e problemi sociali.

Lui aveva in mente una rivista su carta, ma emersero subito difficoltà che apparvero praticamente insuperabili. I soldi, innanzitutto: una cosa del genere costa, e non c’erano finanziatori in vista. Poi, se non sei dentro un grande gruppo editoriale, gli stampatori vogliono il materiale mesi prima, perché la producono nei tempo morti degli altri lavori più remunerativi; e poi la distribuzione, problema se possibile ancora più grosso.

Proposi allora di farla sul web, la rivista: costo inziale modesto, costo di gestione abbastanza basso da poterlo autofinanziare raccogliendo tra noi qualche banconota l’anno, problema della distribuzione superato, possibilità di intervenire in tempo reale. Pierre fu dapprima colto un po’ alla sprovvista: all’epoca quasi non esistevano prodotti di questo genere su Internet (La Voce.info, che pure è stata tra le prime, sarebbe nata solo qualche mese dopo). Ma non ci mise molto a convincersi che, nelle condizioni date, era la sola soluzione possibile, e non era neanche tanto di ripiego. La testata l’aveva già in mente: Eguaglianza & Libertà.

Pierre Carniti a uno sciopero dei metalmeccaniciSi decise di fare una riunione di redazione ogni 15 giorni, per discutere e confrontarci. Dopo qualche tempo Pierre aveva superato tutte le perplessità iniziali: “C’è un sacco di gente che mi dice ‘ho letto sulla tua rivista’…”. Grande lettore, sempre informatissimo, analisi sempre lucide, ogni tanto raccontava i retroscena dei fatti importanti che lo avevano visto protagonista. Il veto di Berlinguer (con cui ebbe rapporti freddi e a volte burrascosi) che aveva fatto fallire l’unione dei tre sindacati del metalmeccanici, con Trentin che la sera prima del congresso di scioglimento della Fim va a casa sua e gli dice “Non posso più farlo, mi dimetto”. E lui, di rimando: “Così i danni sarebbero due, invece di uno solo”. Una generazione di sindacalisti-intellettuali che, anche se a volte avevano posizioni diverse, avevano forti rapporti personali di stima e di amicizia, con in testa l’obiettivo dell’unità sindacale, che non riuscirono a realizzare per gli ostacoli che vennero dalla politica.

E l’invito all’unità sindacale è ancora la conclusione di quello che è stato forse il suo ultimo articolo (“Se il sindacato vuole avere un futuro”, di cui riprese poi i temi in una “lettera aperta” ai sindacati confederali), che oggi diventa una sorta di testamento politico-sindacale. “Chi ritiene che l'equità, la giustizia sociale, la lotta alle diseguaglianze ingiustificate, siano compiti da perseguire anche nella società contemporanea, e che quindi permangano le ragioni di fondo che hanno storicamente prodotto l'esperienza del sindacalismo confederale, non può non fare i conti con l'esigenza di unità”. Parole che non sembrano trovare una situazione favorevole fra i confederali di oggi, forse nella “sua” Cisl ancor meno che negli altri.

A causa delle precarie condizioni di salute Pierre non scriveva più da un po’ di tempo, ma l’uscita dell’articolo (e poi della “lettera aperta”) provocò una brusca impennata nei contatti di Eguaglianza & Libertà.

Ci siamo sentiti l’ultima volta poco prima di queste ultime elezioni, quando gli ho chiesto se voleva aderire ad un’altra “lettera aperta”, questa diretta a Liberi e Uguali. “Sono anche d’accordo sui contenuti – mi disse – ma firmandola prenderei una posizione politica, e non voglio che questo possa influire se voglio parlare al sindacato”.

Insieme con Antonio Lettieri, l’altro “motore” di Eguaglianza & Libertà, avevamo pensato di andare a trovarlo in questi giorni nella sua casa in un condominio sull’Appia, al limite estremo della città, lontanissima dai palazzi del potere. Ma non se la sentiva, “aspettate che stia un po’ meglio”. Non è andata così, purtroppo. Ciao Pierre, ci mancherai moltissimo.


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