Una rondine non fa primavera
Neanche per le Borse
Il 2009 è iniziato con robusti rialzi, ma è molto improbabile che la fase negativa sia finita. Ogni crisi è diversa dalle altre e quindi non si può mai dire, ma se dovessimo basarci sull’esperienza dovremmo prevedere un periodo nero di molti anni e un ribasso esagerato quanto lo è stato il rialzo precedente
(Pubblicato su Repubblica.it il 3 gen 2009)
E’ difficile riuscire ad entusiasmarsi per il robusto rialzo con cui le Borse hanno concluso la prima seduta dell’anno. Fare previsioni è certamente un mestiere difficile – e infatti la maggior parte di quelle che circolano si rivelano poi sbagliate – ma pensare che il peggio sia alle nostre spalle, che la fase ribassista dei mercati si sia esaurita con l’anno che è finito, è altrettanto certamente assai azzardato.
Ogni crisi ha una storia a sé, perché il mondo è diverso dal passato (anche recente) e anche perché cambiano le reazioni con le quali viene affrontata. Nel caso di questa abbiamo visto le banche centrali e gli Stati scendere in campo massicciamente, come mai era avvenuto prima, per sostenere i mercati e varare piani che impediscano il collasso dell’economia reale; e altre misure si aggiungeranno probabilmente a quelle già prese. Basteranno queste iniziative? Dipende a che cosa. Dovrebbero riuscire – c’è da sperarlo – ad evitare che il mondo piombi in una Grande Depressione come quella degli anni ’30, dovrebbero attutire gli effetti nefasti di un disordine dell’economia che alla fine ha presentato il conto. Ma una cosa è non avere una disoccupazione al 25% (come allora) e le sommosse della gente esasperata, altro è riuscire a riparare rapidamente l’enorme e complesso meccanismo dell’economia mondiale che è stata lasciata cadere in un disordine a cui ci vorrà parecchio tempo per rimediare.
Tra l’altro, questi stessi provvedimenti che oggi sono indispensabili generano a loro volta squilibri, per esempio sui conti pubblici, che dovranno anch’essi essere riassorbiti. E dunque, se anche la recessione vera e proprio durerà solo per quest’anno, come tutte le grandi istituzioni sovranazionali e private che producono previsioni continuano a ripetere, ciò non significa che con l’inizio del 2010 l’economia mondiale sarà in perfetta forma e pronta per un nuovo ciclo di robusta crescita.
Per i mercati finanziari, poi, pur valendo a maggior ragione il discorso che l’esperienza del passato può servire fino ad un certo punto, perché proprio qui si sono prodotti i mutamenti più radicali, le prospettive sono tutt’altro che rosee. Non solo rifletteranno la debolezza della congiuntura mondiale, ma dovranno digerire i ciclopici dissesti al loro interno prodotti da circa un quindicennio in cui sono stati lasciati senza regole e senza controlli (con buona pace di chi sostiene che il mercato si auto-regola). Finora è valsa la costante che più grossa era stata la bolla, più lungo e pesante sarebbe stato il successivo periodo di assestamento. Giova ripeterlo ancora una volta, non è detto che la storia si ripeta. Ma se dovessimo basarci sull’esperienza, verrebbe da dire che le Borse potranno anche avere una limitata fase di rialzo, ma poi scenderanno ancora. E scenderanno ben oltre il punto in cui tutti si aspetterebbero che sia più che abbastanza, con una esagerazione simmetrica a quella che c’è stata con il rialzo. Scenderanno oltre il punto in cui tutti diranno “è impossibile che il ribasso continui”.
In quali tempi tutto ciò potrebbe avvenire, al momento è impossibile valutarlo. Si può solo ripetere che probabilmente non saranno tempi brevi, che saranno nell’ordine di anni. E poi passerà, come è sempre successo. A volte piove per molto tempo di seguito, ma poi, inevitabilmente, torna il sole.