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 2021 Riduci


Ma guarda, con più deficit il debito cala - Quest’anno il disavanzo dei conti pubblici sarà al 9,4% e resterà alto anche nei prossimi due. Eppure, come ci dicono le cifre del governo, il rapporto debito/Pil scenderà. E’ una dimostrazione di quanto siano state sbagliate le politiche europee e le regole – ora sospese –  che le prescrivevano. Ma non è detto che questo basterà a farle cambiare (30 set)

Le regole sbagliate di un mondo che non c’è più - Le norme europee sono sospese, ma le ipotesi di modifica non promettono bene. Il testo del mio intervento al seminario “Dopo le crisi – Dialoghi sul futuro dell’Europa”, promosso da Alessandro Somma e Edmondo Mostacci, che è poi diventato un libro per Rogas edizioni (giu)

L’Europa vista da un riformista - Le crisi, dice Francesco Saraceno, hanno forzato novità fino a poco fa impensabili nella politica europea. Ciò significa che ha torto chi sostiene che nulla può cambiare e che bisogna combattere per riforme che rimedino ai profondi difetti di una costruzione pensata sulla base di teorie non più proponibili. E formula una serie di proposte che potrebbero surrogare le funzioni di un’unione federale che non appare realizzabile in un futuro prossimo (20 apr)

In economia conta più la fede che la scienza - Un saggio di Mauro Gallegati, “Il mercato rende liberi – e altre bugie del neoliberismo”, distrugge la credibilità dei modelli che guidano da anni le politiche economiche, credibilità peraltro già messa ampiamente in dubbio dai risultati. E indica una nuova strada (30 mar)

I mistificatori del debito pubblico - Davvero è quello il nostro problema più grande? Stiamo scaricando un peso sui nostri figli e sulle generazioni future? A entrambe le domande la risposta è un secco “no”, senza ombra di dubbio. Purtroppo le regole europee, ora per fortuna sospese, sono state elaborate in base a questa ottica sbagliata e c’è anche il rischio che si voglia tornare a qualcosa di simile. Sarebbe una pessima mossa. Nel frattempo, qualche economista e molti opinionisti dovrebbero smetterla di dire sciocchezze (22 mar)

Allora licenziamo i dirigenti pubblici - Il “governo dei migliori” ci ha appena fatto sapere che a fare il Recovery Plan da solo non ce la fa, e ha bisogno della consulenza della McKinsey. Eppure il Mef può contare su un “Consiglio tecnico-scientifico degli esperti”, e nelle sue varie articolazioni ha vari uffici studi, così come gli altri ministeri. Tutti incapaci? Difficile da credere. E altrettanto strano è che la multinazionale della consulenza si accontenti di una parcella minimale, alimentando il sospetto che il suo profitto arriverà per altre vie (6 mar)

L’altro discorso di Draghi - Trovata per caso la minuta di un ex allievo di Caffè a cui il neo presidente del Consiglio aveva chiesto suggerimenti, che poi non ha seguito, scegliendo invece quelli di Giavazzi. Le dichiarazioni programmatiche sarebbero state molto diverse (27 feb)

Si scrive Draghi, si pronuncia Giavazzi - La parte sulla riforma fiscale del discordo in Senato è ripresa alla lettera da un editoriale dell’economista della Bocconi pubblicato sul Corriere a giugno 2020. Un programma può lecitamente avvalersi di contenuti elaborati da altri, ma la questione è che Giavazzi è un campione del neoliberismo: è questo l’orientamento del nuovo governo? (18 feb)

Draghi comincia male - Il fisco è una materia che segna un discrimine tra politiche di destra e di sinistra, e quello che il neo-presidente ha detto nel suo discorso al Senato – richiamando la riforma fiscale danese – ha un chiaro segno di destra e risponde a una logica cara al neoliberismo più demagogico (17 feb)

Draghi bifronte - Un cattolico sociale tendenzialmente progressista o un liberista fautore delle leggi spietate del mercato? Sul nuovo presidente del Consiglio circolano giudizi opposti, e la sua storia personale li giustifica entrambi. Si può cercare una chiave interpretativa, in base alla quale fare qualche ipotesi sul come guiderà il suo governo (14 feb)

Draghi proposta che non si può rifiutare - Il suo arrivo può essere giudicato da qualcuno una grande occasione, da qualcun altro come l’essere stati presi in ostaggio. Ma il risultato non cambia: rifiutarlo significherebbe esporsi alla speculazione e all'ostilità europea e si andrebbe alle elezioni perdendo il treno del Recovery Fund e senza nessuna garanzia che il dopo sarà meglio. Determinanti i 5S: se non capiranno che con Draghi si può trattare – se non si chiede la luna – perderanno un’occasione storica (4 feb)


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 2020 Riduci


La solidarietà europea è in cambio di sudditanza - Dopo l’intervento di Lucrezia Reichlin è il membro del board Bce Yves Mersch a chiarire in che consista la “solidarietà europea”. La Bce – dice – deve smetterla di tenere i tassi così bassi, altrimenti gli Stati si finanziano sul mercato e non con il Recovery e il Mes, evitando di sottoporsi alle condizionalità, cioè di farsi dirigere da altri (13 nov)

Usa, la rassegnazione al potere - A meno di sorprese dai ricorsi giudiziari di Trump, sarà Biden il nuovo presidente. Stavolta è andato a suo vantaggio il voto “contro”, cioè la volontà di liberarsi del reazionario in carica. Ma questa vittoria rafforzerà chi nei Democratici non vuole cambiamenti di linea, che è invece quello che gli elettori negli ultimi anni hanno mostrato di volere, e quindi forse prepara una prossima sconfitta (6 nov)

Mes, “ce lo chiede l’Europa”? - Secondo l’autorevole economista Lucrezia Reichlin fa parte dell’accordo politico che permette al la Bce di agire come sta facendo, e non ricorrervi potrebbe incrinare il consenso europeo e frenare la banca centrale. Tesi singolare: non solo l’Italia, ma anche tutti gli altri paesi si stanno tenendo alla larga da questo istituto con cui si rischia di veder arrivare la Troika (28 ott)

Fmi e Unctad rottamano le teorie liberiste - Il Fondo demolisce un altro dei caposaldi del pensiero finora dominante, affermando che gli investimenti pubblici sono utili e stimolano quelli privati. L’organismo dell’Onu per lo sviluppo va oltre, condanna l’austerità e propone, per superare la crisi, una strategia radicalmente diversa da quelle passate (16 0tt) 

Il Mes serve: a legarci le mani - L’opposizione a ricorrere al prestito sanitario è tutt’altro che ideologica: le pericolose “condizionalità pesanti” sono previste dalla norme europee e non bastano lettere e dichiarazioni per disinnescarle. Senza una decisione formale di modifica o sospensione restano un’arma che potrà essere attivata se l’Italia non volesse sottostare a qualche decisione presa dai paesi europei egemoni (10 set) 

Conti pubblici, l’Ue cambia metodo ma il gattopardo è in agguato - Il vicepresidente della Commissione Dombrovskis si è richiamato a una proposta dell’European Fiscal Board che, oltre a rottamare l’output gap, propone di introdurre una golden rule parziale (gli investimenti in progetti europei non verrebbero conteggiati nella spesa) e – senza nominarli – gli eurobond. C’è da scommettere che verranno accolti solo i suggerimenti che cambino il meno possibile delle impostazioni attuali (22 gen)


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 2019 Riduci


Quando si conquistavano i diritti: come nacque lo Statuto -
A dieci anni dalla scomparsa si ricorda Gino Giugni, protagonista dell’elaborazione di quella legge, voluta dal ministro Giacomo Brodolini “per far entrare la Costituzione nelle fabbriche” e portata a compimento dal suo successore Carlo Donat Cattin. Un periodo in cui “fare le riforme” significava migliorare le condizioni dei lavoratori (21 dic)

I due veri motivi della sconfitta di Corbyn -
E’ la Brexit, una battaglia che il Labour non poteva combattere, il motivo principale dell’esito elettorale. Quasi tutti o collegi passati ai Tory avevano una maggioranza di Leave. Ma c’è anche un altro motivo: la vecchia guardia blairiana non ha mai accettato il ritorno a un programma socialdemocratico, che ha invece entusiasmato giovani e militanti (14 dic)

Esm, una pseudo Bce-2 ancora più tedesca -
Un Fondo che dovrebbe svolgere alcuni compiti caratteristici di una banca centrale – persino prestare alle banche – ma con mezzi limitati che non reggerebbero a un attacco speculativo in grande: solo una Bce senza assurdi vincoli può farlo. Però per l’Italia sarebbe un pericolo: perché allora non porre il veto? Il discorso che “bloccheremmo l’Europa” non vale: i tedeschi lo stanno facendo da anni sul completamento dell’unione bancaria (25 nov)

Riforma del Fondo salva Stati, fermate quel mostro - Un potere enorme a tecnici che nessuno controlla e che possono imporre agli Stati la ristrutturazione del debito: basterebbe solo questa possibilità a far scappare gli investitori, provocando la crisi che l’organismo dovrebbe evitare. Il governo italiano sembra orientato ad accettarlo. Sarebbe l’ennesimo errore, stavolta forse fatale (22 nov)

Quando le mondine piegarono gli agrari -
All’avanguardia nella conquista delle otto ore di lavoro furono le mondariso di Vercelli, che non temevano nemmeno di affrontare la Regia Cavalleria, e vinsero la loro battaglia il 1° giugno 1906. Un romanzo storico di Sergio Negri racconta quel periodo e quella lotta (18 nov)

Il “Decreto dignità” ha funzionato - A un anno dall’entrata in vigore del provvedimento l’occupazione non è diminuita, mentre si sono ridotti i contratti a termine e sono aumentati quelli a tempo indeterminato: proprio quello che ci si proponeva. Una smentita per chi profetizzava che questa modesta riduzione della flessibilità del lavoro avrebbe prodotto disastri (8 nov)

Alla protesta serve una speranza -
Il risultato dell’Umbria va al di là del piccolo numero di elettori perché conferma i sondaggi nazionali. Se l’attuale maggioranza non elabora un programma di forte discontinuità avrà solo rinviato nel tempo il trionfo della destra. Ma per farlo c’è bisogno che i 5S escano dalla loro evanescenza e soprattutto che il Pd, senza più l’ostacolo di Renzi, compia quella riflessione critica sul passato che non ha mai fatto (30 ott)

Ricchi, brutti e cattivi: il capitalismo, il Nobel, il “pensiero unico” -
Brancaccio scrive un libro sul Nobel che va (quasi) sempre ai liberisti e in Svezia diventano nervosi e quest’anno fanno vincere tre studiosi della povertà. Di economia e potere (ma anche di Italia e di Europa) hanno discusso a Roma 3 con l’autore un Mario Monti in versione progressiste e un Giorgio La Malfa keynesiano di ferro (17 ott)

La sinistra che smonta il welfare -
Il ministro Speranza ha ripescato il progetto dei ticket sanitari differenziati a seconda del reddito. Può sembrare un provvedimento “di sinistra”, invece è una pericolosa mina per il modello di welfare universalistico. Su questa strada si va verso il modello americano, in cui si aiutano solo i “poveri” e i servizi scadono di qualità e possono essere ridotti a discrezione del governo di turno (2 ott)

Il problema del Pd non è la scissione di Renzi -
La nuova formazione non sembra avere grandi numeri né forza di attrazione al di là dell’area del partito di provenienza. Cambia poco per il problema principale di quest'ultimo, che è la mancata analisi sul suo ormai lungo declino. Senza una svolta, anche sul piano teorico, rispetto alle politiche della “Terza via”, il Pd rimarrà una scialba copia di un partito di centro che fa scelte economiche di destra (26 set)

Un filo di luce. Non fatelo spegnere
- Nel nuovo governo non sono entrate nei posti chiave persone caratterizzate dall’adesione alle politiche precedenti. Al ministero più importante, quello dell'Economia, Roberto Gualtieri è certo fra le persone più adatte a trattare con la Commissione. La prossima sessione di bilancio e la scelta del suo economista di riferimento faranno capire se l’aria cambierà davvero (5 set)

Chi ci salva da Salvini? - Per una vicenda meno grave del Russiagate in Austria è caduto il governo; in Italia, i sondaggi dicono che la Lega sta crescendo ancora. L’unico partito che avrebbe i numeri in Parlamento per una maggioranza alternativa, il Pd, esclude persino l’ipotesi: Zingaretti e Renzi sono troppo impegnati a combattersi tra loro, e il Matteo di Rignano conta più del segretario nei gruppi parlamentari. Così resta una sola prospettiva: un governo ancora più di destra (27 lug)

Bce, Macron presidente-ombra - L’istituzione più potente dall’Ue è teoricamente a guida collegiale, ma l’esperienza suggerisce che a contare è la linea del presidente. La designata Christine Lagarde non ha la statura tecnica di Draghi e non ha dimostrato di sapersi imporre quando la situazione lo richiede. Si profila così una banca centrale guidata di fatto dal presidente francese (3 lug)

Cambiare le regole Ue? Chiedere a Bruegel - L’Italia lo reclama da anni e l’ha ripetuto il presidente Conte, ma il commissario Moscovici ha replicato che “non è il momento”. Eppure il metodo con cui la Commissione Ue valuta i conti pubblici è oggetto ormai di una campagna internazionale che ne mostra l’assurdità. E ora persino il centro di ricerca europeo più istituzionale gli ha dedicato due saggi nettamente critici (21 giu)

La Germania mal guidata rischia il declino - Investimenti al minimo storico nonostante i tassi negativi sul debito e l’enorme surplus dei conti esteri. Eppure, secondo centri studi come Bruegel e Centre for European Reform, ce ne sarebbe bisogno, nelle infrastrutture e nel sistema educativo. E servirebbero a far stare meglio i tedeschi, che punendo alle elezioni i partiti di governo hanno mostrato il malessere per il numero crescente di lavoratori con bassi salari (10 giu)

Robin contro l’output gap
- Altro che Robin Hood, il nostro eroe è Robin Brooks, che dal cuore delle istituzioni del potere fa la guerra all’uso di quelle stime che si usano per dare giudizi sulle politiche di bilancio, dimostrando a suon di grafici che producono risultati assurdi. Se persino gli economisti mainstream mostrano l’insensatezza di questi strumenti, il potere perde qualsiasi alibi per le sue scelte, fatte per favorire i pochi vincenti del turbocapitalismo (8 mag)

Bolle, tassi e tasse - Scrive il governatore Visco nel suo ultimo libro che la crisi ha fatto cambiare idea sull’opportunità che le banche centrali possano intervenire anche preventivamente quando si formano bolle speculative. Ma rialzare i tassi non frena solo  i rialzi anomali, ma tutta l’economia, quindi serve molta cautela. Ma perché non agire attraverso le tasse? (23 apr) 

Osanna a Greta e incentivi a chi inquina - Tutte le nostre maggiori cariche istituzionali hanno dichiarato il loro appoggio alla campagna per l’ambiente. Ma la legislazione italiana prevede sussidi e incentivi anche per attività dannose per il clima e il ministero ne ha fatto un elenco. Un rapporto di Legambiente calcola che ammontino a quasi 19 miliardi (22 apr)

La Costituzione secondo Mattarella - Nella lettera ai presidenti delle Camere il capo dello Stato circoscrive i compiti della Commissione sulle banche con affermazioni piuttosto sorprendenti, come quella che il Parlamento non sarebbe “sopra ordinato” a nessuna delle authority e una lettura dell’art. 41 che si ferma alla libertà dell’iniziativa privata. Il presidente ha forse motivo di non fidarsi di questa maggioranza, ma le sue interpretazioni della Carta lasciano seri dubbi (29 mar)

Come evitare le trappole del salario minimo - Esiste in tanti paesi, ma nella situazione italiana può creare problemi. A meno di non arrivarci con una legge che regoli prima di tutto la verifica di quali sindacati – e quali associazioni datoriali – siano davvero rappresentative, cosa ormai non più rinviabile: a causa di una miriade di sindacati e associazioni di comodo è stata superata la mirabolante cifra di 900 contratti nazionali di lavoro (23 mar)

La Torino-Lione non vale una guerra - Tutte le infrastrutture sono utili, ma che questa sia prioritaria è assai dubbio. Però la maggioranza dell'opinione pubblica è per il completamento e soprattutto per fermarla si dovrebbe trovare un accordo con Francia e Ue. Infine, il costo non giustifica uno scontro che la fa sembrare una questione di vita o di morte. Si decida in fretta in un senso o nell'altro e si dedichino le energie a problemi più importanti (14 mar)

L’economia è una scienza inutile? - E’ il titolo (senza punto interrogativo) di un libro di Francesco Saraceno, che ripercorre il dibattito degli ultimi anni dall’abbandono del keynesismo alla fase attuale, in cui molte certezze sono state spazzate via dagli anni della crisi. Non è inutile, dice l’autore, se si abbandona la pretesa che esistano leggi universali applicabili in qualsiasi contesto e si impara dalla storia e dall’esperienza (1 mar)

Ashoka Mody: come uscire dall’“Eurotragedia” - Già vicedirettore del dipartimento europeo del Fondo monetario, che ha lasciato per profondi dissensi, oggi a Princeton, studiando la storia della costruzione europea Mody si è convinto che “l’euro non era solo una cattiva idea economica, ma anche una cattiva idea politica”. Per evitare il peggio bisogna ripristinare un maggior grado di sovranità degli Stati (28 gen)

Sanders, Corbyn, Zingaretti. Trova l’intruso - In quasi tutti i paesi avanzati la sinistra è in crisi nera. I pochi leader che hanno ottenuto successi si sono presentati con programmi di rottura rispetto alle politiche dell’ultimo trentennio. Non è il caso dei candidati alla segreteria del Pd: Martina appare una continuazione del renzismo e quello che ha più chances, Zingaretti, ha mostrato finora solo vaghe e generiche buone intenzioni senza una soluzione di continuità verso il passato (24 feb)

Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - L’ex capo economista del Fondo monetario continua la sua revisione teorica. In un recente saggio osserva che quando la crescita è superiore al tasso di remunerazione del debito questo non solo è sostenibile, ma tende spontaneamente a ridursi. Esaminando vari paesi dal 1950 ad oggi scopre che nella maggior parte dei casi è accaduto proprio questo. Quella per il debito è dunque un’ossessione (specie in Europa) fuori luogo (11 gen)


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 2018 Riduci

Anche i Draghi sbagliano - Il direttore dell’istituto Max Planck e un economista di Siena contestano la ricostruzione fatta dal presidente Bce nel suo discorso del 5 dicembre. Non risulta che la fine dei riallineamenti della lira abbia spinto le imprese verso l’aumento della produttività, anzi il contrario. E il deprezzamento sul marco era provocato essenzialmente dalle rivalutazioni di quest’ultimo (20 dic)

I dazi non ci sono, il dumping sì - Uno studio di Oxford economics mostra che, anche se le minacce venissero attuate, il livello resterebbe ai minimi da 150 anni. Trump agita quest’arma contro la concorrenza sleale di Cina e Germania, ma più che usarla vuole raggiungere alcuni importanti obiettivi, non solo sul piano economico (9 dic)

Spread a 300, che bello che bello che bello - Che fino alle elezioni europee continui a muoversi in una fascia relativamente elevata, ma non troppo, è una cosa che può soddisfare vari soggetti: è la tesi dell’economista Antonio Pedone. Agli operatori di mercato permette buoni guadagni senza mettere a rischio la stabilità del paese, al governo consente proseguire la polemica contro i “nemici esterni” per compattare l’elettorato (28 nov)

Ti rendo i tuoi soldi solo se obbedisci -
Angela Merkel ha deciso di fare una piccola concessione a Macron, acconsentendo all’istituzione di un fondo europeo per gli investimenti (ma piccolo, eh!) su cui il presidente francese insiste da tempo. Ma chi chiede quei soldi dev’essere in linea con le regole Ue: così l’Italia, che già dà all’Unione più di quanto riceva, non potrebbe accedervi. Un’altra follia franco-tedesca (17 nov)

Secondo i conti Ue stiamo crescendo troppo -
Per chi dubitasse ancora della follia del metodo che la Commissione usa per calcolare il Pil potenziale, che è quello in base al quale si verifica il rispetto delle “regole”, dovrebbe essere la prova definitiva: da quei conteggi risulta che nel 2019 andremo sopra, quindi dovremmo frenare la nostra economia. Ed è questo che di fatto ci chiedono sia i tecnocrati che i politici europei (3 nov)

L’Alzheimer della Commissione Ue -
“Deviazione grave senza precedenti”, hanno detto dei nostri conti pubblici per il 2019 il commissario Moscovici e il vice presidente Dombrovskis. Evidentemente soffrono di vuoti di memoria, visto che non ricordano gli sforamenti ben più ampi degli altri paesi, per esempio la Francia (anche quando Moscovici era ministro dell’Economia) e la Spagna. Alla manovra si possono fare molte critiche, ma questa  è insensata (19 ott)

Non basta il cambiamento, dev’essere in meglio -
Tempesta di critiche sulla manovra del governo per l’aumento del deficit, che invece sarebbe una buona mossa. I problemi sono sul tipo di interventi e soprattutto sulla previsione di crescita del Pil 2019: non solo la congiuntura internazionale è poco favorevole, anche i tempi giocano contro. E le vere riforme necessarie per ora non si vedono (13 ott)

La lezione del QE (che non sarà ascoltata)
Il quantitative easing, l’acquisto di titoli sul mercato da parte della Bce, volge al termine e se ne può fare un bilancio. Ha certamente evitato il peggio, ma non si può dire che abbia ottenuto i risultati che si era proposto. Soprattutto, è stato una grande prova empirica degli errori delle teorie economiche dominanti (28 set)

La Patria è di destra o di sinistra? -
Ennesima polemica a sinistra, scatenata dal fatto che Stefano Fassina ha chiamato la sua associazione culturale “Patria e Costituzione”, attirandosi subito l’accusa di “rossobrunismo”. Chi la lancia non sa quel che dice, anche se l’uso di quel termine è discutibile, ma per ragioni del tutto diverse (18 set)

Polemica surreale su 8.000 posti ipotetici
- Il “Decreto dignità” ridurrà l’occupazione, dice il presidente dell’Inps Tito Boeri, contestarlo è “nagazionismo economico”. Ma quel numero deriva da stime arbitrarie e oltretutto, anche se fosse vero, è una variazione insignificante rispetto al numero di chi lavora. Le modifiche del decreto sono minime, la sua importanza è solo quella di interrompere l’aumento della flessibilizzazione che dura da 21 anni (19 lug)

La guerra agli ultimi che imbroglia i penultimi - Si ripete con i migranti l’antichissimo espediente di indicare un “nemico estermo” su cui indirizzare il malcontento per i danni delle politiche degli ultimi decenni, che hanno fatto aumentare povertà e disoccupazione e tolto alla maggioranza dei cittadini persino la speranza di raggiungere le sicurezza economica. La ex sinistra ha abbandonato le loro istanze e quindi la protesta si esprime con il voto a forze che appaiono non compromesse con il passato, nonostante i loro programmi che aggraveranno i problemi (23 giu)

Le regole di Merkel e il randello di Trump - “L’Unione europea si basa sul rispetto delle regole”, ha detto la cancelliera. Ma è proprio la Germania a ignorare quelle più importanti per il funzionamento di una unione monetaria: un saggio di Sergio Cesaratto spiega come la politica che i tedeschi seguono da sempre – e che non hanno intenzione di cambiare – sia disfunzionale per la Ue. Ma lo è anche per altri paesi, e l’America di Trump sembra decisa a una prova di forza (9 giu)

Con Tria e Moavero l’Europa è salva, l’Italia chissà - Il ministro dell’economia ha fama di serio studioso ma anche di moderato e molto omogeneo alle teorie egemoni, nonostante qualche intervento critico sull’Unione, mentre agli Esteri va uno strettissimo collaboratore ed ex ministro di Mario Monti. Come si può spiegare il fatto che i 5S abbiano alla fine fatto di tutto per far nascere il governo (31 mag)

Bankitalia, Europa e mainstream - Nelle Considerazioni finali di quest’anno niente più critiche alle scelte Ue e un’affermazione categorica di appartenenza all’Europa. Per l’economia italiana l’analisi e le ricette non si discostano un millimetro dalle teorie dominanti, quelle che hanno regalato al nostro paese un decennio tra recessioni e bassa crescita (31 mag)

Eurodisastro - Rifiutando la nomina di Paolo Savona il presidente Mattarella non è andato formalmente oltre i suoi poteri, ma dal punto di vista sostanziale, e anche in seguito al modo in cui lo ha motivato, la sua scelta non appare giustificabile. Le prossime elezioni si trasformano così in quel referendum sull’euro suscettibile di causare gravi danni senza i possibili vantaggi (28 mag)

Draghi spiega la finanza ai tedeschi -
Il presidente della Bce chiarisce che “la dicotomia tra “riduzione del rischio” e “condivisione del rischio” che caratterizza il dibattito attuale è, per molti versi, artificiosa. Con una giusta cornice politica, questi due obiettivi si rafforzano vicendevolmente”. Un messaggio a quei tedeschi e francesi che fanno progetti ma non capiscono le dinamiche di mercato. Il “saggio” tedesco Bofinger invece le capisce e anche lui boccia i progetti (21 mag) 

Piketty: i Bramini che si sono presi la sinistra - Il nuovo saggio dell’economista francese studia i comportamenti elettorali in Francia, Usa e Regno Unito dal 1948 al 2017 e ne conclude che i sistemi politici non si possono più interpretare in base alla lotta di classe. A confrontarsi sono due diverse élite, quella degli intellettuali (i “Bramini”) nei partiti di sinistra tradizionale, e quella degli affari (i “Mercanti”) in quelli di destra. Per i più svantaggiati restano i “populismi” e ancor più il non voto (8 mag 2018)

Mattarella inventa il “governo segnaposto” -
A differenza del suo predecessore il presidente si guarda bene dal prevaricare le forze politiche, che invita a scegliere tra varie opzioni. In mancanza di un accordo politico varerà un governo “neutrale”, suggerendo che potrebbe anche approvare i documenti di bilancio. Ma se non si limitasse a gestire le elezioni la neutralità sarebbe impossibile (7 mag 2018)

Italiani e spagnoli, chi è più ricco? -
Gli spagnoli ci hanno sorpassato per reddito pro capite, dice il Fmi. Macché, sono ancora indietro, secondo Eurostat. Chi sbaglia? Pochi se lo chiedono, molti invece approfittano per cantare le lodi dell’austerità spagnola, che li fa crescere più di noi. Ma i dati, oltre che saperli leggere, bisogna pure guardarli tutti (21 apr)

Che si può fare con questa Europa - “Europa: quali regole rivedere (e come) per salvare l’Unione” era il tema del seminario che si è tenuto a Roma 3. Il testo del mio intervento (19 apr) 

Il progresso corre in retromarcia - Tra avventure neocoloniali (Siria) e lavoro senza diritti (vicenda Foodora) sembra di guardare una pellicola che si riavvolge, mentre la direttrice del Fmi Lagarde chiede altre “riforme politicamente difficili”, cioè che peggiorino le condizioni delle persone: un tempo le riforme si facevano per migliorarle. E risuona il ritornello: “Non si può tornare indietro”. Più indietro di così? (13 apr)

Jean Pisani-Ferry, uno Stranamore dell’economia -
Il consigliere di Macron si è sempre mosso in quel milieu socialista che ha tanto screditato il concetto di sinistra da allontanare gli elettori in quasi tutta Europa. Discutendo di ipotesi di studiosi tedeschi sull’uscita di un paese dall’euro butta lì che “tecnicamente” sarebbe semplice, basterebbe che la Bce chiudesse i rubinetti. Poi scarta l’ipotesi, ma non in linea di principio, solo perché provocherebbe danni a tutti (5 apr)

Otto piccoli euroegoisti - Un gruppo di paesi nordici ha preso posizione contro ogni eventualità che l’Ue vari programmi di investimento o contro la disoccupazione e richiamato al pieno rispetto del Fiscal compact. Oltre ad essere guidati dalle destre hanno in comune un peso rilevante delle esportazioni sul Pil, quindi per loro la domanda interna è meno importante. I danni delle politiche che puntano sulla “crescita a spese del vicino” (3 apr)

I “dilettanti” battono gli esperti - Il duo Di Maio – Salvini ha condotto la partita sulle presidenze delle Camere, battendo Berlusconi mentre il Pd restava fuori campo. Prova di una futura alleanza di governo? Poco probabile: chi accettasse di fare il “socio minore”, come posizione nella leadership o rinunciando e punti caratterizzanti del programma, al prossimo voto la pagherebbe cara. Quanto al Pd, forse Renzi aspetterà che le oggettive e serie difficoltà che attendono il governo, qualunque sia, gli permettano di presentarsi al prossimo giro dicendo “con me andava meglio” (24 mar) 

Il Pd è diventato il partito dei ricchi - Secondo una ricerca del Cise, il centro studi elettorali diretto da Roberto D’Alimonte, il Pd è l’unico partito per cui è significativa la correlazione con una classe sociale: “Per questo partito si registra una propensione al voto bassa nelle classi sociali basse e medie, e invece sensibilmente maggiore nella classe medio-alta” (7 mar) 

Il ritorno di Ghino di Tacco - Bettino Craxi fu paragonato da Eugenio Scalfari a quel brigante perché, col suo partito di ridotte dimensioni, aveva però un potere d’interdizione sulla formazione di maggioranze. E’ la situazione in cui oggi si trova Renzi: senza il Pd non ci sono maggioranze, e il segretario che ha tentato la carta delle finte dimissioni ha intenzione di sfruttare questo fatto (6 mar) 

Lettera aperta a Liberi e Uguali - A pochi giorni dalle elezioni un gruppo di intellettuali si rivolge ai dirigenti di Liberi e Uguali invitandoli a dare un preciso segnale di discontinuità rispetto alla linea seguita negli ultimi decenni dalla sinistra riformista, che si è dimostrata sbagliata e perdente, e ad assumere un atteggiamento più realistico sul problema dei rapporti con l’Europa. La Lettera è stata pubblicata da Micromega. (24 feb) 

Se LeU vuole i voti di sinistra - I sondaggi sono concordi nell’indicare un andamento negativo delle intenzioni di voto: la scommessa di recuperare gli elettori che non si riconoscono più nel Pd si sta perdendo. Il partito di Grasso e Bersani non è credibile se non mostra di aver fatto i conti con una linea politica che parte da lontano e ci ha portati alla situazione attuale (17 feb)

La sinistra, l’Europa e la Quinta internazionale - I rappresentanti delle varie componenti della sinistra sono d’accordo: serve un nuovo soggetto politico costituito dai popoli di tutti i paesi per cambiare l’Ue liberista e antipopolare. Si guarda a un futuro indeterminato e neanche una parola sulla riforma in atto della governance, che così come si sta concordando potrà provocarci problemi drammatici (4feb)

L’università gratis non è un’idea balzana - Premesso che il problema più urgente è il drammatico sottofinanziamento, avrebbe senso rendere anche l’istruzione terziaria un compito dello Stato sociale. E il welfare, se non è universale, viene inevitabilmente sottoposto a pressioni politiche per limitarne sempre più la portata, come accade ad esempio negli Usa, dove esiste solo un ridotto “welfare per i poveri”. L’Italia è su quella strada, che porta verso un modello di società non inclusiva (22 gen)

Sforare il 3%? Moscovici se ne intende - Il commissario europeo ha severamente richiamato al rispetto del limite al deficit pubblico, ma non ha le carte in regola per farlo. Il suo paese, la Francia, negli ultimi dieci anni non lo ha mai rispettato, neanche negli anni in cui proprio lui era ministro dell’Economia (17 gen)

Franceschini, l’Attila della cultura - Un folto gruppo di intellettuali, docenti, ex soprintendenti ha diffuso un manifesto durissimo contro l’intera politica dei beni culturali. Si pensa solo alla “valorizzazione”, cioè a far soldi, trascurando del tutto la tutela. Continuando in questo modo il patrimonio artistico del paese finirà per essere distrutto (7 gen) 


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 2017 Riduci

Lavorare meno, fare la fame (quasi) tutti - Lo slogan sindacale degli anni ’70 è stato realizzato dal capitalismo del terzo millennio, ma a suo modo. Con l’ingresso sul mercato dei lavoratori dei paesi di nuova industrializzazione, in tutti quelli già sviluppati va scomparendo il “posto fisso”, scendono le ore lavorate e calano le retribuzioni per la maggioranza, mentre una quota minoritaria guadagna più di prima. E’ il risultato della grande svolta a destra degli anni ‘80 (19 dic) 

Basta un poco e il Fiscal compact va giù - Raggiunto l’accordo: non sarà inserito nei trattati europei, via giudicata ardua, ma emanato con una direttiva, probabilmente del tipo che non c’è bisogno di far passare dal Parlamento, ennesima prova che questa Europa non è riformabile che si usa ogni scappatoia per restringere di spazi di democrazia. Appello di economisti per aprire su questi problemi fondamentali un dibattito ora inspiegabilmente assente (9 dic)

Sinistra elettronica - Circola una lista di partiti e gruppuscoli di sinistra, e il numero è superiore a trenta. Per molti di questi non siamo più nemmeno alle dimensioni dell’atomo, ma addirittura dell’elettrone. Le tre formazioni maggiori – Mdp, Si e Possibile – si sono unite, ma probabilmente non avranno il voto di tutti gli altri. Così langue la forza che ha guidato per oltre un secolo il progresso sociale (22 nov) 

Alì Bersani e i 40 collegi - Nel Pd si fanno i conti: la scissione di Mdp farà perdere una quarantina di collegi. Così, c’è chi ipotizza che potrebbero essere una base di trattativa per una coalizione, tanto altrimenti sarebbero comunque persi. Al momento non sembra che la trattativa possa nemmeno iniziare. Ma se si arrivasse a quella proposta, sarebbe una bella prova per le convinzioni politiche dei fuoriusciti (8 nov) 

Bankitalia, una mozione che fa perdere la testa
- Il voto parlamentare sulla Banca d’Italia promosso dal Pd ha scatenato una bufera: ma il Parlamento ha tutto il diritto di pronunciarsi su qualsiasi problema. Quanto a Visco, probabilmente ha sbagliato, ma non più dei suoi predecessori, compreso Ciampi. E va anche considerato che il nostro sistema bancario, in una crisi peggiore di quella del ’29, ha avuto bisogni di interventi che a fronte di quelli degli altri paesi sono irrisori (23 ott) 

La Germania infelix affosserà l’euro - La batosta elettorale ai partiti di governo influenzerà le riforme dell’Europa che per l’Italia sono già dense di rischi e fa aumentare il consenso interno alla corsa del presidente della Bundesbank Weidmann alla successione di Draghi. Se ciò si realizzasse cadrebbe la difesa della Bce contro gli attacchi speculativi, basata su una linea (“interventi illimitati”) che Weidmann aborrisce. A quel punto l’euro avrebbe i giorni contati (26 set)

Gli economisti che non sanno la storia - Le materie storiche sono quasi sparite dagli insegnamenti universitari. E’ la conseguenza di una concezione dell’economia come “scienza delle leggi” e non come scienza umana, che comporta la pretesa che la complessità del reale possa essere interpretata attraverso modelli matematici. Una impostazione purtroppo maggioritaria che ha fatto molti danni e continuerà a farli (24 set) 

Merito del Jobs Act? -
Renzi e il governo sostengono che sia merito della loro riforma se il numero di occupati è tornato a 23 milioni, come nel 2008: quando però il Jobs Act non c’era e anzi era ancora in vigore l’art. 18. Nessuna legge crea lavoro, il cui andamento è dovuto alla sia pur debole ripresa. Queste “riforme” mirano ad altro (1 set)

Se la regina avesse chiesto a Rifkin -
In visita alla London School Elisabetta chiese agli economisti: "Come mai nessuno aveva previsto questa crisi?". In realtà l'avevano prevista gli economisti che non seguivano la teoria dominante. Come Jeremy Rifkin, di cui riproponiamo un'intervista di 20 anni fa sorprendentemente attuale anche per le tematiche legate al lavoro (19 ago) 

Se i robot si prendono il lavoro -
Sempre più ricerche sostengono che in un futuro molto prossimo l’automazione cancellerà gran parte dei posti, mandando la disoccupazione alle stelle. Il problema, però, non si risolve fermando l’impiego delle macchine. Alla base di ogni teoria economica c’è un’idea di società: ne serve una che ripensi l’organizzazione sociale in funzione del progresso tecnologico (17 ago) 

I cialtroni delle classifiche -
Ambiente per gli affari, libertà d’impresa, corruzione, persino libertà di stampa: l’Italia risulta sempre in pessima posizione. Ma come sono fatte queste graduatorie? Ambrosetti le ha analizzate scoprendo errori grossolani di metodologia e con l’aiuto di tecnici qualificati ne ha stilata un’altra sull’attrattività per gli investimenti: risultiamo al 14° posto su 144 paesi (28 lug) 

La privatizzazione degli incendi -
Canadair ed elicotteri sono di sette aziende private, oggi indagate per aver fatto cartello e tenuto i prezzi alti. Ci sono molti buoni motivi perché i servizi pubblici essenziali siano gestiti direttamente dal settore pubblico, e soprattutto è falso, anche dal punto di vista teorico, che appaltandoli ai privati si risparmia (24 lug)

Il leader che andava di fretta -
Renzi ha scalato rapidamente il potere e altrettanto velocemente si è incamminato sul viale del tramonto. Un buon successo alle elezioni potrebbe rilanciarlo, ed ecco dunque le prime mirabolanti promesse su tagli di tasse e distribuzione di soldi. Ma l’establishment potrebbe puntare su Gentiloni, o magari Calenda. Se comunque terrà fermo il veto al Fiscal compact avrà fatto almeno una cosa buona (11 lug)

I Caf nemici dei contribuenti -
Una legge del 2014 ha stabilito che in casi di errori o di contestazioni sono i Caf a risponderne ,  pagando tutte le penalità del caso. Teoricamente giusto, ma questo li pone in conflitto d’interesse con gli assistiti, rendendoli implacabili sugli adempimenti formali e – nei tanti casi dubbi – spingendoli a decidere a sfavore del contribuente (4 lug)

Chi ruba il lavoro ai giovani -
Gli economisti discutono se l’allungamento dell’età pensionabile riduca le nuove assunzioni e due recenti ricerche sostengono che questo può avvenire in situazioni particolari, e infatti in Italia è avvenuto. Ma non è questione di studiare casi specifici: il punto è se si sceglie come obiettivo la piena occupazione o si accetta un’organizzazione sociale che sconta che ci siano disoccupati (1 lug)

Macron, un trionfo col 16% -
E’ la percentuale di aventi diritto al voto che gli è bastata per conquistare la maggioranza assoluta del Parlamento, il 53% dei seggi (308, a cui si aggiungono i 42 dell’alleato MoDem). I socialisti hanno convinto il 5,7% dei votanti, cioè appena il 3,5% dell’elettorato, mentre la sinistra di Melenchon ha un risultato non disprezzabile ma non decolla. Il più forte partito d’opposizione (113 seggi) è di destra come il governo (19 giu)

Uk, quando i socialisti fanno i socialisti
- Altro che “con Corbyn il Labour non vincerà mai più”, come aveva vaticinato tutti i commentatori. Il partito è arrivato testa a testa con i Tory e la rilevante differenza di seggi è dovuta solo al sistema elettorale inglese. Una lezione per i partiti ex di sinistra non ancora diventati irrilevanti come molti dei “confratelli” di altri paesi (9 giu) 

Cercasi ingegnere, tirocinio a 600 euro
- Per uno specializzato trilingue e disposto a spostarsi all’estero, dopo sei mesi con quella paga un contratto di apprendistato, altri tre anni a stipendio ridotto. L’offerta è di un gruppo multinazionale e hanno risposto una cinquantina di candidati: un’altra prova della situazione drammatica del mercato del lavoro (1 giu)

Visco: i danni che ci ha fatto l’Europa
- Come lo scorso anno, il governatore nelle Considerazioni finali non risparmia pesanti critiche all’Unione, anche se poi riconferma la sua fede europeista, senza però spiegare che cosa potrebbe cambiare questo modo di procedere. E per l’Italia appoggia la politica – voluta dalla Ue – di alti saldi primari, cioè la politica che finora ha strozzato la nostra crescita (31 mag) 

Lo Stato sfruttatore
- La vicenda degli “scontrinisti” della Biblioteca nazionale è l’ultimo di moltissimi episodi analoghi, che vanno letti entro una tendenza di lungo termine. La riduzione del perimetro pubblico va avanti da anni, lo Stato esternalizza i suoi servizi affidandoli ai privati che li svolgono attraverso cooperative e enti del Terzo settore. Chi ci lavora è per lo più precario, malpagato e con pochi diritti. Si risparmia? No, in molti casi si spende di più (26 mag) 

I segreti della Spagna
- Perché ha una crescita tripla rispetto all’Italia? Uno studio di Ref analizza quello che è stato fatto: non certo l’austerità, almeno per la politica di bilancio. C’è stato un mix di riforme di destra e sussidi a pioggia che hanno sostenuto il reddito disponibile, facendo giocare ai consumi un ruolo decisivo. Ma hanno influito anche condizioni favorevoli che noi non abbiamo avuto (23 mag)

La produttività ha il morbo di Baumol
- La sua crescita rallenta da decenni in tutti i paesi avanzati, tanto che la si indica come una malattia con il nome dell’economista che per primo ha analizzato il fenomeno. Ma c’entra anche il fatto che le misurazioni lasciano molti dubbi, perché calcolandola per un settore non si considera che parte di essa si genera in altri settori apparentemente meno dinamici (19 mag) 

La Francia seppellisce la speranza di un’altra Europa - La vittoria di Macron al ballottaggio è praticamente certa: un personaggio del tutto omogeneo all’attuale orientamento politico dell’Unione, che dunque non cambierà. Un esito che probabilmente darà più forza a una delle due tendenze delle sinistre europee, quella che sostiene la necessità di un “Piano B” per sottrarsi alla morsa di regole basate sulla svalutazione del lavoro (26 apr)
Macron vince il primo turno (26 apr) 

"Piigs", quello sulla crisi è un film dell'orrore - Tre registi hanno realizzato un docu-film, alla maniera di Michael Moore, sulle vicende degli ultimi anni. Parlano personaggi autorevoli, da Noam Chomsky a Varoufakis a Paul De Grauwe, che spiegano i motivi delle scelte che hanno inasprito le difficoltà. Fa da contrappunto la storia di una cooperativa che aiuta gli svantaggiati, sull’orlo della chiusura perché gli enti locali non pagano (9 apr) 

La leggenda dei tassi pre-euro - Alcuni economisti hanno affermato che prima della nostra adesione alla moneta unica l'inflazione era alle stelle e gli interessi sul debito a doppia cifra, attribuendo più o meno esplicitamente a quella scelta la loro discesa. Ma sbagliano sui numeri, e non solo: trascurano il fatto che quegli andamenti sono stati uguali dappertutto (30 mar)

Europa, 60 mal portati - Le belle  parole del vertice di Roma non cambiano la realtà di un'Unione fortemente caratterizzata dall'ideologia liberista dove la competitività e il controllo dei prezzi valgono più dell'occupazione e del benessere, in contrasto con lo spirito della nostra Costituzione. Ma buona parte della classe dirigente italiana è in sintonia con questa visione e sembra non capire che farsi governare da altri non è mai un vantaggio. Non si tratta di tornare al nazionalismo, ma al controllo democratico (29 mar)

Anche l'Olanda rottama la Terza via - Débâcle per il "Partito del lavoro" PvdA, che si definisce socialista, che passando dal 24,8 al 6% va ad aggiungersi alla lista delle formazioni in via di estinzione che hanno corrotto il concetto di "sinistra" seguendo le idee di Tony Blair, cioè aderendo al liberismo. Un virus che ha distrutto il socialismo europeo spingendo chi vuole opporsi al potere verso partiti populisti o reazionari (17 mar)

I piani degli eurocrati e il Piano B delle sinistre -
Due ipotesi si starebbero confrontando: entrambe fanno perno sul Fondo "salva-Stati", ma l'una lo vorrebbe solo arcigno controllore dei bilanci, l'altra lo pensa come strumento di stimolo alla crescita, ma neanche questa prefigura un sostanziale cambiamento di rotta dell'Unione. Che è invece ciò che si propongono le sinistre europee con un convegno a Roma sul "Piano B" (10 mar)

I Guelfi, i Ghibellini e le colpe del declino -
Se l'Italia ristagna sullo "zero virgola" l’Europa ha enormi colpe, ma noi ci abbiamo messo del nostro, con le disastrose politiche dei governi da Berlusconi in poi e con gli sprechi di Renzi. E non si vede una classe dirigente capace di prendere in mano la situazione e imprimere la sterzata che sarebbe necessaria (10 mar)

Partito a vocazione subalterna -
Può stupire che gli scissionisti del Pd dichiarino da subito l'intenzione di allearsi col loro ex partito, ma in fondo sono figli della stessa cultura, della quale si propongono al massimo di temperare gli eccessi liberisti. Così, però, l'area di sinistra, che "vale" circa il 10%, risulterà frazionata e quindi non in grado di richiamare chi si è rivolto ad altri partiti o all'astensionismo (25 feb)

Bolognina, Lingotto, Leopolda, capolinea -
Comunque vadano le cose in futuro, il progetto del partito che doveva essere una sintesi tra sinistra storica e cattolicesimo democratico è fallito. Ma prima ancora è fallita la sinistra, che dall'89 ha ripudiato un'ideologia fallimentare ma solo per abbracciare quella - opposta nei valori e nei fini - della cultura dominante. E neanche gli oppositori di Renzi hanno le carte in regola (19 feb) 

I debiti dell'Italia e la svolta di Draghi
- Per il presidente della Bce l'euro non è più irreversibile, e questo è un cambiamento di grande rilievo. Chi esce, però, deve "pagare il conto". A quanto ammonta? Non ai 300 e passa miliardi del saldo Target2, perché lì ci sono anche altre cose. La spesa, comunque, dipenderebbe dalla misura della svalutazione della "neo-lira" (30 gen) 

Gli "stregoni dei numeri" di Bruxelles - La Commissione ci chiede un'ulteriore manovra da 3,4 miliardi, ma la metodologia che usa per i suoi conti, oltre che ideologicamente orientata, è screditata da un suo stesso gruppo di studio e dalla Bce. L'Italia l'ha contestata, ma si pretende di continuare ad applicarla come se niente fosse. La richiesta va respinta, anche se i nostri governi hanno accumulato errori che quattro autorevoli economisti ricapitolano in un documento (20 gen) 

Licenziati per profitto - Una sentenza della Cassazione ribalta i criteri in base ai quali si stabiliva il "giustificato motivo" del licenziamento: non conta se l'azienda è in difficoltà, sulla tutela del posto di lavoro prevale quella della libertà imprenditoriale. Un'interpretazione forzata della Costituzione che risponde ai paradigmi della cultura politico-ideologica dominante (8 gen)

Licenziati per profitto/2 - Gli economisti Nicola Acocella e Riccardo Leoni intervengono per spiegare la genesi della sentenza della Cassazione sui licenziamenti. Genesi che va ricercata nella teoria neoclassica tradotta in interventi legislativi, come quello del governo Monti-Fornero (e il successivo Jobs act). Una strategia che sta mettendo a rischio i sistemi democratici (10 gen) 

Lettera aperta a Pier Luigi Bersani - Pier Luigi Bersani, ex segretario del Pd e autorevole rappresentante della minoranza del partito, ha diffuso un suo intervento dal titolo "Il centrosinistra deve dare vita a una nuova piattaforma politica. La via seguita finora è sbagliata", che conclude auspicando una discussione. Con questa "lettera aperta" - da semplice cittadino - accolgo l'invito (1 gen)


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 2016 Riduci

Blog su Rep.it - Altri miei articoli si possono leggere lì. Qui ci sono i titoli con i link

Altro che il '29/2 - Partono i bastimenti - In un precedente articolo abbiamo visto che la crisi attuale è peggiore di quella del 1929 per vari aspetti. Si avvia a diventarlo anche per quello dell'emigrazione: questa volta non c'è stato un forte picco iniziale come nel secolo scorso, ma allora il saldo scese costantemente, questa volta invece continua a salire e dopo il quinto anno è più negativo che allora (24 dic) 

5Stelle e un mare di problemi - La guida di Roma era un test fondamentale della capacità di governo del Movimento e finora è un flop disastroso: non solo per la sindaco Raggi, ma per tutto il gruppo dirigente arrivato del tutto impreparato a una prova che da tempo sapeva di dover sostenere. Le tre aree problematiche che si dovrebbero affrontare per cercare di recuperare credibilità (18 dic) 

Io sono diverso - Matteo Renzi aveva più volte dichiarato di sua iniziativa e senza che nessuno lo chiedesse - che avrebbe lasciato la politica in caso di vittoria del NO al referendum costituzionale. Invece si è solo dimesso dal governo, incurante dei gravi problemi incombenti, per farne insediare uno da lui controllato e tentare la riscossa da un partito dove la Direzione ha fatto da spettatore muto alle sue decisioni (11 dic) 

La rivincita degli schifati - I votanti sono stati 5 milioni in più che alle europee del 2014, quasi quanto il margine di vantaggio del NO. Chi si asteneva nelle altre elezioni perché non si riconosceva più negli attuali partiti si è rifatto vivo al referendum, e dall'esame incrociato con le dichiarazioni di appartenenza partitica si può dedurre che circa due terzi , 3,3 milioni, sono di sinistra. Sarebbero l'elettorato potenziale di un nuovo partito capace di attrarli (5 dic) 

Un SI a disuguaglianza e liberismo - La riforma costituzionale, oltre ad essere pessima dal punto di vista dei contenuti, ha anche un forte significato politico. Approvarla significa approvare anche la mutazione genetica di quella (ex) sinistra che si è convertita all'ideologia di quelli che una volta erano gli avversari (3 dic)

Chi ha paura del governo tecnico? - L'ipotesi di un governo tecnico in caso di vittoria del NO al referendum viene agitata come uno spauracchio, come se comportasse necessariamente una politica reazionaria. Invece un esecutivo serio non dovrebbe far altro che applicare i suggerimenti dell'Ocse, che di certo rivoluzionaria non è: "Usare il bilancio per stimolare la crescita e ridurre le diseguaglianze", invece di sprecare risorse come ha fatto Renzi (28 nov) 

Il funerale della Costituzione - Ai motivi di rifiuto della riforma ormai noti se ne possono aggiungere due di cui si è meno parlato: il rafforzamento delle Regioni speciali e - soprattutto - l'ulteriore cessione di sovranità che si configura con la costituzionalizzazione della subordinazione delle norme della Carta a quelle del diritto europeo (26 nov) 

Incapaci o criminali: altro che il '29! - Se si guardano i dati di lunghissimo periodo Istat-Bankitalia ci si accorge che questa crisi è enormemente più grave di quella passata alla storia come "Grande". Non dappertutto, però: in Europa peggio che altrove e in Italia peggio che in Europa. Che dipenda dalle politiche non c'è dubbio e ne resta solo uno: incapacità o disegno scellerato? (22 nov) 

La maggioranza silenziosa - "La maggioranza silenziosa sta con noi", ha detto Matteo Renzi. Sarà stato cosciente del fatto che stava utilizzando una definizione che nella politica italiana è un simbolo di una posizione reazionaria? Per chi non la conoscesse, ricordiamo la vicenda del movimento di inizio anni '70. Ma forse l'ha fatto di proposito: il "nuovismo" deve cancellare la memoria (16 nov) 

Trump, la rana e lo scorpione - La vittoria del tycoon è l'ennesimo segnale della protesta contro le classi dirigenti, che in tutti i paesi seguono lo stesso tipo di politiche a causa delle quali continua ad aumentare il numero delle persone in difficoltà. La richiesta è di un cambiamento di rotta - secondo i sondaggi Sanders  avrebbe battuto il repubblicano - ma i politici al potere si guardano bene dal raccoglierla (9 nov) 

Padoan: i tagli di spesa frenano la crescita - Il ministro dell'Economia scopre l'acqua calda: la politica dei tagli di spesa "la stiamo pagando in termini di crescita". Ma non la racconta tutta: perché si è anche speso - anche se non abbastanza - ma in modo sbagliato, riducendo al minimo l'effetto sull'economia  (8 nov) 

Amato l'ordoliberale - Così si è definito durante un dibattito. Una conversione sorprendente per chi ha una storia che viene dal socialismo. L'ordoliberismo, nato in Germania negli anni '30, propugna la concorrenza e la stabilità monetaria come principi prioritari e ha una visione organicistica della società. Nell'attuale costruzione europea c'è la sua impronta nefasta.  L'equivoco di ritenere l'"economia sociale di mercato" simile alla socialdemocrazia (29 ott) 

Italia '90-'95, gli anni della svolta - In quel quinquennio, iniziato con il Trattato di Maastricht, proseguito con la crisi finanziaria e di conseguenza la moderazione salariale, le privatizzazioni, il bilancio pubblico in saldo primario, comincia a cambiare concretamente il modello sociale ed economico costruito nei decenni precedenti (25 ott) 

Parte il big bang delle banche ma la riforma è ancora a metà - Articolo pubblicato su Affari & Finanza del 24 ottobre 2016 sul periodo 1990-95 individuato come quello in cui iniziò la trasformazione del sistema bancario. Il titolo è quello fatto dalla redazione

E Scalfari disse: "Andiamo alla Magliana" - Affari & Finanza compie 30 anni. Un ricordo di quando nacque, con una redazione di tre persone composta da Peppino Turani, da Sandra Carini e da me. Scalfari ci portò a vedere le prime copie uscire dalle rotative. Ci sarei rimasto 14 anni, di grande lavoro ma anche con parecchie soddisfazioni (24 ott) 

Dove vai se un governo serio non ce l'hai? - Si dibatte se agonizzare nell'euro o affrontare un'uscita, secondo alcuni improponibile, ma comunque di certo rischiosa. Ma c'è un problema preliminare: questo governo, pessimo nelle sue politiche, non sarebbe certo in grado di gestire una situazione complessa e la politica economica che servirebbe è estranea ai suoi orizzonti (19 ott) 

Monti: "Governo delle mance, voterò NO" - Le motivazioni del senatore sono soprattutto politiche, contro un governo che "utilizza risorse delle generazioni future per avere più consenso oggi". Sono questi, dice, i veri costi della politica. Invita l'Europa a mantenersi imparziale e non prevede conseguenze disastrose comunque vada il referendum (18 ott) 

Dopo l'euro il diluvio? - Secondo Giorgio Lunghini, autorevole esponente del pensiero economico critico, l'uscita dell'Italia dall'euro la getterebbe in una catastrofe epocale, con un crollo del Pil che in pochi anni raggiungerebbe addirittura l'80%. Gli hanno pacatamente replicato sei economisti, esaminando casi paragonabili in cui nulla del genere è accaduto (3 ott) 

Niente flessibilità? Meglio così - Dopo tanto parlare di tagli alla spesa il ministro Padoan ammette: ci hanno frenato, gli altri sono cresciuti di più perché hanno fatto più deficit. Ma è solo una mezza conversione: si continuerà a dare soldi ai privati - e mance agli elettori - sperando inutilmente che investano. Meglio che non ci diano altri margini, visto che sprechiamo risorse (26 set) 

In minoranza si governa meglio - Come si vede dalle esperienze estere il sistema istituzionale perfetto non esiste. Un buon compromesso fra rappresentanza e governabilità può essere un proporzionale con sbarramento e "sfiducia costruttiva", che permetta governi di minoranza (molto diffusi in Europa) senza pregiudicarne la stabilità (22 set) 

De Cecco e il suo sguardo sul mondo - Il 17 settembre l'Università di Siena ha voluto ricordare Marcello De Cecco, che là aveva insegnato per molti anni, nel giorno della sua nascita. Tra i numerosi interventi di coloro che l'hanno conosciuto e apprezzato, quello del governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, che ha coordinato la sessione "De Cecco e l'euro". Pubblico qui il mio intervento. La giornata si è conclusa con la decisione unanime di istituire un premio intitolato all'economista (18 set) 

Ma cos'è questa crisi - Un libro di Sergio Cesaratto esamina la crisi e i comportamenti dei protagonisti alla luce delle teorie economiche. Dopo averlo letto si avrà un'idea più chiara del quadro concettuale che sta dietro la costruzione europea e le dichiarazioni dei politici e dei loro consiglieri economici potranno essere interpretate in base alla conoscenza delle teorie di riferimento (11 set)   

Lo Stato abbattuto dai “volontari” - La grande mobilitazione seguita al terremoto ha stimolato riflessioni sul ruolo del volontariato. Ma spesso questa definizione si usa per indicare tutto il Terzo settore, che comprende strutture assai diverse. Che, specie dopo una recente legge delega in materia, sono oggettivamente un mezzo usato per privatizzare il welfare, introdurre il profitto nella gestione dei servizi essenziali e ampliare un segmento del mercato del lavoro precario e malpagato (30 ago) 

Brexit, crollo di zero-virgola. Fmi: Stati, spendete - Dopo aver pronosticato catastrofi prima del referendum il Fondo aggiorna le previsioni: -0,1% il Pil mondiale, un po' peggio il Regno Unito che resta però tra i migliori del G7 per crescita. Molto meglio dell'Italia, che agli errori europei ha aggiunto i suoi. Al G20 il Fondo consiglia investimenti pubblici, quelli che il nostro governo non ha fatto scegliendo di distribuire mance (26 lug) 

Il cavallo di Troia del Ttip - Sta per essere approvato un altro accordo simile a quello Usa-Ue, il Ceta, con il Canada. Grazie ad esso 42.000 aziende americane con filiali canadesi potranno citare per danni lo Stato nei famigerati "tribunali privati". Non solo: una mossa dell'Italia impedirà che il trattato passi per l'approvazione dei Parlamenti nazionali (3 lug)  

La scusa del Brexit e il terrorismo con le previsioni - C'è un salto di qualità nell'uso politico delle previsioni. Prima del referendum britannico c'è stata una gara nell'ipotizzare, in caso di vittoria del "Leave", catastrofi sistemiche di cui oggi non si vede traccia. Ora si imputano al Brexit gli errori da eccesso di ottimismo e Confindustria pronostica disastri se non passerà la riforma istituzionale (1 lug)

I killer della Terza via - I deputati laburisti che hanno votato a stragrande maggioranza la sfiducia a Corbyn sono ancora quelli selezionati da Blair nel quindicennio in cui ha dominato il partito. Sono stati sconfitti nell'elezione del segretario da una base che non vuole più una linea politica neoliberista, ma continuano a tentare di rovesciare il risultato di quel voto (29 giu) 

Brexit, ma quali giovani e quali laburisti... - I blairiani del Labour tentano l'affondo contro Corbyn affermando che i loro elettori non hanno seguito le indicazioni del partito, ma secondo YouGov ben il 68% l'ha fatto. E il proclamato europeismo dei giovani si scontra con un'indagine Sky Data: solo poco più di un terzo tra 18 e 24 anni ha votato (26 giu) 

Gli apprendisti stregoni dell'austerità - La vittoria di Brexit c'entra poco con l'Europa e molto con le politiche uguali in tutti i paesi, o per convinzione o per costrizione, che stanno provocando dovunque un rigetto verso chi governa. Se le élites al potere si arrenderanno all'evidenza l'uscita dell'Uk e le sue conseguenze potrebbero essere l'occasione per rivedere radicalmente il progetto europeo, ma questo non è affatto scontato (24 giu)

Inglesi, fateci un regalo: uscite - Dopo una campagna piena di esagerazioni da una parte e dall'altra il folle assassinio di Jo Cox sembra favorire il "Remain". Ma dal punto di vista europeo il Brexit sarebbe da preferire sia per chi punta a una maggiore integrazione sia per chi è convinto che questa Europa sia irriformabile e che uno shock potrebbe anticipare la sua disgregazione, inevitabile per ripartire su basi diverse (22 giu)

La trappola che Renzi si è costruito - La riforma elettorale e quella costituzionale sono state costruite sulla base di una lettura politica contingente, ossia il trionfo alle europee, sottovalutando il fatto che puntare sulla polarizzazione avrebbe voluto dire avere contro tutti quelli che, con orientamenti diversi, sono insoddisfatti dell'attuale politica. Ciò che si è visto alle amministrative di Torino potrebbe ripetersi per il referendum o per un futuro ballottaggio alle politiche (20 giu)

Marc Lazar, intellettuali che sbagliano - Lo storico e politologo francese parla di "tre sinistre" in Europa, una delle quali sarebbe quella che da Tony Blair arriva a Renzi e Valls: che però hanno abbracciato completamente il liberismo, e dunque non si possono più definire "sinistra". Così come non si può dire che l'altra componente persegue " la grande alternativa al capitalismo" (18 giu)

Volete le Olimpiadi? Pagatevele! - I cori sempre pronti a levarsi per criticare l'intervento dello Stato sono invece del tutto ammutoliti per la candidatura di Roma alle Olimpiadi, che comporterebbe un esborso di soldi pubblici difficile da prevedere. Sarà perché pagherebbero i contribuenti, ma qualcuno ci guadagnerebbe e anche bene? Se i privati sostengono che i Giochi sono un affare, i soldi ce li mettano loro (15 giu) 

La sinistra alla traversata del deserto - Dopo il primo turno delle amministrative nessuno può cantare vittoria. Dai ballottaggi si potrà ricavare qualche indicazione di politica generale sul destino di Renzi in attesa della prova decisiva del referendum. Più di tutti però ha perso la sinistra, che ha davanti una lunga marcia: ma se non scioglierà alcuni nodi non arriverà da nessuna parte (14 giu) 

Nel Sud salari troppo alti? Come no... - Uno studio di Andrea Ichino, Tito Boeri e Enrico Moretti sostiene che i salari minimi fissati nei contratti nazionali avvantaggiano gli occupati del sud e impediscono lo sviluppo dell'area. Ma, a parte vari problemi metodologici, un'indagine Bankitalia mostra che nel settore privato meridionale già ora si guadagna molto meno che al Centro-Nord. L'obiettivo della ricerca appare dunque più politico che scientifico (7 giu) 

Hillary come Dorando Pietri? - Anche l'ex consigliere politico di Bil Clinton, D. Schoen, scrive sul Wall Street Journal che la nomination democratica non è scontata: ai successi di Sanders e ai sondaggi incerti si aggiungono possibili guai legali per la senatrice. Schoen ipotizza che emerga un altro nome, John Kerry o più probabilmente Joe Biden (2 giu) 

Bankitalia, l'Ignazio (timidamente) furioso - Mai finora nelle Considerazioni di un governatore di Bankitalia si erano viste così tante e specifiche critiche alla politica europea. O meglio, a come la condizionano la Germania e i suoi alleati, perché anche Visco e chi come lui  è omogeneo all'orientamento di fondo ha capito che l'egoismo di Berlino sta distruggendo l'Unione (1 giu) 

Usa, per il 90% reddito fermo da 40 anni - Il successo di candidati outsider rispetto ai partiti tradizionali, come Trump e Sanders, esprime la richiesta di cambiare la politica dominante fin dagli anni '80 che ha esasperato le disuguaglianze. In Europa accade la stessa cosa, con la progressiva scomparsa dei partiti che hanno abbandonato le idee socialdemocratiche e l'emergere di nuovi soggetti politici di vari orientamenti ma che comunque si dichiarano alternativi (26 mag)

Pannella, radicale nel bene e nel male - Liberista in economia e fautore dello Stato minimo, pronto ad allearsi anche con Berlusconi pur di realizzare i suoi progetti, ha avuto il grande merito di imporre le lotte per i diritti civili che la sinistra ignorava. Una personalità d'eccezione tra battaglie sacrosante e altre discutibili (21 mag)

Calenda: "Non rischiamo che decidano i Parlamenti" - Secondo il ministro nell'approvazione del Ttip dovrebbe avere un ruolo solo il Parlamento europeo che però, come è noto, ha poteri ridottissimi. Intanto il politologo Colin Crouch si unisce alle pesanti critiche di Stiglitz: : "Il Ttip trasferisce il potere alle multinazionali e svuota le democrazie" (14 mag)

Trattato Truffaldino da Imporre ai Popoli - Sarebbe questa una traduzione più appropriata della sigla Ttip, un trattato che non serve alla crescita - anzi, secondo uno studio con il modello Onu danneggerebbe l'Europa - privatizzerebbe i servizi pubblici, metterebbe a rischio le norme a tutela della salute e del lavoro e soprattutto esproprierebbe i governi democratici della possibilità di decidere su quasi tutto (13 mag)

La malafede del banchiere anti-euro - Il presidente della Bundesbank Jens Weidmann ripete che la crisi in Europa è stata "in gran parte una crisi di fiducia nella solidità delle finanze pubbliche", una tesi che nessuno si azzarda più a sostenere. E' una volontaria deformazione della realtà che fa strame della sua credibilità, perciò i suoi scopi bisogna dedurli da quello che fa e non da quello che dice (27 apr)

Moneta dall'elicottero? Parliamo del pilota -
Anche gli economisti mainstream ammettono ormai che senza stimoli fiscali l'economia non riparte e invocano il finanziamento con moneta, ma insistono ad assegnarne la gestione ai tecnici , perché vogliono che la politica economica sia sottratta al meccanismo democratico. In ogni caso anche questa idea sarà bloccata dai tedeschi, a cui dell'Europa importa poco (21 apr)

Trivelle, i motivi per scegliere - Qualunque sia l'esito del referendum l'impatto sarà modesto. Ma, specie dopo un decreto come lo "Sblocca Italia", è importante dare un forte segnale che lo sviluppo è sì auspicabile, ma non a qualsiasi costo sull'ambiente e sulla salute (15 apr)

Gli economisti della mezza stagione -
I luoghi comuni sono concetti diffusi e familiari che però non hanno riscontro nella realtà. Nel discorso economico ce ne sono molti e contribuiscono al proseguimento di politiche sbagliate. Un libro a cura di Amedeo Di Maio e Ugo Marani si propone di smontare i più diffusi (13 apr)

"Via dall'Ue per salvare il sistema sanitario" -
David Owen, socialdemocratico moderato ed europeista pentito, invita a votare Brexit: o a causa del Ttip o di norme europee sempre più intrusive, dice, sarà inevitabile che parti del National Health Service vengano privatizzate e nemmeno i futuri governi potrebbero tornare indietro. Per l'uscita anche la ministra Patel (7 apr)

Panama papers, Sanders l'aveva detto nel 2011 -
Quando fu messo in votazione un accordo Usa-Panama a opporsi duramente fu un semisconosciuto senatore del Vermont, denunciando che serviva solo a facilitare l'evasione. Questi paradisi resistono perché coloro che dovrebbero combatterli ci tengono i loro soldi.  In UK Labour all'attacco per il padre di Cameron nella lista (6 apr)

Fazio: "Aveva ragione Varoufakis" -
In due lunghi articoli l'ex governatore, dopo un excursus storico e alcuni retroscena sulla fase di preparazione dell'euro, esprime un pesante giudizio negativo sulle attuali politiche europee e conclude che si sarebbe dovuto ascoltare l'ex ministro greco (24 mar)

Economist e Fortune: salari troppo bassi
- Il settimanale britannico osserva che la produttività è in calo da 40 anni in tutto il mondo e dopo aver scartato varie ipotesi si chiede "se il legame tra bassa produttività e bassi salari non funzioni in entrambi i sensi". La rivista Usa racconta di McDonald's che dopo aver concesso aumenti ha invertito il trend negativo delle vendite (22 mar)

Il governo che cambia l'Italia -
Un tassello dopo l'altro, i provvedimenti del governo perseguono un indirizzo preciso: quello dello "Stato minimo", con la graduale cessione ai privati di tutti i servizi e le funzioni una volta svolte dal settore pubblico, mentre si accentua lo spostamento dei rapporti di forza dai lavoratori alle imprese e si riducono le tutele (19 mar)

Draghi e la sfida alla Bundesbank -
Nonostante lo sbarramento tedesco preventivo la Bce ha varato misure superiori alle aspettative. In Germania ora si riaprirà lo scontro fra Merkel e gli anti-euro: se questi ultimi riuscissero a prevalere potrebbe essere la fine della moneta unica e forse nel modo per noi meno peggiore. Ma - se ancora non c'è - urge preparare il "Piano B" (10 mar)

Addio a De Cecco, un'altra voce che ci mancherà -
E' stato uno dei migliori economisti del secolo. Un ricordo di quando cominciò a collaborare con Affari & Finanza: in occasione del referendum francese su Maastricht gli chiedemmo di immaginare che sarebbe accaduto se avessero vinto i "no". Riproponiamo il link a quell'articolo (3 mar)

Flessibilità per cosa? -
Il governo sta pensando a una nuova riduzione del cuneo fiscale, una scelta che si inserirebbe in una logica di politica economica sbagliata da vari punti di vista. Non è puntando sulla riduzione del costo del lavoro, sulla distribuzione di pochi soldi che dovrebbero alimentare i consumi e sulle scarse e mal impiegate risorse concesse dalle regole europee che si supera la stagnazione (1 mar)

Debito italiano a rischio, anzi il più sostenibile -
Tre valutazioni della nostra situazione danno risultati diversi e per qualche aspetto opposti. Come mai? dipende dalle scelte metodologiche di chi stila queste classifiche, che non servono a prevedere ma a orientare e sono, a ben vedere, la continuazione della politica con altri mezzi (28 feb)

Verso il tuffo nell'abisso
- Dalle notizie e indiscrezioni ancora frammentarie sugli sviluppi della situazione europea sembra emergere che abbiamo già accettato il principio secondo cui le banche dovranno valutare i titoli pubblici in portafoglio in base a un coefficiente di rischio: chiediamo solo un "giudice" meno severo. Il "saggio" tedesco dissidente Bofinger: "Fossi italiano, in quel caso tornerei in fretta alla valuta nazionale" (17 feb)

L'Italia sull'orlo dell'abisso
- Le proposte tedesche si trasformano praticamente sempre in regole europee. Le due che sono state ora avanzate accelererebbero la nostra fine come paese avanzato, e Renzi e Padoan forse se ne sono finalmente accorti. Da questa trappola sembra esserci una sola possibile via d'uscita (14 feb)

Chi cospira per la bassa inflazione - Draghi ha parlato di "forze nell'economia globale che cospirano", ma probabilmente intendeva riferirsi a tendenze che convergono in senso deflazionistico. Altrimenti avrebbe dovuti indicarne i nomi: primi tra questi avrebbero dovuto essere i suoi ospiti, i tedeschi, ma poi anche egli stesso (5 feb)

Banche, siamo sicuri che "grande è bello"? - La parola d'ordine è "aggregare" e nessuno solleva dubbi che sia la strada giusta. Eppure i colossi della finanza hanno dato pessime prove. Il fatto è che si è dimenticato quale sia il compito essenziale di un sistema creditizio. E si ignora una cosa ancora più importante: i giganti (nel credito e non) stanno uccidendo la democrazia (30 gen)

Altro che le statue, si copre la realtà - Si fanno polemiche su problemi inesistenti, come i nudi coperti per la visita di Rouhani, mentre la Commissione europea ci bombarda con i suoi divieti, le sue imposizioni e messaggi trasversali pericolosissimi come quello sulla sostenibilità del nostro debito, continuando a perseguire la sua politica sciagurata (27 gen)

Morire per Bruxelles - Se le nostre banche, rimaste indenni allo scoppio della crisi, sono ora in difficoltà lo si deve alle politiche europee e ai nostri governi acquiescenti che hanno prolungato e aggravato la recessione: di qui l'impennata delle sofferenze. E ora le regole europee vorrebbero affossarci definitivamente (21 gen)

Pensioni, le riforme che Boeri non propone - Da 25 anni si continuano a fare interventi e aggiustamenti, e altri sono in programma, ma nessuno sembra ricordarsi di un aspetto fondamentale per un sistema a ripartizione, finora disatteso: tutti dovrebbero essere assicurati presso un unico istituto e con le stesse norme. Invece sopravvivono sistemi di categoria che quando andranno in deficit ne scaricheranno il peso sulla collettività (13 gen)

Ti insegno l'ignoranza
- In un libro di testo di storia per la terza media ci sono in un solo paragrafo superficialità, falsità, errori e giudizi demenziali. Pare che sia molto diffuso, e non stupisce: lo pubblica Mondadori, il maggiore editore italiano, per cui l'autrice ne ha scritti altri 31. Se roba del genere può circolare nella scuola dell'obbligo, decisamente c'è un grosso problema (9 gen)

Come sa di Sala la sinistra altrui - Il candidato sindaco di Milano si definisce " della sinistra progressista". Cioè di quella sinistra di cui la destra ha rubato l'etichetta, evidentemente ambita nonostante le infinite affermazioni che non avrebbe più significato. Non riconoscerla per quel che è significa lavorare per la prossima vittoria delle forze populiste (4 gen)

Obbligazioni, la truffa legale - Le banche le collocano a 100, ma appena vanno in quotazione il prezzo fa un tonfo del 4-5%, in alcuni casi perfino del 10. C'è una spiegazione per questo meccanismo, che pur non infrangendo alcuna norma è un modo di spennare i risparmiatori che le autorità di controllo dovrebbero far cessare (2 gen)


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 2015 Riduci

Lavoro, cresciuto solo un Pil - Il governo continua a vantare gli effetti sull'occupazione dei suoi provvedimenti, ma da un'analisi dei dati diffusi dall'Istat non emergono effetti di rilievo non solo dal Jobs act, ma nemmeno dai cospicui sgravi fiscali, e il limitato aumento dei posti di lavoro va probabilmente attribuito solo al ritorno alla crescita dell'economia (23 dic)

Una follia in mille commi - Tanti ne conta la Legge di stabilità, che dovrebbe disegnare la politica del paese e invece affastella misure di dettaglio per far contenti questi o quelli. Se gli spazi di bilancio, già del tutto insufficienti, vengono usati così, vien da dire che ha ragione Schäuble e che dal declino non usciremo mai (20 dic)

Bankitalia ammette: dei risparmiatori ce ne infischiavamo - "Da qualche anno abbiamo capito che oltre a vigilare sulla solidità delle banche era bene che ci occupassimo anche dei loro comportamenti verso i clienti", ha detto in tv il direttore generale Salvatore Rossi. Un'ammissione che la banca centrale non ha mai fatto nulla per invitare le banche alla correttezza, nonostante le carenze della Consob cui spetta istituzionalmente quel compito (13 dic)

Gli imbrogli delle banche e chi li permette - Non ci sono solo i comportamenti illegali, ma una diffusissima prassi di gravi scorrettezze a danno dei clienti che tendono ancora a vedere la banca come un servizio pubblico e quindi si fidano: sbagliando, perché le aziende di credito sfruttano fino in fondo le asimmetrie informative e la scarsa cultura finanziaria. Il tutto nell'assenza degli organismi di vigilanza (12 dic)

Quantitative easing, a che serve e a che non serve - La reazione delusa dei mercati all'annuncio delle nuove misure della Bce è la miglior prova  di quali effetti abbia il QE, sul cambio e sui tassi. Per la crescita ci vuole altro, e su questo "altro" le ricette divergono, anche perché la priorità della tecnocrazia europea non è uscire dalla crisi, ma realizzare un determinato modello di società (4 dic)

Se otto ore vi sembran vecchie - Secondo il ministro Giuliano Poletti l'orario di lavoro è ormai "un attrezzo vecchio" e la retribuzione va definita anche misurando "l'apporto dell'opera". Ma in molti impieghi l'orario già oggi ha solo un valore formale, quindi il riferimento dev'essere a quelli dove non è così, ossia la gran massa dei subordinati. Un'ipotesi che riporta al cottimo e alla contrattazione individuale (30 nov)

In Portogallo vince la democrazia (per ora) - Dopo le consultazioni con "parti sociali, istituzioni e personalità della società civile" il presidente Cavaco Silva ha dovuto cedere e ha dato l'incarico per il nuovo governo al socialista Costa, che avrà la maggioranza grazie all'appoggio degli altri due partiti di sinistra per un programma anti-austerità. Tra poco sapremo se ci sarà un bis del caso greco (25 nov)

Contro l'Isis ci affidiamo a Stranamore - Dopo un enorme cumulo di errori e ipocrisie la soluzione dei paesi "avanzati" e democratici è quella di buttare le bombe. Magari ormai un po' ce ne vogliono, ma si sa che non risolvono nulla. Nell'intreccio di problemi economici e geopolitici quello che conta è soprattutto una cosa: la guerra è uno dei business più appetitosi (19 nov)

Manovra, la finta espansione - Inutile guardare a misure inattendibili come il "saldo strutturale": quello che conta è il saldo primario, che resta positivo e anzi aumenta. Ma è tutta la logica della manovra, e non singole misure, che andrebbe combattuta, perché è tutta interna all'ideologia che ha inasprito e allungato la crisi (12 nov)

Guardo a sinistra e vedo triplo - C'è la sinistra ancora nel Pd, che non vuole accettare che quel partito è ormai perso a una prospettiva progressista. E poi ci sono la neonata Sinistra italiana e Possibile, che costituiscono gruppi parlamentari separati. Eppure i motivi di dissenso non sembrano determinanti. Ricomporli sarà la prima prova che si fa sul serio (8 nov)

Adesso pagano per prestarci i soldi - Prima i Ctz, poi i Bot semestrali sono stati acquistati con rendimenti negativi. Siamo diventati una "cassaforte" come la Germania e la Svizzera, dove si paga per tenere i soldi al sicuro? Purtroppo la spiegazione non è questa, ha a che fare con le aspettative di mercato. Ma è comunque un bel regalo che ci farà risparmiare parecchio (28 ott)

In Portogallo conta più la Troika che gli elettori - Dalle recenti elezioni è uscita una maggioranza di sinistra guidata dal Partito socialista, ma il presidente Cavaco Silva ha rifiutato di conferirle l'incarico per il governo "per non dare segnali sbagliati alle istituzioni finanziarie e ai mercati" e tenta di far costituire un esecutivo di minoranza al conservatore Passos Coelho (25 ott)

La Germania, Sansone e i Filistei - Secondo l'economista Daniel Gros l'egemonia tedesca sull'Europa sta per finire e questo porterà al lassismo e al blocco delle riforme strutturali, spingendo Berlino a uscire dall'euro. Lui si preoccupa per quella che potrebbe essere la soluzione di molti guai invece di interrogarsi sui crescenti problemi economici e sociali dell'Unione. Ma il problema vero è che probabilmente il gigante europeo trascinerà tutti nella stagnazione (23 ott)

La politica che aiuta i ricchi - Tre semplici grafici sugli andamenti della diseguaglianza, del numero dei ricchi e di quello del poveri nell'ultimo mezzo secolo mettono in evidenza gli effetti delle politiche che si sono diffuse in tutto il mondo dopo la svolta neo-conservatrice dell'inizio degli anni '80. In Italia la svolta avvenne con la crisi del '92 (7ott)

Lasciateci almeno la salute - Il governo vuole tagliare 7 miliardi di spesa sanitaria entro il 2017: ma è già piuttosto bassa nei confronti Ocse e Ue e dal 2010 è scesa in termini reali, mentre aumentava nel resto del mondo. Se poi i criteri sono quelli delle recenti norme sulle analisi, stiamo freschi... (25 sett)

Otto referendum e un paradosso - Tra una decina di giorni la scadenza per la raccolta delle firme. Sono tutti temi che riguardano battaglie della sinistra, ma pochi si sono mobilitati. Un pessimo auspicio per la prospettiva di un nuovo soggetto politico in grado di raccogliere tutta l'area progressista (18 sett)

Labour, addio alla truffa della Terza via - L'elezione a segretario di Jeremy Corbyn mostra che la base e i quadri del partito hanno scelto con decisione di abbandonare il blairismo, che altro non è stato che una resa all'ideologia dominante neoliberista. Lo stesso avrebbero fatto poi gli altri partiti socialisti europei. Un suicidio del Labour, come sostengono tanti opinion maker? Ma no, il suicidio era stato quello di Blair (16 sett)

L'Onu vota: salvare la democrazia dai creditori - All'Assemblea generale una risoluzione promossa dall'Argentina e sostenuta da 134 paesi che chiede di stabilire un metodo riconosciuto legalmente per la ristrutturazione dei debiti sovrani, per non lasciare gli Stati ai ricatti dei mercati. Appello all'Europa di Piketty, Mazzucato, Galbraith, Varoufakis (9 set)

L'Europa perde il Pil ma non il vizio - Gli ultimi dati sulla crescita, sia un Italia che nell'Eurozona, hanno deluso e dopo la svalutazione dello yuan da parte della Cina le prospettive peggiorano. Ma i governi europei continuano pervicacemente a perseguire il loro "modello di sottosviluppo" (16 ago)

Più soldi all'Europa del ricatto - Wolfgang Schäuble, secondo Der Spiegel, proporrà che gli Stati trasferiscano nuove risorse per dare maggiori possibilità di intervento al bilancio dell'Eurozona. Ma chi dovrebbe gestirle? Un "nuovo alto dirigente". Cioè un altro personaggio che di fatto eseguirà ciò che decidono i tedeschi, come tutte le altre cariche europee, rafforzando il sistema "soldi in cambio di riforme" (quelle che vogliono loro) (26 lug)

Bernanke le canta alla Germania (e all'Europa)
(18 lug)

Italia e Grecia, stessa Europa stessa disgrazia - Le proposte di Fassina, Brunetta e Piga per uscire dalla trappola in cui ci hanno rinchiuso le regole europee e una Germania implacabile solo quando riguardano gli altri. Ma dal dibattito l'unica certezza che emerge è che dovremo soffrire ancora molto (17 lug)

La Versailles della Grecia - I paesi del Nord Europa, con alla testa una Germania senza pietà né memoria, hanno imposto a Tsipras condizioni simili a quelle di un paese sconfitto in guerra. Difficile prevedere le conseguenze: la sola cosa che appare probabile è che un'Europa di questo genere è destinata alla disgregazione (13 lug)

Bce alla prova di indipendenza
(6 lug)

Ma quest'isola c'è o non c'è? - A Roma in un teatro Palladium strapieno i fuoriusciti dal Pd insieme con altri rappresentanti di gruppi di sinistra e di organizzazioni della società civile hanno annunciato l'intenzione di dar vita a un nuovo partito. Ma riusciranno ad evitare i personalismi che hanno affossato molti tentativi del genere in passato? (4 lug)

Maledetto lavoro - Anche stavolta i dati sull'occupazione hanno riacceso il dibattito tra "governativi" che cantano le lodi dei provvedimenti sul lavoro e chi invece invita alla cautela. Ma i nuovi posti sono merito del Jobs act? In realtà c'entra poco o nulla (6 giu)

Cameron rottama Bismarck, pensione fai-da-te - Il leader inglese, dando la possibilità di riscuotere  in contanti a 55 anni i soldi accumulati per la pensione, rovescia definitivamente i principi che hanno ispirato la costruzione della previdenza pubblica fin dai tempi del cancelliere Bismarck. Ma la City sarà di certo soddisfatta (9 apr)

Lavoro e salari, il già noto ignorato - Puntuali anche quest'anno i dati Eurostat ripetono che il nostro costo del lavoro è tra i più bassi dei paesi comparabili, nonostante che il cuneo fiscale sia tra i più alti. Se dunque dobbiamo essere più competitivi non ha senso insistere su quel fattore o sulle regole: la produttività si aumenta con gli investimenti. Intanto i dati Istat hanno sgonfiato i trionfalismi sull'occupazione (31 mar)

Landini spiegato da se medesimo
- Ridda di interpretazioni e di critiche sull’iniziativa del segretario della Fiom, molte delle quali distorsive. La strategia che ha enunciato è di portare il sindacato a rappresentare tutti i lavoratori, anche gli atipici e i precari, e di combattere per difendere i loro diritti anche attraverso una mobilitazione della società civile che prema sui partiti, come avvenne per il divorzio o il referendum sull’acqua (16 mar)

Buoni-scuola, tre motivi per dire no - Non solo la qualità delle scuole private è inferiore, non solo sottraendo altre risorse all'istruzione pubblica, dove già spendiamo meno di tutta Europa, la si condanna al degrado e a diventare un "servizio per poveri". Soprattutto, un incentivo alle scuole "identitarie" distruggerebbe il più potente strumento di integrazione per la nostra società ormai multiculturale e multireligiosa (4 mar)

La Grecia, le riforme e il giallo della tabella
- Pubblicata e poi scomparsa dal rapporto Ocse Going for growth una tabella da cui risulta che Atene ha fatto più riforme di tutti. Era “inopportuna” nella fase decisiva della trattiva europea? Un altro grafico mostra gli enormi tagli alla spesa greca e il diverso trattamento riservato alla Spagna, a conferma del carattere politico della linea imposta dai tedeschi (20 feb)

Il decisionismo e il mestiere del presidente
- Sergio Mattarella è salito al Colle accompagnato dalle aspettative di quel po' di sinistra rimasta in Italia. Per non deluderle dovrà quanto meno ripristinare prassi corrette, impedendo l’abuso dei decreti legge e non impartendo ordini al Parlamento. E sorvegliando le “manine” che inseriscono nei provvedimenti norme a sorpresa (5 feb)

L’invasione di campo della Bce - La decisione di non accettare più i titoli greci a garanzia dei prestiti è un pesante condizionamento della trattativa fra Atene e l’Europa. Gli altri governi potevano cogliere l’occasione per mettere in discussione la linea politica disastrosa imposta finora dai tedeschi, ma in poche ore l’illusione è tramontata (5 feb)


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 2014 Riduci

Blog su Rep.it - Altri miei articoli si possono leggere lì. Qui ci sono i titoli con i link

Pic - Ogni tanto quello che leggo mi stimola una battuta o una punzecchiata. Quando me ne ricordo li metto in questa pagina

Il tedesco che incarna l’Europa egoista - Hans-Werner Sinn, uno degli economisti tedeschi più importanti, in una polemica con Francesco Saraceno dice di sostenere che per superare la crisi occorre più inflazione nel suo paese, ma poi nei suoi scritti spiega che la Germania non è disposta ad accettarla. E si lamenta persino dei tassi Bce “troppo bassi” che danneggerebbero i suoi concittadini (19 dic)

L’ultima speranza contro la crisi infinita - Dopo che l’Italia ha contestato il metodo di calcolo degli obiettivi di bilancio – obiezione che la Commissione ha subito respinto – molti paesi hanno mostrato interesse per il problema, secondo quanto ha dichiarato il ministro Padoan. Un problema che lo stesso Draghi ha ripetutamente sollevato. Forse questa è l’unica via possibile contro il disastroso eccesso di austerità che sta uccidendo l’economia (6 dic)

Art. 18, quanto costa un diritto - Due diversi esercizi matematico-statistici che utilizzano i dati fornitimi da InfoCamere confermano che l’eventuale effetto sulla dimensione delle imprese della norma sui licenziamenti è trascurabile. Una riprova che il problema non è economico, ma politico (30 ott)

Art. 18, se manca una buona ragione si inventa - Un dato molto citato ma di cui è difficile trovare aggiornamenti è quello sulla mancanza di discontinuità nel numero di imprese a cavallo della soglia dei 15 dipendenti, che testimonia la non influenza della norma. I dati al giugno 2014 confermano questa tesi (26 ott)

Riforme del lavoro tutte sbagliate: lo dice uno studio del Tesoro - Un paper pubblicato dal ministero dell’Economia esamina il mercato del lavoro dal ’97 (“Pacchetto Treu”) alla legge Fornero, per valutare gli esiti dei cambiamenti. Conclusione: “La dinamica occupazionale è peggiorata, la flessibilità è una trappola” (6 ott)

Pil a picco, fare più deficit o morire - Non basta nemmeno il 3%: finché il saldo primario continua a sottrarre risorse a un’economia agonizzante la ripresa non arriverà mai. L’Italia va peggio di tutti in Europa: è vero, ma è anche quella che ha il maggiore surplus dei conti pubblici. Dovremmo ignirare gli stupidi parametri di Bruxelles e battere i pugni perché la Germania riduca il suo surplus della bilancia (1 ott)

Renzi come Thatcher? Ma no, come Rajoy - Susanna Camusso lo ha paragonato alla “Lady di ferro”, ma quello che il presidente del Consiglio sta cercando di imitare è il leader spagnolo, che con la sua feroce riforma del lavoro ha tacitamente ottenuto di poter sforare clamorosamente il deficit e dunque sostenere la crescita (altro che riforme!) (22 set)

Euro o no: non è questo il punto - Entrambe le posizioni hanno dalla loro argomenti forti. Ma tornare alla lira, anche ipotizzando che non provochi disastri, non risolverebbe nulla senza un cambiamento della politica economica, così come la moneta unica non sarebbe più un problema se l’Europa cambiasse linea. E’ allora quello l’obiettivo su cui concentrare gli sforzi (10 ago)

McKinsey ministero ombra - Il commissario Cottarelli non è il solo ad essere a disagio: nelle questioni legate alla pubblica amministrazione si sta diffondendo in modo pervasivo la presenza della società di consulenza, da cui proviene il più ascoltato consigliere di Renzi, Yoram Gutgeld. A ciò ora si aggiunge la squadra di economisti di supporto a Palazzo Chigi, in prevalenza di orientamento liberista (31 lug)

Sbagliano la World cup, figuriamoci l’economia - La Goldman Sachs e anche due economisti italiani si sono cimentati nelle previsioni sui mondiali di calcio, utilizzando i sofisticati armamentari informatici e matematico-statistici che si usano nelle analisi economiche. Risultato: fiaschi clamorosi. Ma c’è poco da ridere, perché è con quelle metodologie che condizionano le nostre vite (24 lug)

Se Renzi ascoltasse i gufi - Mentre si procede con riforme che stravolgeranno il nostro assetto istituzionale, la situazione del paese non potrebbe essere più allarmante, ma chi lo afferma viene tacciato di essere un “gufo”. La crescita prevista è già azzerata e non arriverà con queste politiche. Non resta che un’alternativa (18 lug)

Altro che ripresa, Pil a zero anche quest’anno - Le prime previsioni dopo il pessimo dato della produzione industriale a maggio, quelle di Ref, annullano anche i decimali di ripresa. Gli indicatori delle aspettative sono positivi da un anno, ma anche l’ottimismo può poco se mancano le condizioni materiali e il consolidamento di bilancio continua a sottrarre risorse all’economia mentre servirebbe il contrario (16 lug)

Lo shock sciocco di Alfano - Le ricette che propone mirano a favorire la sua potenziale base elettorale e non c’entrano nulla con il rilancio dell’economia, che può arrivare solo se si smetterà di alzare polveroni parlando di crescita ma senza cambiare la politiche di bilancio restrittive. E non basterà certo uno 0,2% di Pil di “flessibilità” (14 lug)

L’arroganza del banchiere anti-euro - Ogni tanto Renzi ne fa una giusta: per la prima volta un premier italiano reagisce alle dichiarazioni derisorie verso l’Italia di un tecnocrate. Anzi, avrebbe dovuto farlo in modo più formale. Il presidente della Bundesbank oltretutto è un anti-europeista e la Merkel lo usa come spauracchio. La partita vera però è su chi sarà il Commissario agli Affari economici: su quello, più che sulla nomina della Mogherini, si dovrebbe riuscire a incidere (4 lug)

Il rischio del "welfare per i poveri" - Sembra deciso che dal prossimo anno i ticket sanitari saranno proporzionati al reddito. Sembra una misura “di sinistra”, ma il rischio è che il nostro sistema di welfare si avvicini sempre più al modello anglosassone, che si occupa solo dei meno abbienti. Così chi non ne usufruisce finisce per percepirlo come un peso e aumentano le pressioni per ridurlo sempre più. Il punto d’arrivo è la privatizzazione quasi completa (21 giu)

Tecnocrati fuori dal coro - Dure critiche alla politica europea dal commissario all’Occupazione Andor: “O rinunciamo al dogma “nessun trasferimento fiscale tra Stati dell’Unione”, o rinunciamo al Modello sociale europeo”. Un anno fa critiche non meno pesanti erano venute dal vice presidente della Bce Constancio (15 giu)

L’uomo di marmo che ci dà la pagella - Colloquio con Marco Buti, che guida la Direzione generale Affari economici della Commissione Ue che sta per rendere noto il nuovo giudizio sull’Italia. Nessun dubbio da parte sua sulla validità della metodologia con cui si esaminano i nostri conti pubblici, e per la disoccupazione una sola ricetta: riforma del mercato del lavoro (1 giu)

Visco, una svolta a metà - Per la prima volta nelle Considerazioni si mette l’accento sulla necessità di un rilancio della domanda interna e si parla dei costi delle politiche restrittive, ma si dice anche che si deve perseguire l’equilibrio del bilancio pubblico. Il deus ex machina sembra dover essere un miglioramento delle aspettative che faccia ripartire gli investimenti (30 mag)

Se Renzi mira in alto - Il trionfo ottenuto alle elezioni, che non ha uguali in Europa oltre che nella nostra storia, dovrebbe essere speso per riguadagnare all’Italia un ruolo da tempo scaduto nell’irrilevanza, tanto più che il disastro subito da Hollande priva la Merkel del tradizionale interlocutore privilegiato. L’obiettivo strategico è cambiare la logica dei trattati, basati su teorie economiche smentite dalla storia (27 mag)

Le elezioni e il tavolo della Merkel - I paesi indicati a modello per le riforme, dall’Irlanda alla Spagna,  hanno avuto e hanno alti deficit pubblici, al contrario dell’Italia. Il modello che si vuole dunque non è l’austerità, ma le politiche di destra su lavoro e welfare. Il voto europeo è un’occasione per rifiutare queste politiche (24 mag)

Lo spread e i trucchi della Bundesbank - I trattati europei vietano alle banche centrali di sottoscrivere titoli di Stato all’emissione. Eppure quella tedesca lo fa da anni (e l’ha fatto anche in quest’ultima asta) aggirando quella regola che pretende che tutti gli altri rispettino. Perché gli altri non fanno lo stesso e nemmeno glielo contestano? (21 mag)

Pil, addio sogni di gloria - Dopo il dato negativo del primo trimestre la crescita prevista dal governo per quest’anno è praticamente impossibile da raggiungere e questo influenzerà negativamente i conti pubblici. Se l’asse Berlino-Bruxelles pretenderà altri tagli non usciremo dal circolo vizioso austerità-tagli-austerità (15 mag)

Come si battono disoccupazione e debito - In Usa il tasso dei senza lavoro è sceso in aprile sotto il 6,5%, l’obiettivo che la Fed aveva annunciato l’anno scorso, e anche il rapporto debito/Pil comincia a calare. In Europa è il contrario e in Italia va (quasi) peggio di tutti. Ma l’evidenza di una politica sbagliata non conta perché la classe dominante persegue un altro scopo (2 mag)

La zuffa grottesca sul decreto-lavoro - Le modifiche apportate dalla commissione Lavoro della Camera sono praticamente irrilevanti e non cambiano un pessimo provvedimento che farà aumentare la precarietà per dare un contentino agli imprenditori e ridurre ancora le retribuzioni, ma hanno dato l’occasione ad Alfano di sollevare un polverone per dare la caccia ai voti di destra (26 apr)

Pareggio di bilancio? Siamo già in attivo - Invece di chiedere un rinvio dovremmo contestare un metodo di calcolo assurdo secondo cui scendendo sotto il 10,8% di disoccupazione si creerebbero tensioni sui salari e sull’inflazione. Secondo i calcoli del Cer se quel tasso fosse portato a un più ragionevole 6,5% (com’era all’inizio della crisi e senza tensioni sui prezzi) saremmo già in avanzo strutturale di un punto di Pil (19 apr)

Salario minimo, l’ultima spallata al sindacato - Sarebbe una misura opportuna per tutti i lavoratori atipici, ma il progetto annunciato dal vice ministro Morando ne fa un grimaldello per scardinare definitivamente il contratto nazionale, cosa che avrebbe come conseguenza un rapido deperimento dei sindacati. Carniti: le organizzazioni della società civile sono fondamentali per la democrazia (17 apr)

Decreto lavoro, una mancia alle aziende - Una nuova spinta alla precarizzazione che si dice di voler combattere e una misura che non favorisce la produttività. Ma perché per decreto, che non avrebbe potuto nemmeno essere usato? Per “compensare” le imprese, prima dell’appuntamento elettorale, di aver destinato le risorse alle buste paga invece di abbattere l’Irap (6 apr)

Il rebus dei 50 miliardi e gli stregoni delle formule - Bisognerà tagliarli o no per rispettare il Fiscal compact? Per evitarlo, dice il governatore di Bankitalia Visco, basterebbe una crescita nominale del 3%. Ma la Commissione, utilizzando metodologie più che discutibili, ci chiede altri tagli che frenerebbero la crescita. Un assurdo circolo vizioso basato su tecnicismi più volte rivelatisi sbagliati (29 mar)

Quanto vale un bravo manager - L’ipotesi di limitare i superstipendi dei manager pubblici divide anche a sinistra. Ma ritenere che l’entità dello stipendio sia il fattore sempre e comunque determinante per selezionare i migliori è un’idea platealmente sballata. Ci sono molti altri fattori che influiscono sulle scelte personali (23 mar)

Stime ipotetiche, sacrifici veri - Renzi vuole spendere 100 miliardi, la Commissione Ue vuole tagli per 2.400. La recente bocciatura dei conti dell’Italia è dovuta essenzialmente alla diversità di stime su variabili come andamento del Pil, inflazione, spesa per interessi. Chi ha ragione? Nessuno può saperlo, visto che tutte le stime degli ultimi anni erano clamorosamente sbagliate. Ma su quella base vorrebbero imporci altri tagli e tasse (17 mar)

La partita più difficile di Renzi - I dieci miliardi distribuiti – un po’ casualmente – in busta paga potranno avere effetti di rilancio dell’economia solo ad alcune condizioni, proprio quelle che Commissione Ue (e Merkel) non apprezzano. Se Renzi vorrà e riuscirà a farle passare potrebbe davvero iniziare la svolta, altrimenti resteremo nelle sabbie mobili (14 mar)

Renzi e i conti senza Bruxelles - La Commissione Ue ha fatto capire chiaramente di non essere disposta a concederci nessun margine di manovra sui conti pubblici: al contrario, ci chiede ancora più rigore. Secondo la linea imposta da Angela Merkel, solo se accettassimo di farci dettare le riforme potremmo avere qualche aiuto (peraltro indeterminato). Accettando cioè di proseguire nella politica del disastro (9 mar)

Il cuneo? Meglio la leva - Tra interventi sul cuneo fiscale, l’Irap e i sussidi di disoccupazione l’impegno è per una cifra imponente, circa 25 miliardi. Ci si potrebbero assumere un milione di persone, il doppio se con mini-job: potrebbe essere la leva della ripresa, molto meglio che questa distribuzione senza obiettivi precisi e senza una strategia di politica economica (2 mar)

La morsa della Merkel - L’Eurogruppo e la Commissione accolgono la proposta tedesca “riforme in cambio di flessibilità nei conti” che la cancelliera aveva annunciato nel suo discorso di insediamento al Bundestag. Così, dopo aver imposto regole di bilancio impossibili da rispettare, si concederanno deroghe, ma solo a chi avrà attuato le riforme dettate da Berlino (20 feb)

Il debito, il P.A.D.R.E. e la zia Angela - Due economisti lanciano una nuova proposta definita “politicamente accettabile” (l’acronimo è P.A.D.R.E.) per la ristrutturazione dei debiti pubblici di eurolandia. L’idea, come altre già avanzate in passato, è buona. Ma si può scommettere che incontrerà la netta opposizione della Germania (15 feb)

Il sindacato e i frammenti ricomposti - Unificare il mercato del lavoro, che mai come oggi è stato così segmentato in cento figure diverse, è un problema che il sindacato discute, ma finora senza uno sbocco definito. Una battaglia per una legge sul salario minimo potrebbe dargli una nuova immagine e favorire un contatto con tutte quelle figure che lo vedono ormai come parte dell’establishment, oltre a restituirgli un ruolo di soggetto politico generale (9 feb)

Vendere Enav è come aumentare le tasse - Fare entrare i privati nei servizi pubblici essenziali significa rinunciare a fornirli al minor costo possibile, perché ai costi di gestione si devono aggiungere i profitti. Inoltre si genera un conflitto d’interesse con gli utenti.Sostenere che la presenza dei privati comporta sempre più efficienza è una posizione ideologica (5 feb)

Electrolux, l’austerità fa un’altra vittima - Ma che costo del lavoro, ma che cuneo fiscale! E’ stato il crollo delle vendite in Italia, conseguenza del calo del Pil e dei consumi, a provocare la crisi aziendale. Il piano proposto per affrontarla taglierebbe orari e salari: se è vero che le paghe scenderebbero non a 7-800 euro, ma solo dell’8%, su quella base si potrebbe trattare (28 gen)

Competitività, oltre il Clup un mondo inesplorato - Si continua a guardare quasi soltanto al costo del lavoro per unità di prodotto, ma i salari pesano in media solo il 15% sul totale dei costi. Nessuno però si preoccupa di confrontare gli altri fattori, mentre in quell’85% ci sarebbero parecchie cose su cui intervenire, dall’energia ai servizi alle imprese ai compensi dei top manager. Tutti settori presidiati da lobby potenti (19 gen)

I voti non sono tutto - Una elaborazione che simula i risultati dei tre sistemi proposti da Renzi attribuendo a partiti e coalizioni i voti effettivamente ottenuti nelle elezioni 2013 mostra che si otterrebbero esiti clamorosamente diversi. E’ la prova che i meccanismi delle leggi elettorali sono determinanti e chiarisce come mai sia così difficile un accordo sulla riforma (14 gen)

Contro l’austerità spunta un referendum - Lo propone una nuova formazione politica, i “Viaggiatori in movimento”. Ma si può abrogare così il fiscal compact? I pareri dei giuristi sono discordi, ma c’è chi lo ritiene possibile. Una mossa né contro l’Europa né contro l’euro, dicono i Viaggiatori, che mira solo ad evitare che una politica sbagliata prolunghi la crisi a tempo indeterminato (12 gen)

I cattivi maestri che affossano l’Italia - Al contrario di opinioni diffuse e ripetute il nostro costo del lavoro non è troppo alto, cambiare i contratti serve a poco, la nostra industria manifatturiera è competitiva a livello internazionale e i conti pubblici non sono il problema più urgente. Eppure è su questi argomenti che si concentrano il dibattito e i provvedimenti dei politici, mentre si dovrebbero affrontare le vere zavorre, peraltro stranote da anni (4 gen)


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 2013 Riduci

Also sprach Angela Merkel - Chi pensa che l’ingresso dei socialdemocratici nel governo tedesco possa cambiare qualcosa farà bene a leggere il resoconto del primo discorso della cancelliera al Bundestag dopo la rielezione. Non solo una piena conferma della linea seguita finora, ma anche una riaffermazione che le regole europee devono essere ferree per tutti tranne che per la Germania (21 dic)

Euro, perché serve un “piano B” - La dissoluzione della moneta unica non è probabile, ma resta comunque possibile anche per eventi indipendenti dalle nostre scelte. Discutere, anche a livello istituzionale, di cosa fare in quel caso non potrebbe essere visto come una mossa anti-europea: potrebbe però rafforzare la nostra posizione nelle trattative politiche (16 dic)

Il leader della disperazione - Che Matteo Renzi vincesse la corsa per la segreteria Pd era praticamente certo, ma il come ha riservato una serie di sorprese. E tutto ciò che era imprevedibile prima compone ora un quadro per interpretare meglio l’accaduto (15 dic)

I danni dell’ombra lunga di Berlusconi - La pessima reputazione acquisita dall’Italia fa ancora guai: da un’inchiesta di Goldman Sachs risulta che gli investitori percepiscono le nostre banche come le più rischiose e anche un report Ubs punta il dito sulle sofferenze: Bankitalia cerca di tranquillizzare la City. Intanto i prestiti scendono ancora (12 dic)

Quel Messaggero da battaglia - C’è stato un periodo, negli anni ’70 e ’80, in cui il giornale romano visse una stagione battagliera e indipendente che coincise in buona parte con la direzione di Vittorio Emiliani, che in un libro di memorie racconta tutto, dalla vita di redazione ai retroscena politici di molti avvenimenti importanti (9 dic)

La maggioranza deviante - I controlli delle università romane sulle dichiarazioni reddituali degli studenti hanno mostrato che quasi due su tre erano false. E’ un segnale gravissimo, perché una società democratica si basa sul rispetto volontario delle regole da parte della maggioranza. Ma è ancor più grave il fatto che gli studenti hanno solo imitato i comportamenti delle élite di successo (2 dic)

Europa, sui disoccupati non la batte nessuno - L’analisi di uno strategist della Nomura: nell’ultimo anno la situazione si è rapidamente deteriorata, con il cambio che si è apprezzato di circa il 6% e la disoccupazione più alta rispetto a tutte le altre maggiori economie del mondo. Si profila un nuovo scontro fra Draghi e la Bundesbank (30 nov)

Aiuti all’industria, siamo ultimi in Europa - Gli aiuti di Stato sono generalmente vietati, ma sono ammessi per obiettivi specifici approvati dalla Commissione e gli altri paesi ne erogano dal doppio a quasi il triplo di noi, che da vent’anni non facciamo che ridurli. Il Rapporto Met fa il punto e mette in evidenza un altro fatto: al Sud non va più quasi nulla (25 nov)

Le riforme “inutili” ma inderogabili - Siccome avrebbero effetti insufficienti per ridurre deficit e debito pubblico una serie di provvedimenti, dai costi della politica alle spese per consulenze nella P.A., vengono accantonati, come se i governi avessero il solo obiettivo di rispettare i parametri che derivano dagli impegni europei. Ma nell’Italia della crisi questo è diventato intollerabile (18 nov)

Garantire il reddito? No, il lavoro - Si continua a parlare di “reddito di cittadinanza” o “reddito minimo garantito”. Ma, come già diceva Paolo Sylos Labini più di 30 anni fa, non è all’assistenzialismo che bisogna puntare, ma ad assicurare un lavoro a tutti. Evitando gli errori di esperienze simili, come i nostri “lavori socialmente utili” o i “mini-job” tedeschi (12 nov)

Alla Camera risparmi col trucco - ”Abbiamo tagliato 60 milioni dal nostro bilancio”, dicono i deputati. Ma confrontano i bilanci preventivi 2012 e 2013, quando per lo scorso anno c’è già il consuntivo, cioè i numeri definitivi: e si se prende quella base, com’è logico, non solo i risparmi spariscono, ma la spesa aumenta (9 nov)

I tecnocrati dalla lingua biforcuta - Che non si debba dare valore ufficiale ai giudizi delle agenzie di rating l’ha detto fin dal 2009 la Commissione de Larosière e poi l’ha ribadito il Financial Stability Board allora presieduto da Draghi. Ma il regolamento del Fondo salva-Stati dice che può investire solo in titoli doppia A: così si comprano i Bund tedeschi coi soldi dei paesi in crisi (28 ott)

Il vertice Bundesbank lavora per la crisi - Tra breve la Corte costituzionale tedesca dovrà pronunciarsi sul ricorso contro le decisioni di Draghi presentato dal presidente della Buba Jens Weidmann. Se fosse accolto, come egli sa bene, scatenerebbe di nuovo la speculazione contro i paesi in difficoltà: i leader di questi ultimi non hanno nulla da dire? (28 ott)

Il vincolo esterno e le gambe dei cani - Il premier Enrico Letta afferma che i vincoli di bilancio fanno bene all’Italia, ma la nostra storia dice che i vincoli esterni, anche a causa dell’incapacità delle nostre classi dirigenti, hanno portato più danni che benefici. E allora? Affidarci all’Europa? No: è guidata da leader altrettanto incapaci, se non di più (19 ott)

Berlusconi ha perso, la destra forse no - La vicenda del governo si intreccia con la strada che il Pd deciderà di prendere e quindi con la scelta del suo leader. L’alternativa è proseguire sulla strada delle larghe intese e della “stupida austerità” oppure battersi davvero, soprattutto in Europa, per cambiare questa linea disastrosa (6 ott)

Dimissioni Pdl, un fantastico autogol
- Quasi certamente l’annuncio delle dimissioni di massa è l’ennesimo bluff, ma se fosse vero i berlusconiani si metterebbero nelle mani degli avversari politici: devono infatti essere approvate dalle Camere, e in entrambe la destra è minoranza. Sarebbero gli altri a decidere se accettarle, magari scegliendo anche caso per caso (26 set)

Un galeotto solo al comando - Le vicende seguite alla condanna definitiva dovrebbero aver chiarito a chi ancora non lo ammetteva che il Pdl non è una forza politica, ma un gruppo che persegue soltanto gli interessi del suo capo e come tale è non solo inutile ma dannoso per il governo del paese. Resta da vedere se tutti i gruppi in lotta all’interno del Pd si comporteranno di conseguenza (5 ago)

Pd, per schivare la buca vola nel burrone - La proposta sull’incompatibilità non può che essere valutata per le conseguenze che produrrebbe: l’ennesimo salvataggio di Berlusconi. Un solo compromesso potrebbe essere accettabile: il rinvio del voto in Giunta delle elezioni a dopo la pronuncia della Cassazione (15 lug)

Il presidente che zittisce il Parlamento
- Le Camere non possono dare indirizzi al governo, quando si tratti di una “scelta operativa”. Questo dice il comunicato del Consiglio supremo di difesa, pubblicato sul sito del Quirinale. Dal punto di vista formale questa tesi si potrebbe discutere, ma da quello sostanziale è l’ennesima forzatura che, se accettata, sminuirebbe il ruolo del Parlamento rispetto a presidente e governo (4 lug)

“Per uscire dalla crisi stracciate la Costituzione”
- Un documento di JP Morgan, una delle maggiori banche d’affari del mondo, afferma che le Carte fondamentali dei paesi del Sud Europa “mostrano una forte influenza delle idee socialiste” e impediscono di prendere i provvedimenti necessari, come eliminare le tutele dei lavoratori e “la licenza di protestare”. Di loro sì che possiamo fidarci: senza i salvataggi pubblici sarebbero già falliti due o tre volte (21 giu)

Se il welfare aiuta l’economia - Alla presentazione del Rapporto sullo Stato sociale due proposte per far affluire più fondi al bilancio pubblico senza aumentare le tasse e per dirottare verso la Cassa Depositi e Prestiti soldi che oggi vanno all’estero, e che invece potrebbero essere impiegati in Italia. Fassina: l’Iva ricavata da 15 miliardi in più di rimborsi pubblici alle imprese consentirebbe un rinvio di sei mesi dell’aumento di un punto (14 giu)

Supermanager, italiani i più pagati d'Europa
- Un'ora vale 10 giorni di uno stipendio medio, secondo i calcoli dell’Economist, che stila una classifica con 22 paesi in cui l’Italia si distingue per gli stipendi più alti dei capi-azienda e per una delle più alte differenze rispetto alle retribuzioni dei dipendenti (12 giu)

Il bazooka scarico della Bce - Chi si aspettava provvedimenti della banca centrale per favorire il credito alla piccole e medie imprese è rimasto deluso. Ma non tutti concordano sull'efficacia delle due soluzioni di cui si era parlato, e soprattutto è contraria la Bundesbank. E in ogni caso, come si diceva in politica, "il problema è a monte" (10 giu)

L'uovo del debito e la gallina della crescita - Una nuova smentita alla teoria di Reinhart e Rogoff, secondo cui un alto debito pubblico frena la crescita: è dopo la frenata che il debito sale, afferma David Rosnick esaminando proprio i dati usati dai due. Un altro colpo ai fanatici dell'austerità, che però se ne infischiano (7 giu)

Oggi non si fa crescita, domani sì
- L'uscita dalla recessione è di nuovo rinviata, ma il presidente della Bce Mario Draghi non cambia le ricette che hanno dimostrato di essere dannose e insiste sull'austerità, come la Commissione Ue. Continuano a ripetere che la crescita sta per arrivare, ma in arrivo c'è invece il "fiscal compact" che darà il colpo di grazia. L'alternativa c'è, ma è testardamente rifiutata (6 giu)

Età della pensione: mai
- Il ministro dell'Economia giapponese annuncia un clamoroso progetto: "Una società nella quale le persone rimangano attive tutta la vita". Nel frattempo si discute dell'"Abenomics", la politica lanciata dal premier Abe: uno stimolo-monstre che vale il 40% del Pil e l'indebolimento del cambio del paese con il secondo surplus commerciale del mondo (5 giu)

La Repubblica cambiata da questi?
- Dar seguito all'ipotesi di Enrico Letta sull'elezione diretta del capo dello Stato comporterebbe un completo mutamento della struttura istituzionale, che richiederebbe tempo e sarebbe dunque un'assicurazione sulla durata del governo. Ma non si può affidare alla classe politica più screditata della storia repubblicana il compito di rivoluzionare completamente le istituzioni (4 giu)

Pangloss a via Nazionale - Nelle Considerazioni finali del governatore di Bankitalia Ignazio Visco molti (giusti) richiami sui ritardi della politica nazionale, ma nessuna analisi critica della disastrosa strategia anti-crisi europea, come se, secondo le tesi del filosofo inventato da Voltaire, vivessimo "nel migliore dei mondi possibili" (31 mag)

Il Pd e i cattolici "bambini"
- Dice Stefano Fassina che Rodotà non avrebbe avuto i voti di molti cattolici del Pd. Torna in primo piano un antico problema sempre rimosso, quello della laicità della politica, perché come si vede le scelte dei "cattolici non adulti" hanno conseguenze rilevanti anche al di là dei temi strettamente etici (11 mag)

Berlusconi, la fine degli alibi
- La strada per la definitiva conclusione del processo sui diritti Mediaset è ancora irta di ostacoli, ma la conferma in appello della condanna del Cavaliere fa risaltare la palese assurdità che si continui a permettere di stare in politica a un personaggio che in qualsiasi altro paese sarebbe stato allontanato con disonore. E' tempo di far finire questa anomalia (9 mag)

Bundesbank, siluro alla stabilità - Fatta filtrare la notizia di un ricorso della banca centrale tedesca alla Corte Costituzionale contro la politica della Bce che ha fermato la speculazione contro l'euro: secondo la Buba è illegittima e pericolosa. Per ora la necessità di investire l'enorme liquidità sui mercati ha avuto la meglio e gli spread sono rimasti stabili, ma in prossimità della decisione la speculazione potrebbe tornare a colpire (2 mag)

Se fossimo europei nell'evasione
- I dati Ocse ci collocano ai vertici di questa poco onorevole classifica. Se le tasse non pagate scendessero alla media fatta su cinque paesi (Germania, Francia, Regno Unito, Danimarca e Olanda) incasseremmo 80 miliardi in più e oltre a rispettare gli accordi imposti dall'Europa potremmo rilanciare l'economia (24 apr)

Si sono arresi alla parte sbagliata
- Il Pd ha sprecato l'opportunità di aver la maggior forza parlamentare, sia per errori tattici, sia per l'impossibilità di seguire una strategia unitaria quando,  per peccato originale, manca una base comune. Poteva almeno rendere la sua resa utile a una svolta per il paese e ha sprecato anche questo. Le responsabilità di Napolitano e di Grillo. Cosa serve per ricominciare (21 apr)

E Bersani lanciò la leadership di Renzi
- L'incredibile errore del segretario sulla scelta del candidato per la presidenza della Repubblica ha diviso il fronte progressista, lacerato il partito e offerto al sindaco di Firenze l'occasione per presentarsi come la sola vera alternativa a Berlusconi. Se anche l'elezione presidenziale finisse nel migliore dei modi, per la sinistra un danno gravissimo e permanente (18 apr)

Consulenze, uno spreco evitabile
 - Le spese per gli incarichi ad esterni della pubblica amministrazione risultano di circa 3 miliardi, ma in realtà sono di più se si considerano alcune fattispecie non rilevate e le tante vertenze che ingolfano la Corte dei Conti. Le leggi per contenerle non hanno funzionato, consentono varie scappatoie. Eppure ci sarebbe un rimedio semplice (12 apr)

La pandemia dell'austerità
- La Commissione Ue dice di temere che gli squilibri dell'Italia possano contagiare il resto d'Europa, ma poi stila una lista di "malati" che ormai è più lunga di quella dei sani. Non le viene il dubbio che la politica europea sia sbagliata? Nella lista manca la Germania, ma dovrebbe esserci: invece viene graziata da una regola piuttosto singolare (10 apr)

Sul Colle la nuova frontiera - L'elezione del nuovo presidente è la battaglia fondamentale: deciderà gli equilibri politici del paese, la sorte di Berlusconi e, non meno importante, la direzione che sarà presa in futuro dal Pd, la cui lotta interna è determinante per il risultato. L'esito dirà se avremo ancora o no un partito progressista (2 apr)

Napolitano tra fantasia e forzatura istituzionale
- Di fronte all'impossibilità di una maggioranza parlamentare garantita Napolitano ha inventato una formula inusitata: resta il governo Monti mentre due gruppi di personalità, scelte da lui anche fuori dal Parlamento e di vari orientamenti politici, studiano le riforme più urgenti. Ma alla fine starà ai partiti, e prima di tutto al Pd, decidere se accettare o no gli eventuali compromessi (30 mar)

Medice, cura te ipsum - Le prime parole di un Papa sono spesso indicative del programma del suo pontificato. Così è stato per Wojtyla "il conquistatore" e per Ratzinger "il filosofo". L'esordio di Bergoglio farebbe pensare a un programma che mette al primo posto la riforma della Chiesa, puntando sulla sobrietà (la scelta del nome) ma soprattutto - forse - rivoluzionandone il governo (15 mar)

Bce, errori veniali e errori mortali - Nuovo spostamento in avanti per l'inizio della ripresa, come è già successo più volte. Ma sbagliare le previsioni è un errore veniale: quello "mortale", anche per l'economia dell'Eurozona, è continuare a insistere sulle politiche di austerità quando persino il Fondo monetario ha fatto retromarcia (7 mar)

Chi più spende meno s'indebita - Tagliare la spesa pubblica per ridurre il debito è uno dei mantra più ripetuti del pensiero economico dominante. Ma sono sempre di più gli economisti che denunciano che è un'idea profondamente sbagliata e ora un esercizio econometrico del Fondo monetario mostra risultati stupefacenti (1 mar)

La responsabilità non vale un suicidio - Napolitano darà il primo incarico a Bersani e poi tenterà la via di un nuovo governo tecnico. Ma un secondo esperimento del genere sarebbe fatale per il Pd. Però, nulla si può fare senza il consenso dello schieramento che controlla la Camera. A quel punto starà al leader del centro sinistra farsi valere, dentro e fuori del partito (1 mar)

Lo strabismo di Confindustria - Solo nelle ultime pagine "Italia 2015", il documento con le proposte per rilanciare la crescita, si occupa dell'organizzazione e del costo dei servizi. Eppure le tanto ricercate competitività e produttività dipendono per una parte importante da quello, come affermano studi Ocse e Bankitalia. Meglio prendersela con i lavoratori che con lobby potenti? (24 gen)

Bernanke il rivoluzionario - La crisi che non passa sta incidendo profondamente anche sul ruolo delle banche centrali e sulle loro strategie e i dogmi degli ultimi trent'anni vengono rimessi in discussione. La Fed, in particolare, per la prima volta ha indicato un obiettivo numerico sulla disoccupazione. Solo in Europa innovazioni quasi a zero (14 gen)

L'impossibile imbroglio di Silvio il ballista - "Le regole europee sul Pil non tengono conto che in Italia c'è l'economia sommersa, quindi il vero rapporto debito/Pil è sotto il 100%". Berlusconi l'ha ripetuto più volte, ma è una castroneria: è dal 1987 che l'Istat, con un metodo adottato poi anche all'estero, comprende nel calcolo una stima del settore irregolare (10 gen)

 


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 2012 Riduci

Non è un guaio se Monti scende in campo - Se il Professore si presentasse metterebbe fuori gioco Berlusconi. E allora ci potrebbe essere un confronto tra uno schieramento di centro destra finalmente credibile e uno di centro sinistra che sarebbe costretto ad esplicitare, pur nei limiti ridotti consentiti dal contesto europeo, una strategia alternativa al montismo (14 dic)

Precari di Stato, una vergogna “all’italiana”
- Nella pubblica amministrazione ci sono ben 260.000 dipendenti precari: uno scandalo per un comparto che fornisce servizi previsti dalle leggi e non è soggetto alle oscillazioni del mercato. Ma i precari sono serviti a tutti: ai politici per il clientelismo, ai dirigenti per aggirare i blocchi del turn over, ai sindacati che guidano le rivendicazioni alla stabilizzazione. Tanto il conto alla fine lo pagano sempre i più deboli, cioè loro (5 dic)

Giovani e lavoro, strategia per un disastro - La drammatica situazione attuale è il risultato delle numerose riforme del lavoro e delle pensioni varate negli ultimi vent’anni. La previdenza andava riformata, ma affrontando anche gli effetti collaterali. E tutta la flessibilità introdotta nell’impiego non ha prodotto occupazione, anzi. I dati che sfatano le affermazioni demagogiche (30 nov)

Dopo le primarie c’è Napolitano - Secondo tutti i sondaggi il centro sinistra dovrebbe vincere le prossime elezioni e dunque il suo leader dovrebbe guidare il nuovo governo, utilizzando i pochi spazi di manovra – che però ci sono – per correggere la politica disastrosa del “governo tecnico”. Ma il percorso è pieno di ostacoli e anche il Quirinale ha fatto capire chiaramente che preferirebbe un “Monti-bis” (29 nov)

Stretta, il peggio che verrà - Un grafico contenuto in uno studio dell’Ocse ci fa vedere che le nostre manovre per l’aggiustamento dei conti nel quadriennio 2012-15 sono le più pesanti in Europa dopo quelle di Grecia, Irlanda e Portogallo. Questo aggraverà la crisi di domanda, con un mercato interno già ai minimi e la domanda estera che dà segni di cedimento (21 nov)

La destra alla conquista della sinistra - Le forze politiche di destra presenti oggi sono una corte dei miracoli ripudiata persino da chi per tanti anni le ha votate. Ma questi elettori hanno ora trovato in Matteo Renzi un possibile rappresentante e potrebbero fargli vincere le primarie e conquistare il Pd. Se accadesse sarebbe la fine di qualsiasi prospettiva progressista (13 nov)

Gli astrologi dell'economia - Anche nei templi dell’ortodossia economica, come l’Fmi, comincia a farsi strada la consapevolezza che le politiche di auterità non solo non risolvono la crisi, ma la aggravano. Il problema è grave in tutta Europa e certamente in Italia, dove si insegue il feticcio del pareggio di bilancio senza occuparsi della crescita (5 nov)

La verginità perduta di fraulein Buba
- ”La Bce non deve comprare titoli pubblici, sarebbe come stampare moneta”, tuona il presidente della Bundesbank Jens Weidmann. Ma dimentica che anche la sua banca l’ha fatto in passato, giustificandosi proprio con le stesse motivazioni espresse da Draghi a Londra (27 ago) 

Il dottor Draghi e mister Buba - L’uomo che ha presieduto il Consiglio Bce del 2 agosto era lo stesso che ha annunciato a Londra “faremo tutto il necessario per salvare l’euro” o il suo doppio germanizzato? La Banca centrale ha avallato la linea di Berlino, seguendo la quale chi chiede aiuto in pratica si suicida e per di più compie un suicidio inutile; e, in secondo luogo, il peso dell’aggiustamento graverebbe solo sui paesi in difficoltà, mentre anche i più forti devono fare i “compiti a casa” (6 ago)

Guarda i muscoli del capitano - Appena Mario Draghi ha dichiarato con decisione che la Bce è pronta “a fare tutto quello che serve” i mercati hanno invertito la rotta, con una forte discesa dello spread e il decollo delle Borse. A dimostrazione che non serve sparare se è credibile che lo faresti: ed è credibile perché sul fronte dei “falchi” la Germania è ormai rimasta sola. Resta però l’incognita della Corte Costituzionale tedesca (26 lug)

I mercati puniscono le moine - La riunione dell’Eurogruppo, per quanto si sa al momento, è servita solo ad approvare un documento che riporta le decisioni prese dieci giorni fa. Decisioni inadeguate a contrastare la fase acuta della crisi che si aggiungono agli errori più generali di politica economica. La reazione dei mercati, spread alle stelle e Borse in caduta, è il giudizio su questa linea (20 lug)

I Piigs aiutano Frau Merkel - La crisi, che il comportamento tedesco alimenta, spinge i capitali verso i paesi la cui moneta si rivaluterebbe in caso di rottura dell’euro, che così finanziano il loro debito guadagnandoci senza dover subire un apprezzamento del cambio. Così loro stanno meglio e gli altri sempre peggio. “Salvare i paesi spreconi coi soldi dei tedeschi”? Non è così. La soluzione ci sarebbe, ma bisogna volerla attuare (16 lug)

Rating e previsioni, bar sport sui mercati - Tutti contro le agenzie, ma il bersaglio è sbagliato: bisognerebbe prendersela con le istituzioni, come la Bri e la Bce, che continuano ad attribuire un valore operativo a giudizi che sono basati su ipotesi e che spesso non hanno un’attendibilità superiore alle chiacchiere da bar (13 lug)

La Bce pensa ai salari invece che alla finanza - Il Bollettino afferma esplicitamente che i salari sono già scesi, ma non abbastanza, e solo questo può far ridurre la disoccupazione. La Banca centrale insiste dunque su una ricetta bocciata da un gran numero di autorevoli economisti e soprattutto dai fatti. Non sembra preoccuparsi, invece, delle riforme proprie dei suoi compiti, quelle per il controllo della finanza (12 lug) 

La vittoria azzerata del professor Monti - Al vertice Ue del 29 scorso sembrava che le sue tesi avessero trionfato, ma quello concluso oggi 10 luglio spazza via tutte le illusioni di successo: la linea europea non cambia, Angela Merkel e i suoi alleati hanno di nuovo avuto successo nel chiudere la strada alle misure che sarebbero necessarie (10 lug)

Se otto ore vi sembran poche... - Se si lavorasse una settimana in più a parità di salario guadagneremmo un punto di Pil, sostiene il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo. Reazioni: bocciatura all’unanimità, persino da Confindustria. Perché, a parte il fatto che il nostro orario è già tra i più lunghi, per essere più competitivi serve altro - A seguire: colloquio con Stefano Dolcetta, vicepresidente Confindustria (6 lug)

Monti e i rischi della “vittoria tradita” - Il vertice europeo del 29 giugno ha segnato una svolta politica nel senso chiesto dall’Italia, ma se il prossimo del 9 e 10 luglio non passerà dalle dichiarazioni d’intenzione ai provvedimenti concreti per realizzarle il successo svanirà come neve al sole (4 lug)

Bce, il lungo addio ai Tre del rating - La decisione di accettare titoli di “qualità” inferiore a garanzia dei prestiti fornisce un ulteriore sostegno alle banche. Ma le valutazioni di Standard & Poor’s, Moody’s  e  Fitch non sono state ancora mandate in soffitta, come chiedeva fin dal febbraio 2009 il Rapporto de Larosière e come auspicava lo stesso Draghi da presidente del Financial Stability Board (22 giu)

Monti ha credito? Lo usi o non serve - Il presidente del Consiglio è un uomo la cui opinione è ascoltata nella ristretta cerchia delle persone che contano nel mondo. E’ giunto il momento che usi la sua influenza per convincere la Germania a recedere da una politica che sta portando l’Europa al disastro: non si può perdere altro tempo. Se non ci riuscirà vuol dire che è la persona sbagliata (7 giu)

Un governatore meno “tedesco” - Ignazio Visco si schiera ufficialmente a favore di un fondo europeo a cui gli Stati conferiscano parte dei debiti pubblici e caldeggia vari provvedimenti finora ostacolati dai tedeschi. E’ questa la parte più interessante delle Considerazioni finali di quest’anno (31 mag) 

Via il Dalla Chiesa del web. Rapetto silurato si dimette - Rimosso dalla guida del Nucleo contro le frodi telematiche, che aveva fondato, per “ordinari criteri di rotazione del personale” e spedito a fare lo studente dove insegnava da 15 anni, si è dimesso. Interrogazioni da parlamentari di tutti i partiti, dal Pd all’Udc, dall’Idv al Pdl. Ha fatto troppo bene il suo mestiere e disturbato troppi faccendieri (29 mag)

L’Europa in bilico sulle scelte tedesche - La situazione dell’Eurozona sembra ormai precipitare e un recupero è possibile solo se la Germania accetterà di farsi carico di misure su cui c’è un generale consenso ma che finora ha bloccato. Ma Berlino dalla moneta unica ha ricavato e ricava ancora cospicui vantaggi, quindi dovrebbe accettare anche gli oneri. Anche perché in gioco c’è la sopravvivenza della costruzione europea (23 mag)

Lo Stato non paga, non ispeziona e non riscuote
- Secondo i dati dello stesso ministero dopo il 2007 il numero delle ispezioni nelle aziende è crollato e così i contributi recuperati, che del resto non superano mai il 20% dell’accertato. Così da un lato non si pagano i fornitori, dall’altro non si recupera l’evasione. Nelle aziende ispezionate i lavoratori irregolari sono in media il 40% (3 mag)

La domenica della speranza per l’Europa - Il voto per il nuovo presidente francese non è mai stato così importante. Non tanto per la Francia, quanto per l’Europa: una vittoria del socialista Francois Hollande è l’ultima speranza che ci possa essere una svolta nella politica economica suicida imposta dalla Germania e dalle destre (21 apr)

Lavoro, la coperta è sempre più corta - Gli ultimi dati Istat sull’occupazione confermano quello che molti avevano previsto: l’allungamento dell’età di lavoro fa aumentare tra gli occupati la classe di età 55-64 anni, ma, visto che il numero di posti non è aumentato e anzi con la crisi diminuisce, a spese di una maggiore disoccupazione giovanile (7 apr)

Il 18 è un numero dispari - L’importanza del famoso articolo non è pari per tutti: conta poco o nulla dal punto di vista macroeconomico, ma è fondamentale per la condizione dei lavoratori. Tanto che varrebbe la pena di proporre uno scambio: salari più bassi (tanto, con la politica europea, scenderanno comunque) in cambio della rinuncia alla parte più critica in tema di lesione dei diritti (30 mar)

Premier sulla scheda, un triplo errore - L’accordo che i segretari dei tre partiti che sostengono il governo hanno detto di aver raggiunto sulla riforma elettorale è un pastrocchio peggiore del sistema attuale, che sembra abbandonare il bipolarismo – il che non sarebbe un male – mantenendo però uno degli aspetti più sbagliati: l’indicazione del leader viola le prerogative di Quirinale e Parlamento. Ma forse è la solita finta (28 mar)

Non tutte le scissioni vengono per nuocere - Le divisioni nel Partito democratico non sono frutto di una normale dialettica, ma di due filosofie politico-sociali incompatibili. La vicenda del mercato del lavoro, che le ha di  nuovo fatte emergere chiaramente, dovrebbe essere l’occasione per scegliere una delle due strade, lasciando che chi non è d’accordo segua il suo percorso altrove (23 mar) 

Migliorie di seconda mano - I miglioramenti contenuti nel “pacchetto lavoro” sbandierati dal governo vanno benissimo, a parte un piccolo dettaglio. Sia il reintegro per i licenziamenti discriminatori e che la stabilizzazione dei contratti a termine dopo 36 mesi c’erano già (21 mar)

L’obiettivo indicibile - Mario Monti ed Elsa Fornero parlano di giovani e flexicurity, ma quello che veramente si vuole ottenere non si può dire perché politicamente indigeribile: devono scendere i salari, perché questo prevede la linea europea imposta da Angela Merkel: una strategia sbagliata che farà enormi danni. L’articolo 18 sarà di fatto eliminato e licenziare sarà facile (20 mar)

Come mai, come mai...
- L’esito che si profila dai colloqui sul mercato del lavoro è tale da rendere lecito porsi il problema se il Pd non debba mettere in questione il sostegno al governo Monti. “Colloqui”, non “negoziato”, visto che in un negoziato ognuno cede su qualcosa e ottiene in cambio qualcosa, mentre qui si chiede di cedere molto senza contropartite (17 mar)

Competitività, le tasse fanno male? - Certo, se se ne pagano più degli altri bene non fanno. Ma da una classifica Ocse sulla tassazione delle imprese in rapporto al Pil non emerge una relazione chiara. Evidentemente altri fattori contano anche di più (7 mar)

Draghi e Ocse, le ricette separate dai fatti - Le tecnostrutture all’attacco. Prima il presidente della Bce, poi un rapporto dell’organizzazione parigina, dettano ricette anticrisi molto simili e con una caratteristica specifica: non c’entrano nulla con i fattori che la crisi l’hanno provocata e continuano ad alimentarla. Di più: di quei fattori non parlano proprio (24 feb)

Carniti: “Si continua a parlare di problemi finti” - L’incontro riservato Monti-Camusso, l’articolo 18, la trattativa sulla riforma del mercato del lavoro. L’ex leader della Cisl dice la sua, caustico come sempre, e non risparmia critiche al governo (13 feb)

Governo, la flex senza security - Anche se in seguito c’è stata una parziale retromarcia, il ministro Elsa Fornero ha prefigurato una riforma del mercato del lavoro dove si dà via libera ai licenziamenti, si abolisce in gran parte quello che è al momento l’unico ammortizzatore sociale e per i nuovi si rinvia a un futuro indeterminato (24 gen)

Pomigliano sale sul treno - Nella bozza del decreto sulle liberalizzazioni si elimina l'obbligo per le imprese ferroviarie di osservare i contratti nazionali. Era stata promossa dal sottosegretario Catricalà, quando era presidente dell’Antitrust, per favorire l’ingresso sul mercato di Ntv, la società di Montezemolo, Della Valle, Sncf, Banca Intesa. Anche se Ntv ha già firmato un contratto viene ora riproposta quella norma che potrebbe avere effetti disastrosi per i lavoratori (19 gen)

I furbetti del decretino - Nelle bozze del provvedimento sulle liberalizzazioni compaiono misure estemporanee che poco c’entrano con il tema, come le eccezioni all’articolo 18 o alcune norme sui servizi pubblici locali. Il governo farebbe bene a mantenere un maggiore equilibrio e a non sposare visioni ideologiche (13 gen)

 


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 2011 Riduci

Le imprese: l'art. 18? Non ci interessa - Sul campione di 100.000 aziende dell'indagine Unioncamenre nessuno cita questo motivo per le mancate assunzioni. Anche le statistiche storiche dicono che lo Statuto dei lavoratori non ha frenato l'ccupazione. Il problema emerge per quel che è: un'istanza di destra (23 dic)

La Boe difende le porcherie della finanza inglese - La Banca d’Inghilterra (Boe) accusa la Ue di imporre alle banche regole troppo rigide che aumenteranno il rischio sistemico (leggi qui l’articolo del Sole 24 Ore). La notizia merita una chiosa (22 dic)

L’articolo 18 tra fatti e propaganda - Incredibilmente, mentre l’economia crolla si torna a proporre l’abolizione della garanzia contro i licenziamenti senza giusta causa. E la campagna “abolizionista” è infarcita di mistificazioni e a volte addirittura di menzogne, che è facile confutare (20 dic)

La trappola europea - L’accordo imposto al vertice di Bruxelles da Angela Merkel è tutto concentrato sul controllo dei conti pubblici degli Stati membri, senza un disegno per affrontare la crisi con uno sforzo comune. Ma la politica basata sui soli tagli è sbagliata, lo dice persino un documento riservato della Troika (Ue-Bce-Fmi) sul disastro fatto con la Grecia. Stare in questa Europa ci condanna a non crescere, ma uscire dall’euro farebbe danni enormi. Se non cambia qualcosa, avremo un lungo inverno (9 dic)

Com’è politico il governo tecnico - La politica consiste nel fare scelte sul funzionamento della società, e queste scelte hanno necessariamente un orientamento, quindi non ha senso parlare di “governo tecnico”. Nella drammatica situazione attuale non si possono che assecondare le aspettative dei mercati e Monti appare la persona adatta a questo compito. Per la sinistra una scelta inevitabile, ma resta aperto il problema della strategia (15 nov)

I mercati non bevono le trappole - Se la situazione sta precipitando al di là di ogni controllo non possono esserci dubbi su quello che i mercati ci stanno dicendo: considerano le dimissioni annunciate l'ennesimo trappolone. Sta alle opposizioni mettere il presidente Napolitano nelle condizioni istituzionali di agire (9 nov)

Se l’acqua non spegne l’incendio - La crisi continua a bruciare risorse e i governi per trovarne di nuove continuano a fare debiti, tagli e tasse peggiorando la situazione dei cittadini. Ma crisi analoghe del recente passato insegnano che la sola soluzione efficace è quella di cambiare le regole. Se ancora non si è fatto è perché c’è chi ci guadagna (3nov)

Una risata lo seppellirà - In una conferenza stampa ufficiale una giornalista chiede se Berlusconi è stato convincente, Merkel e Sarkozy si scambiano uno sguardo che scatena l’ilarità generale. La mancanza di fiducia del mondo verso l’attuale premier è tale che nessuna manovra potrà metterci al riparo dalla crisi (23 ott)

Industriali: prendi i soldi e non investire - Gli sconfortanti risultati di una ricerca: da un decennio le imprese hanno quasi smesso di fare investimenti e ridotto gli ammortamenti, tanto che i nostri impianti devono durare più di 26 anni, il doppio dei concorrenti esteri. In compenso hanno distribuito dividendi anche quando non c’erano gli utili pagando molto più della media internazionale  (11 ott)

Due appelli contro le follie del governo - Economisti, giuristi, politici e intellettuali si mobilitano per invitare all'adesione al referendum contro l'articolo 8 della manovra e contro l'inserimento nella Costituzione di un limite percentuale alla spesa pubblica (6 ott)

A chi piace l’Italia commissariata? - All’inizio di agosto tutte le forze produttive del paese sembravano decise a premere per una immediata svolta politica, ma dopo il diktat Merkel-Sarkozy-Bce i toni sembrano essersi smorzati. Ma se Confindustria e i centristi pensano che un governo commissariato sia utile per far passare le misure liberiste promesse e mai realizzate fanno un calcolo miope e forse suicida (10 ago)

La paura non viene dal rating - Nella prima seduta dopo il declassamento del rating sul debito Usa Wall Street scende a precipizio. Colpa di Standard & Poor’s? No, perché nel frattempo i prezzi del titoli del Tesoro americano sono in rally. Sono i timori che l’economia torni in recessione a far crollare la Borsa (8 ago)

I dilettanti dell'austerity - I leader europei hanno rimediato alle decisioni clamorosamente sbagliate di un anno fa sulla Grecia. Un errore costato assai caro non solo ad Atene, ma a tutta la zona euro. Quanto ci vorrà perché capiscano che un errore analogo è quello di puntare, per tutta l’Europa, sugli aggiustamenti di bilancio senza preoccuparsi della crescita? (22 lug)

Privatizzazioni? Elogio del clientelismo - Ce le chiede perentoriamente l’Unione europea, le pretendono i mercati, sono previste nella manovra economica. Ma è davvero una buona idea? Bisognerebbe riflettere sul fatto che se l’Italia è diventata una delle prime economie mondiali è grazie all’intervento pubblico (14 lug)

Il “malato” di Palazzo Chigi e l’ipocrisia dei potenti - Quando la moglie definì così Berlusconi nessuno poteva percepire, perché molti fatti non erano noti, che non lo aveva detto spinta dal rancore, ma perché lo pensava davvero, sulla base di comportamenti la cui impronta, visto il ruolo del personaggio, condiziona pesantemente la politica italiana. Ma anche gli altri potenti del mondo stanno dando una pessima prova di fronte alla crisi (12 lug)

Un pifferaio sommerso da una valanga di "sì" - Il risultato dei referendum testimonia che Berlusconi è ormai completamente screditato, anche agli occhi del suo elettorato che, in una misura da un quarto a un terzo, ha bocciato due importanti decisioni politiche del governo e la legge ad personam sul legittimo impedimento. Il premier non lascerà mai il suo posto spontaneamente. Ma il “cambio di passo” vagheggiato dai leghisti è quanto mai improbabile (13 giu)

Quattro “sì” che valgono doppio - I referendum di domenica e lunedì prossimi hanno un’importanza persino maggiore delle elezioni amministrative appena passate. Si decide su argomenti di grende importanza, che condizioneranno la nostra vita per molti anni a venire.  Ma hanno anche una chiara valenza politica, perché dovranno confermare o rigettare alcune decisioni chiave prese dal governo (9 giu) 

Il decennio perduto dal berlusconismo - Nella sua ultima relazione da governatore di Bankitalia Mario Draghi, nonostante un sapiente bilanciamento fra passaggi critici e apprezzamenti, condanna senza appello la politica degli ultimi dieci anni e i “tagli orizzontali” di Tremonti. E sulla linea che seguirà alla Bce lascia pochi dubbi: vestiremo alla tirolese (31 mag) 

Ocse, sull’acqua ai privati raccomandazione su richiesta - L’Ocse caldeggia all’Italia la completa privatizzazione dei servizi idrici. Ma è largamente noto a chi sa qualcosa del funzionamento di questi organismi internazionali che considerano uno dei loro compiti aderire alle richieste dei governi di appoggiare provvedimenti che che risultano impopolari (10 mag)

Se allo statistico serve il batiscafo
- Sull’economia sommersa circolano le stime più varie. C’è persino chi sostiene che in Italia valga un terzo dell’economia, ma è una tesi che fa a pugni con la realtà: per convincersene basterebbe dare un’occhiata alla composizione del Pil (3 mag)

Quante volte, Silvio? -
L’accelerazione sul finto testamento biologico alla vigilia delle elezioni è un evidente tentativo di recuperare il voto cattolico. Ma il premier del governo più clericale della storia della Repubblica infrange allegramente almeno sette dei Dieci Comandamenti (28 apr)

Gli italiani in Germania: ”Non siamo come Berlusconi” - A Friburgo ristoratori e commercianti espongono un volantino su cui campeggia un “Basta Berlusconi”, per il 2 aprile manifestazione con una raccolta di firme per chiederne le dimissioni. “Ci vergogniamo della nostra immagine” (31 mar)

Trichet, l’inflazione e la medicina sbagliata - L’aumento dei prezzi è dovuto solo al costo dell’energia, ma se si aumentano i tassi per frenarlo si danneggia la ripresa. Una soluzione ci sarebbe, ma la potentissima lobby della finanza finora è riuscita a bloccarla (8 mar)

Il rebus tra debiti e crescita - La crisi fa impennare del 37,6% i debiti pubblici dei paesi del G20 al 2015. Che fare? Ne hanno discusso il Director of  Fiscal Affairs dell’Fmi Carlo Cottarelli e alcuni autorevoli economisti. Le strategie sono controverse e per l’Italia il sentiero da seguire è stretto e difficile. L’emissione di euro-bond potrebbe sostenere la exit strategy (25 gen)


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 2009 - 2010 Riduci

Perché l'Irlanda non vuole gli aiuti - Con un deficit/Pil al 32% e il disastro del sistema bancario Dublino da sola non ce la può fare, ma non vuole che le si imponga di aumentare le imposte sulle imprese, solo al 12,5% e considerate concorrenza sleale dai partner Ue. Ma probabilmente mira solo a far passare le elezioni ormai prossime (16 nov )

Vendola, Pisapia: due indizi sono più di mezza prova - Le primarie per il candidato sindaco di Milano hanno ripetuto il copione già visto in Puglia. Il messaggio per il Pd dovrebbe essere chiaro: i suoi elettori non vogliono la marmellata veltroniana, ma un partito che ritrovi un’identità nell’ambito della sinistra (16 nov) 

Un naufrago aggrappato al relitto di un governo - Non ci si può stupire che Silvio Berlusconi resti aggrappato al suo governo come un naufrago a un relitto, perché solo quello ancora lo salva dai vari i processi, ma l'epilogo è in vista. Ma il "dopo" non può prescindere dalla crisi internazionale in atto (9 nov)

L'Ocse: "Attenti alle classifiche, possono fare danni" - L'organizzazione lancia l'allarme sul rapporto di Transparency International: "Metodologia poco chiara e viziata da pregiudizi, ma i risultati vengono usati da chi decide gli aiuti internazionali". L'analisi corrisponde in molti punti a quella fatta in questo articolo che criticava una classifica sulla competitività (26 ott)

L’ossessione della Bce - Il presidente Trichet attacca la decisione dei ministri finanziari Ue sulla riforma del Patto di stabilità e chiede che il suo dissenso venga messo a verbale, cosa mai accaduta prima. Su questioni altrettanto importanti ma che non riguardavano come questa i conti pubblici la Bce invece ha taciuto del tutto (21 ott)

Sanzioni Ue, il primato resta alla politica - La Germania, i paesi nordici, Commissione e Bce volevano che scattassero automaticamente se non si rispettano le regole sui conti pubblici del Patto di stabilità. Invece decideranno i capi di Stato. Si è evitato di conferire un potere ingiustificato a tecnocrati che non sono affatto "neutrali" (18 ott)

Produttività e declino - Il crollo degli investimenti nel 2009 dopo il netto calo del 2008 dovrebbe far riflettere sui limiti di una politica, da parte sia del governo che degli imprenditori, che punta solo all’uso più intensivo e meno costoso della forza lavoro (1 lug) 

Carniti: la Caporetto del contratto nazionale - Parla l'ex segretario della Cisl: "Pomigliano è un punto di svolta, si illude chi dice che non si ripeterà. Il vero errore dei sindacati è l'afasia su una strategia per il futuro" (23 giu)

Considerazioni "alla tedesca" - Non ha dato spunto a polemiche, quest’anno, il discorso del governatore. Che però ha preso una posizione molto netta sul futuro dei conti pubblici con implicazioni non da poco sulla politica economica. Forse con un occhio a Francoforte (31 mag)

Le "mani visibili" che fanno scendere l'euro - La ricetta contro la speculazione consiste in tagli pesanti ai bilanci e blocco dei salari. Ma questo provocherà deflazione e gli stessi speculatori prendono allora di mira la moneta europea, in un circolo vizioso alimentato dai soldi gratis distribuiti dalle banche centrali. Si vuole curare la crisi con le stesse idee che l’hanno generata (19 mag)

Crisi, chi paga il conto - Le conseguenze di un danno dovrebbero ricadere su chi l’ha provocato. Ma non è quello che sta avvenendo. E anche le ricette dell’ultimo Bollettino della Bce insistono soprattutto su un fattore: i salari. E ancora non ci sono misure per evitare che il disastro si ripeta (13 mag)

Rating, gli errori dei regolatori - I giudizi delle agenzie, rivelatisi molto spesso clamorosamente sbagliati, sono in molti casi resi obbligatori e ufficializzati da norme delle autorità, dall'accordo di Basilea, dalla stessa Bce. Rainer Masera: "Estremamente peridolosi". Lorenzo Bini Smaghi (Bce): "Sugli Stati valutazioni alternative" (8 mag)

Il pollaio Europa e la volpe Miliband - Il premier britannico Gordon Brown ha rilanciato la candidatura di David Miliband a ministro degli Esteri dell’Ue. Per Brown sarebbe un doppio vantaggio, ma per l’Europa designare alla carica più importante il rappresentante del paese che da sempre ne frena lo sviluppo sarebbe come mettere la volpe a guardia del pollaio (10 nov)

Tobin tax, dai no-global al G20 - Nel vertice in Scozia  il premier inglese Gordon Brown ha proposto di tassare le transazioni finanziarie. Un’idea avanzata nel 1972 dal premio Nobel James Tobin, poi fatta propria dai movimenti internazionali per combattere la povertà. Ma “la fantasia al potere” è durata poche ore (7 nov)

Troppa flessibilità fa male alle imprese
- Di che cosa si parla quando si discute di posto fisso? I discorsi degli imprenditori e di molti economisti sottintendono una realtà inesistente, ossia che l'impresa non abbia possibilità di dosare il fattore lavoro secondo le esigenze produttive. Sarebbe invece più utile, guardando alla storia del XX secolo e degli ultimi 30 anni in particolare, chiedersi se la flessibilità non sia nociva per l'economia in generale e anche per il funzionamento delle imprese (5 nov)

I giorni dell’Irap - Pessima, anzi ottima: le ragioni di chi vorrebbe abolire un’imposta sulle imprese odiata fin dalla sua introduzione e le repliche di chi la difende, spiegando la logica di quegli aspetti che gli accusatori considerano assurdi, come il fatto che bisogna pagarla anche se il bilancio chiude in rosso (22 ott)

La coperta corta dei posti di lavoro - L'aumento dell'età pensionabile sembra l'unica soluzione ragionevole al problema della spesa previdenziale, ma bisognerebbe anche dire come far aumentare il numero di posti di lavoro: non certo riducendo le retribuzioni, già basse nel confronto coi paesi Ocse (13 ott)

La bollicina speculativa - Ancora un forte rialzo delle Borse, che dai minimi di marzo sono salite di ben il 50%, mentre i rendimenti dei titoli pubblici sono in molti casi addirittura negativi al netto dell'inflazione. Il motivo non può che essere il mare di liquidità creata dalle banche centrali per tamponare la crisi: 7 trilioni di dollari secondo Stiglitz. Una situazione rischiosa, mentre le cause del disastro non sono state rimosse (6 ott)

La democrazia vicina all'Anno Zero - Il governo ha creato il “caso Annozero”, ma il problema è che è ormai la democrazia del nostro paese ad essere molto vicina all’anno zero. Scandalizzate e veementi proteste, ma neppure uno straccio di smentita ai contenuti della trasmissione. I rischi di deriva non sono da sottovalutare (30 sett)

Banche, a quando il "price cap"? - Il governatore Mario Draghi fa un altro piccolo passo avanti nella difesa del consumatore: introdotti un "indice sintetico di costo" e il "conto corrente semplice", con le funzioni di base a costo fisso. Ma servirebbe anche un controllo sulle tariffe bancarie, come avviene nei paesi avanzati per i servizi di pubblica utilità (12 sett)

Emigriamo in Tunisia - Un’altra delle solite classifiche di fonte “autorevole”: stavolta è il World Economic Forum che ci colloca al 48° posto (su 133 paesi) nella graduatoria della competitività. Meglio di noi si piazzano l’Islanda e il Cile, la Lettonia e la Tunisia, dove, secondo il Rapporto, le popolazioni hanno “migliori opportunità”. Ma c’è poco da ridere: queste castronerie hanno uno scopo (8 sett)

Nome: Pd. Identità: non pervenuta - La battaglia congressuale del Pd entra nel vivo e i tre candidati, Pierluigi Bersani, Dario Franceschini e Ignazio Marino, hanno presentato i loro programmi (in coda, i link). Fra le belle frasi, nella maggior parte dei casi del tutto condivisibili in quanto estremamente vaghe, non  è facile cogliere le differenze (27 lug)

Le parole del lavoro - Occupati, disoccupati, forze di lavoro, unità di lavoro: queste parole sembrano avere un significato immediatamente comprensibile, eppure possono trarre in inganno, perché nella terminologia statistica ognuna di esse ha un significato preciso, che spesso non coincide esattamente con il senso comune (22 lug)

Dal sistema bancario due cattive notizie - L'allarme del direttore del Fondo monetario sui titoli tossici ancora nei bilanci delle banche e la notizia da parte della Bce sul record di depositi bancari presso di essa sono due cattive notizie tra loro collegate (6 lug)

Tre candidati per una corsa in salita - Dario Franceschini, Pier Luigi Bersani, Ignazio Marino: in lizza per la segreteria di un partito da reinventare. Che Pd sarebbe, nei tre diversi casi? Proviamo ad esaminare gli elementi di cui finora possiamo disporre (4 lug)

L’Ocse e i conti senza le tasse - L’organizzazione ha diffuso una studio in cui confronta i sistemi previdenziali dei paesi membri e  da cui risulta che l’Italia spende in rapporto al Pil il doppio della media. Ma la metodologia utilizzata (anche da altre istituzioni sovranazionali e nazionali) si presta a parecchie obiezioni (23 giu)

Draghi: niente quiete dopo la tempesta - Altro che "il peggio è alle nostre spalle": l'Italia è in bilico e senza un deciso intervento di politica economica, che il governo finora non ha attuato, rischia di precipitare in un avvitamento negativo dell'economia. Dalla relazione del governatore emerge una fortissima preoccupazione (29 mag)

CCCP: Competitività, Cuneo, Contrattazione, Previdenza - Una discussione con l’economista del Cerm Nicola Salerno sui temi del welfare, dei salari e dell’industria. Non abbiamo risolto tutti i problemi dell’Italia, ma magari ci trovate qualche spunto interessante (28 mag)

Qualche altra domanda al premier - Se Berlusconi dovesse mai decidere di rispondere alle domande poste da Repubblica sul caso di Noemi Leitizia, potrebbe approfittare dell’occasione per chiarire anche qualche altro dettaglio su fatti collegati al caso Mills (26 mag)

Il welfare e l’identità della sinistra - Un saggio di Laura Pennacchi, "La moralità del welfare - Contro il neoliberismo populista", mostra come lo sviluppo della protezione sociale e dei diritti di cittadinanza siano connaturati a quello della democrazia e fa giustizia della teoria della fine delle differenze tra destra e sinistra (14 mag)

Cronache del dopo-bolla - Le analisi sulla crisi e le proposte del Nobel Stiglitz, del banchiere Masera, dell'economista Spaventa e del direttore dell'Abi Zadra. L'economista americano: "Basta con le mega-banche". L'impazzimento della finanza e le nuove regole da adottare (7 mag)

Il Cavalier Multivac - L’idea di Berlusconi di far votare in Parlamento solo i capigruppo (dieci persone, su mille parlamentari!) fa tornare alla mente il racconto di fantapolitica di un celeberrimo scrittore e scienziato americano, Isaac Asimov (11 mar)

Previsione e rassicurazione - Tutti i grandi centri che formulano previsioni affermano che nel 2010 ci sarà la ripresa. Ma che credibilità ha una previsione a un anno, visto che gli stessi soggetti continuano a correggere in peggio le stime da un mese all'altro? Il fatto è che a cercare di rimediare alla crisi sono gli stessi che hanno contribuito a provocarla (10 mar)

Franceschini e la paura di dire "sinistra" - Le prime mosse del "segretario di passaggio", messo lì a prendersi qualche nuova sconfitta elettorale e in attesa del candidato "vero", sono migliori di quanto ci si potesse aspettare e sembrano indicare una discontinuità. Se avrà il coraggio di portare a fondo l’analisi sugli errori commessi, potrebbe conquistare una vera leadership (2 mar)

 Un Cincinnato per il Pd - Nei momenti di grave crisi Roma eleggeva un dittatore con pieni poteri. Lo stesso dovrebbe fare il Pd, con una persona che dia il tempo di emergere a una nuova classe dirigente e poi si faccia da parte. Una figura che richiami l'identità storica della sinistra riformista e sia esterna alla gestione del partito negli ultimi anni. Come Sergio Cofferati (20 feb)

Pio XII più laico di Berlusconi - In un discorso ai medici cattolici del 1957 escludeva che in casi come quello di Eluana si possa parlare di eutanasia e ribadiva il diritto del malato o dei familiari di rifiutare cure non ordinarie. Quanto al momento della morte, "la risposta non può derivare da alcun principio religioso e morale e, per tale aspetto, essa non cade sotto la competenza della Chiesa" (9 feb)

A Passera uno scherzo da Prelatura - Pubblicato per poche ore un falso profilo su Facebook in cui il banchiere, oltre a cercare “una relazione” e “appuntamenti” in rete, risultava membro dell’Opus Dei (17 gen)

Le pagelle di chi ha sbagliato tutto - L’Italia è in coda alla classifica della libertà economica, scrivono tutti i giornali. E chi l’ha stilata questa classifica? I signori della Heritage Foundation, i capostipiti dei principi neo-con e ultra liberisti ai quali dobbiamo l’attuale disastro dell’economia mondiale (13 gen)

Una rondine non fa primavera. Neanche per le Borse - Il 2009 è iniziato con robusti rialzi, ma è molto improbabile che la fase negativa sia finita. Ogni crisi è diversa dalle altre e quindi non si può mai dire, ma se dovessimo basarci sull’esperienza dovremmo prevedere un periodo nero di molti anni e un ribasso esagerato quanto lo è stato il rialzo precedente (3 gen)


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 2008 Riduci

Un fallimento liberista - A portare alla bancarotta i giganti dell'auto Usa sono stati anche, e in modo determinante, i deficit dei Fondi aziendali pensionistici e sanitari. La società ha chiesto ai privati i servizi di welfare che lo Stato non fornisce, e questo è il risultato (12 dic)


La crisi di inizio secolo - Sarà probabilmente ricordata così, come quella degli ultimi anni dell’800 che è invece “la crisi di fine secolo”. Le riduzioni di tassi e i piani di aiuto dei governi sono terapie di sostegno, ma la guarigione richiederà anni, perché devono essere riassorbiti fortissimi squilibri dell’economia mondiale (4 dic)

 

Perché è sbagliato detassare Stachanov - Il governo replica il provvedimento di detassazione per i premi di produttività. Che però non serve allo scopo dichiarato (aumentare la produttività, appunto), ma a ridurre il costo del lavoro e dare più libertà agli imprenditori nella gestione del salario (28 nov)

 

La tedesca, il francese e il giapponese Almunia - Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno firmato un appello congiunto per sospendere le regole europee che impongono un rigore di bilancio che non permette di tamponare i guasti della crisi finanziaria. Solo il commissario alle Finanze Joaquin Almunia continua a insistere su quelle regole, come i giapponesi che continuavano a combattere senza sapere che la guerra era finita (25 nov)


Tu rischi, io guadagno - L'Euribor, il parametro più usato dalle banche per indicizzare i mutui è sommerso dalle critiche, perfino dei banchieri centrali. Dopo le quali è arrivato il primo mutuo indicizzato al tasso Bce. Ma perché le banche avevano scelto proprio quello? Per scaricare il rischio sui clienti (11 nov)

 

Ocse, pressione fiscale e pressione politica - L’organizzazione ha diffuso i dati della consueta classifica e l’Italia risulta al sesto posto. Sono stati due ricercatori della stessa organizzazione a dimostrare in uno studio che per calcolare in modo corretto la pressione fiscale bisognerebbe considerare altri fattori. Ma si continua a non tenerne conto (15 ott)


Euribor: pensate anche ai “piccoli” - Il tasso da cui dipendono le rate della maggior parte dei mutui resta ai massimi da 14 anni nonostante il taglio del tasso di sconto. Ma è inappropriato allo scopo per cui è usato: lo dice anche Bini Smaghi della Bce (10 ott)


Gli errori del ’29 e il rischio di oggi - Gli sbagli più gravi che trasformarono la crisi di Borsa in depressione oggi non vengono ripetuti, tranne, finora, uno in Europa. Che potrebbe portare a incidere il Patto di stabilità sulla lapide della crescita (8 ott)

 

Il rischio di panico e la logica del cerino - La crisi si sta rivelando una bomba a più stadi, innescata dalla deregolamentazione, fatta detonare dai mutui subprime, amplificata dalla speculazione al ribasso, in un gioco che forse è sfuggito di mano a tutti (6 ott)

 

Attacco alle banche, le unghie della speculazione - Mentre per i casi esteri gli istituti che crollavano in Borsa erano effettivamente in difficoltà non sembra che esistano motivi del genere per le banche italiane, Unicredit e Intesa SanPaolo (1 ott)

 

Petrolio, balzo sul nulla - D'improvviso il prezzo sale di quasi 30 dollari in una sola seduta, una cosa mai vista. Bush sta bombardando l'Iran? Ma no: solo solo gli speculatori al ribasso che si ricoprono alla scadenza del contratto future di ottobre (23 set)

 

La verità è nuda, meglio coprirla - La vicenda del dipinto del Tiepolo nella sala stampa di Palazzo Chigi è una perfetta allegoria del modo con cui Berlusconi vuole esercitare la sua leadership: se ritiene che la “Verità svelata” non sia opportuna, la modifica senza pensarci due volte (12 ago)

 

Corpus nostrum - Vescovi e cardinali, cattolici senza dubbi, atei devoti, politici in cerca di benemerenze e persino qualche insospettabile giurista si affannano per trattenere in una parodia di vita il corpo di quella che fu Eluana Englaro, arrivando ad evocare il conflitto tra poteri dello Stato (16 lug)

Giustizialisti e malfattori - La legge che blocca i processi del premier è a un passo dall'approvazione definitiva: si fermerà dunque il processo di Milano dove Berlusconi è imputato di corruzione giudiziaria, falso in bilancio, appropriazione indebita, frode fiscale e dove ci sono montagne di documenti per sostenere l'accusa. Intanto molti intellettuali si scagliano contro i "giustizialisti" e invocano la "legittimazione reciproca" degli schieramenti politici (9 lug)

Non basta lavorare di più - I dati Istat confermano l'inutilità della detassazione degli straordinari ai fini della produttività: nel 2007 le ore lavorate sono aumentate, ma il valore aggiunto prodotto con ogni ora di lavoro è diminuito (9 lug)

Draghi, tra spunti originali e "pensiero unico" - Anche nelle Considerazioni di quest'anno il governatore insiste su alcuni temi importanti che i suoi predecessori avevano trascurato, come la difesa dei risparmiatori e i conflitti d'interesse nella finanza. Ma nelle parti che riguardano la politica economica e il mercato del lavoro si lascia andare ai luoghi comuni di moda tra gli economisti e i politici (1 giu)

Straordinari, l'opera da tre soldi - Il provvedimento di detassazione varato dal governo è finanziato per ora con soli 400 milioni. Meglio così, perché non raggiungerebbe in ogni caso i due scopi dichiarati (aumentare le retribuzioni e favorire la competitività). Ma allora perché si fa, con il plauso di Confindustria? Perché alle imprese quelle ore costano meno delle ordinarie (22 mag)

Le ceneri della sinistra - Si può fare a meno della sinistra? Basta una tornata elettorale a mettere fine, con la durezza dei fatti, al dibattito se abbia ancora un senso definirsi "di sinistra"? Le analisi sul risultato elettorale hanno messo in evidenza alcuni fattori sui quali è opportuno riflettere (23 apr)

Né di sinistra, né di destra. Né presentabile - Sono in molti a insistere che le forze politiche maggiori dovrebbero accordarsi su una serie di obiettivi che non sarebbero "né di destra, né di sinistra", ma indispensabili per il paese. Nel dibattito teorico vengono spesso introdotti elementi di confusione, ma è invece chiaro l'obiettivo pratico di una parte dei ceti dirigenti: dopo le elezioni, una "grande coalizione" che faccia una politica liberista (13 mar)

Petrolio, un record che non è un record - A New York è salito ancora di un cent a 100,10 dollari al barile ritoccando il record nominale del 3 gennaio. Ma se si considerano l'effetto dell'inflazione e le variazioni dei cambi si scopre che non siamo ancora ai livelli toccati nel '79 e nell'80-82 (19 feb)

Le divisioni del Papa - L’improvvida iniziativa dell’invito al Pontefice da parte del rettore della Sapienza e le reazioni che ha provocato hanno spaccato il mondo accademico e quello politico. La contestazione dei docenti era condivisibile, ma l’opposizione alla presenza di Benedetto XVI politicamente sbagliata: si poteva fare qualcosa di diverso (18 gen)

La crescita e la filosofia dei governatori - Jean Claude Trichet e Ben Bernanke hanno parlato a poche ore di distanza l'uno dall'altro. Le preoccupazioni del presidente della Fed sono tutte per lo sviluppo Usa che sta rallentando, quelle del suo collega della Bce per l'inflazione, da controllare attraverso la moderazione salariale: a costo di rialzare i tassi affaticando ancora la modesta crescita europea (10 gen)

Fiat, bene sul mercato, debacle in Borsa - Pur avendo presentato eccellenti risultati sulle vendite 2007 il titolo è bersagliato al listino. I motivi sono estranei alla società e riguardano le valutazioni degli operatori sulla crescita economica e il mercato dell'auto in generale (04 gen)

Il Berlusgate e la privacy di Nixon - Un piccolo confronto fra il caso della telefonata di Berlusconi e il Watergate: gli americani costrinsero un presidente a dimettersi, da noi importanti politici, anche del centro sinistra, non discutono del tentativo di corrompere i senatori, ma della privacy del Cavaliere (3 gen)


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 2007

Metti una sera Walter e Silvio… - La riforma elettorale e i possibili scenari. Gli attori, la possibile sorte del governo, le varie ipotesi di cambiamento del meccanismo elettorale. Il dialogo fra Veltroni e Belusconi poggia su una oggettiva convergenza di interessi (7 dic)

Cani e gatti in Finanziaria,una norma da animali - Un emendamento introdotto nella notte si occupa degli animali abbandonati. Lodevole, ma fuori posto in una legge che si dovrebbe occupare di grandezze macroeconomiche (6 dic)

Euro e petrolio, record "cugini" - Le loro quotazioni vanno sempre più su. Oggi la valuta Ue ha toccato 1,4571 sul dollaro, il greggio i 97 dollari. C'è qualche legame tra i due fenomeni, ma le cause di base sono diverse (6 nov)

L’insostenibile leggerezza del salario - Il governatore Draghi ha avuto il merito di attrarre l’attenzione su un problema peraltro largamente noto. Ma ciò che stupisce sono alcune delle reazioni che ha suscitato (30 ott)

Riassunto della Previti story - Ci sono voluti 433 giorni perché Cesare Previti, condannato per corruzione a sei anni e all'interdizione dai pubblici uffici, fosse dichiarato decaduto da deputato dalla Giunta delle elezioni. Qui ho raccolto i link ad alcuni articoli in cui mi sono occupato del caso (31 lug)

L'accordo del disaccordo - Sosterremo l'accordo, ha dichiarato Guglielmo Epifani, ma questa è la fine della concertazione. Un altro colpo che allontana il governo Prodi dalla sua area di riferimento. Non è la conseguenza di un'incapacità di comunicazione o di governo, ma di un assetto istituzionale da cambiare (27 lug)

Articolo 18 e scalone pari non sono - La battaglia contro il brusco innalzamento dell’età pensionabile ha assunto i toni che ha avuto quella sulla modifica allo Statuto dei lavoratori. Ma una cosa è la libertà di licenziare, altro è che un pugno di persone debbano lavorare tre anni in più. Ingiusto, certo: ma su questo problema si potrebbe trattare, mentre sarebbe insensato far cadere il governo (12 lug)

Tre schiaffi alle banche - Cardia, Draghi, Padoa Schioppa: per la prima volta le maggiori istituzioni di controllo prendono decisamente le parti dei clienti. Il motivo c'è: tutto è cambiato nel mondo del credito (11 lug)

Banche e finanza, la strigliata della Consob - La relazione annuale del presidente dell'Authority sulle società e la Borsa denuncia i punti oscuri del sistema e annuncia iniziative per correggerli. I costi eccessivi delle banche, i conflitti d'interesse che pervadono società e investitori istituzionali (9 lug)

Gli ultimi giorni di Previti da abusivo (forse) - La Giunta per le elezioni ha finalmente espresso l’ultimo voto sulla sua decadenza da deputato. Ma c’è ancora un ultimo passaggio, il voto dell’assemblea della Camera. Là il centro sinistra ha una maggioranza sicura, ma i tempi prima dell’interruzione estiva dei lavori sono stretti (9 lug)

Mito e realtà dell’”economia sociale” - Chiamata anche Non profit o Terzo settore, continua a riscuotere consensi tra politici e intellettuali anche progressisti, che vi vedono addirittura il modo di andare “oltre” l’attuale sistema di welfare. Le sue virtù, però, sono proclamate, ma mai provate. E anzi l’osservazione di quel che accade nella realtà dovrebbe far capire che si tratta di una strada senza sbocco e anche dannosa (22 giu)

Gli eversori in Parlamento - Sostenere che la maggioranza che sostiene il governo non rappresenta più la maggioranza del paese può far far parte della dialettica politica, ma pretendere, in base a questo, elezioni subito è una posizione eversiva (8 giu)

La polizza vita che rende quanto il materasso - Il nome è "Conto pensione", ma dopo sette anni di versamenti il capitale maturato è meno dei soldi versati: colpa di spese e tasse. Solo grazie alle detrazioni fiscali si va quasi in pari. Un esempio di prodotto venduto per quello che non è (30 mag)

Montezemolo: efficace, di parte, non originale - Il discorso all'assemblea di Confindustria è stato di grande effetto. Anche troppo: il presidente non ha fatto che ripetere tutte le problematiche da tempo presenti nel dibattito politico. Né ci si può stupire che abbia rivendicato i meriti degli imprenditori, omettendo errori e malefatte (27 mag)

Sull’economia Palazzo Chigi non si consiglia - I pochi superstiti del Dipartimento economico della presidenza del Consiglio sono pagati per non far nulla. Eppure fu proprio Prodi, ai tempi del suo primo governo, a creare questa struttura. Emarginati da Tremonti, speravano che ora l’aria cambiasse, invece niente (24 mag)

Previti, un anno da abusivo - Condannato per corruzione a sei anni e all’interdizione dai pubblici uffici, doveva essere dichiarato decaduto da deputato giusto dodici mesi fa. Mail ai membri della Giunta delle elezioni (a maggioranza di centro sinistra) per chiedere conto di questa incredibile omissione - Le risposte dei deputati (24 mag)

La linea del Pd, Dico e non dico - Esponenti del futuro Partito democratico ad entrambe le manifestazioni, contrapposte, sulla famiglia. Ma non è l’unico caso: le stesse distanze che si registrano sui problemi religiosi ci sono per l’economia e per il welfare. E’ forse il caso di riflettere sul fatto che i confini del partito sono troppo indefiniti (12 mag)

La vergogna del cinque per mille - Il governo aveva assicurato che i criteri per selezionare i beneficiari di una quota delle nostre tasse sarebbero stati più restrittivi, invece non è cambiato niente: nell’elenco rimangono Guardia Padana e Donne padane, l’Associazione del tamburello e l’Accademia del Peperoncino, circoli di golf, di squash e di bridge e persino il Rotary Club. Si getteranno via così dai 270 ai 660 milioni (8 mag)

W il 1° maggio rock e proprietario - La folla a Piazza San Giovanni è fatta soprattutto di giovani che probabilmente non hanno mai sentito i vecchi slogan della sinistra. Ma forse è giusto così: il “Concertone” per la festa del lavoro è la rappresentazione di un mondo ormai profondamente cambiato (1 mag)

Mastella e il dispetto alla moglie - La minaccia di mettere in crisi il governo per evitare una riforma elettorale sgradita è probabilmente un bluff: gli effetti sarebbero deleteri per il centro sinistra e per il paese, ma non eviterebbero ciò che il leader dell'Udeur teme (15 apr)

Perché un telefono è diverso da un aereo - Chi sostiene che è irrilevante se la proprietà di Telecom passa all’estero non considera che è l’azienda italiana che spende di più in ricerca (5 apr)

I vescovi e la coscienza dei cattolici La nota dei vescovi sul comportamento dei politici cattolici afferma due cose in modo diretto: noi possediamo la verità; quindi dovete fare quello che diciamo noi. E un’altra cosa in modo indiretto: i cattolici non hanno una coscienza propria (30 mar)

Obiezione di coscienza? Sì, ma non gratis - Il principio, previsto anche nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo, va rispettato, ma bisogna anche evitare di subire scelte opportunistiche. Bisognerebbe prevedere quanto meno una “compensazione”, come si fece per la leva obbligatoria: il servizio civile durava di più (28 mar)

Mica scemi certi “estremisti” - Una delle polemiche ricorrenti della destra è che l’ala radicale della sinistra “dice no a tutto” per partito preso. Ma può succedere, guarda un po’, che persone qualificate, pur essendo lontanissime da quelle posizioni politiche, esprimano opinioni ben motivate che danno ragione a quelle tesi. Come sulla base Usa di Vicenza e sull’alta velocità in Val di Susa (22 mar)

I prelati del liberismo e i bachi del sistema - La rubrica di Hugo Dixon su Repubblica è un piccolo capolavoro di fede cieca. Ma la difesa che fa dei Fondi di private equity dovrebbe far riflettere i nostri responsabili della politica finanziaria sul ruolo di quegli “investitori istituzionali” tanto invocati e a cui viene in parte sacrificata la sicurezza delle pensioni (20 mar)

Il grande intrico della riforma -
Modificare il sistema elettorale è necessario, ma avrebbe senso se il risultato fosse di eliminare i partitini dell'1%; che, però, sarebbero disposti a provocare una crisi di governo per evitarlo. Intanto incombe il referendum (18 mar)

I rischi di Wall Street e quelli italiani - La Borsa americana trema. Sono sempre di più i mutui immobiliari non rimborsati, e questo può innescare una reazione a catena: fallimento degli intermediari specializzati, grosse perdite per le banche che li hanno finanziati, ma anche per Fondi pensione e Hedge Fund, quindi un ribasso delle quotazioni che, dopo quasi sei anni di crescita, potrebbe essere pesante. Può succedere la stessa cosa anche in Italia?
(15 mar)

S’i’ fossi Prodi… - I dodici punti su cui il presidente ha impegnato la maggioranza che poi gli ha rivotato la fiducia hanno un significato simbolico oltre che programmatico. Ma ci sono almeno quattro problemi, di grande importanza, che andrebbero affrontati subito, proprio perché il governo oggi appare a rischio: ora o mai più (o almeno, chissà quando) (1 mar)

La prima volta di un governatore
La Banca d’Italia si era sempre preoccupata dei bilanci delle banche e per nulla dei costi caricati sui clienti. Ora Mario Draghi ha lanciato quasi un ultimatum: o li diminuite, o interverrò io. Non è una svolta “populista”, ma una corretta interpretazione del mercato, di cui fa parte sia chi vende servizi che chi li compra (16 feb)

Non possunt? Non calet!- La Chiesa prende una netta posizione contro la legge sulle unioni civili e minaccia una frattura politica. Faccia pure: seguende questa linea riuscirà solo a perdere autorevolezza (7 feb)

La sostenibile leggerezza della crescita - Riemerge l’antica polemica sui rischi della crescita economica. Ma non ha molto senso, non solo perché ormai la maggior parte dei prodotti è del tutto immateriale, ma anche perché si è visto che, se si vuole, si può continuare a svilupparsi inquinando sempre meno (6 feb)

Ti fo pagare e me ne vanto – La pubblicità istituzionale sui provvedimenti della Finanziaria proclama orgogliosamente di aver introdotto nuovi ticket. Che negli uffici che preparano queste campagne siano rimasti gli uomini di Berlusconi? (20 gen)

Fondi pensione: problemi immaginari e problemi reali - I sostenitori dello sviluppo di questo strumento utilizzano argomenti in palese contraddizione con la realtà. Il rischio verso cui si spingono i lavoratori invece non è affatto teorico, e implica che a qualcuno potrà andare molto bene e ad altri molto male. Una proposta per un diverso utilizzo del Tfr a fini previdenziali (12 gen)

Il terrorismo dell’Ocse - Gli ultimi dati diffusi dall’organizzazione parlano di un debito pubblico italiano che salirebbe vorticosamente fino a raggiungere il 365% del Pil nel 2050: per evitarlo bisogna tagliare tutto, pensioni, sanità, welfare. Ma il metodo dell’Ocse, dal punto di vista scientifico, vale zero. Allora perché dice queste cose? Viene da pensar male (5 gen)


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 2006

L’ultima barriera dell’ipocrisia - Piergiorgio Welby se n’è andato mentre la maggior parte del politici, sanitari e giudici coinvolti nel suo caso dava uno spettacolo miserando di affermazione di principi astratti e terrore di assumersi delle responsabilità concrete. Ora faranno di tutto per insabbiare il problema (21 dic)

 

Indecisi a tutto - Caso Welby, solo la ministra ha ancora dei dubbi - Sette mesi non sono bastati per far decadere Previti (13 dic)

 

Casini a caccia di leadership - Lo ‘strappo’ del leader dell’Udc non sembra una mossa tattica, quanto piuttosto l’inizio di una strategia per conquistare dall’esterno quell’investitura che, altrimenti, difficilmente il centro destra gli darebbe (7 dic)

 

Giustizia è sfatta - Il modo con cui la Cassazione ha annullato il processo a Cesare Previti è vergognoso. Dato che così è inevitabile che scatti la prescrizione, solo l’aver rilevato gravi vizi di procedura avrebbe giustificato una decisione del genere (1 dic)

 

Deaglio come Pinocchio - Ha denunciato possibili brogli elettorali: la Procura romana ha aperto un'inchiesta e l'ha subito conclusa mettendo sotto accusa lui per diffusione di notizie false. Ma qualcuno ci spiegherà il mistero delle schede bianche? (28 nov)

 

Il profit del non profit - Una inchiesta di "Report" sugli esternalizzati degli ospedali romani scoperchia una situazione scandalosa: centinaia di lavoratori precari da anni e con retribuzioni da fame. Ma l'ospedale non risparmia, anzi, spende più che se li assumesse. Il caso impone anche una riflessione sulla realtà della cosiddetta "economia sociale" (18 nov)

 

Vince la lobby del 5 per mille - E' stata ripristinata, nella Finanziaria, la possibilità di destinare una parte delle tasse pagate a una serie di soggetti: un successivo decreto stabilirà chi può aspirarvi. Sono 250 milioni buttati: l'anno scorso i possibili beneficiari erano circa 40.000, tra cui Guardia padana, amici del peperoncino, circoli del golf (15 nov)

Tfr o Fondi, scelta con brivido - Dice la teoria che nel lungo periodo l’investimento azionario rende di più. E’ vero, ma non sempre: in passato c’è stato un periodo a rendimento zero durato trent’anni. Poi bisogna considerare da una parte le spese, a volte elevate; e dall’altra il fisco favorevole ai Fondi (ma sarà sempre così?). Il Tfr rende poco ma è sicuro. Alla fine la decisione dipende dalla propensione al rischio (10 nov)

 

Impopolari, ma per qualcosa - Il crollo di popolarità del governo registrato dai sondaggi non è un motivo per parlare di dimissioni, come fa il centro destra. La questione vera è se l'aver scontentato molti cittadini sia servito oppure no ad imprimere una svolta ai problemi del paese (1 nov)

 

Il maestro con le orecchie d'asino - Le agenzie di rating continuano a dare le pagelle all’affidabilità degli Stati, ma sono esse stesse del tutto inaffidabili. Prima della crisi asiatica del 97 la Corea era valutata quasi come l’Italia; quest’ultima aveva un “voto” appena sotto il massimo prima del quasi-default del ’92: fu ridotto l’anno dopo, a crisi scampata (25 ott)

Un "baco" nella riforma Irpef - Sopra i 30.000 euro chi ha famiglia è svantaggiato rispetto ai single. Come si è prodotto questo singolare effetto, che i tecnici del ministero sono al lavoro per correggere. Anche nel sistema vigente ci sono "errori" di questo genere (17 ott)

 

Conti pubblici, non è mai Pasqua - La Finanziaria appena presentata è ben diversa da quelle berlusconiane, ma si presta a più di un'obiezione. E neanche questa volta si inizia quello che consentirebbe dei veri risparmi di spesa, le "pulizie di Pasqua" del bilancio (3 ott)

 

I crudeli pasdaran della vita - Dicono che non si può decidere della vita degli altri, ma in realtà lo fanno, impedendo che si eserciti il diritto a decidere della propria esistenza e condannando a sofferenze inutili (26 set)

Il mistero Alitalia e il vero scandalo Telecom - Della compagnia aerea non si capisce perché sia considerata "strategica" e meriti questo accanimento terapeutico. Quanto a Telecom, lo scandalo sta nel come è stato accolto il doveroso interessamento del governo (18 sett)

Il teatrino dei tagli - Il dibattito sulla Finanziaria, dai politici italiani ai rappresentanti delle istituzioni internazionali, è tutto concentrato sull'alternativa "più rigore - meno rigore". Eppure dovrebbe essere chiaro a tutti che il problema dell'Italia è di avere il tasso di crescita più basso dell'Unione (7 sett)

Tre domande al governatore - Le prime "Considerazioni" di Draghi sono senz'altro apprezzabili, ma almeno su un paio di punti c'è da discutere. Nel dopo-elezioni lacrime di caimano, ma non è il momento di tirare il fiato: il prossimo referendum costituzionale è di importanza fondamentale (1 giu)

Cinque per mille, lo spreco ideologico - Sono quasi 40.000 i soggetti a cui può essere destinato il cinque per mille dell'imposta sul reddito: università e centri di ricerca, ma anche Guardia padana, amici del tamburello, circoli del golf. Si disperderanno (e sprecheranno) così, secondo le stime, almeno 270 milioni (27 giu)

Dibattiti e falsi anatemi
- Alla vigilia del congresso della Cgil nasce un caso per una nota del coordinatore della Consulta giuridica, che viene assurdamente presentata come un "anatema" contro alcune posizioni politiche. Il testo della nota (26 feb)

Le spine dell'Italia e lo spinello di Fini - L'"outing" del vice presidente del Consiglio, avvenuto subito dopo l'approvazione da lui voluta della legge che aggrava le pene proprio per quei casi, rientra nel miserevole spettacolo pre-elettorale. Intanto il centro sinistra ha varato un programma la cui mole scoraggia la lettura. Un errore? No, ma ci vorrebbe anche qualcos'altro (31 gen)


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 2005

I critici del moralismo e le bugie di Berlusconi - Secondo alcuni, fa del moralismo chi ricorda quante volte il leader di Forza Italia ha infranto la legge. Ma il fatto che una tale persona sia alla guida del paese e aspiri a mantenerla è invece un gigantesco problema politico (30 dic)

Il dopo Fazio è solo cominciato - Con le nuove norme sul governatore il governo stavolta, per lo meno, non ha fatto danni. Ma il prossimo governo dovrà riprendere in mano la questione per darle una sistemazione compiuta (20 dic)

Per i Fondi pensione serve un "Caeg" - Stabilire l'obbligo di indicare un "Costo annuo globale effettivo" permetterebbe di fare scelte più consapevoli in un settore dove oggi anche i tecnici faticano a raccapezzarsi (5 nov)

Gli intellettuali, chierici o chierichetti? - Sedicenti liberali che si dichiarano "atei devoti", laici che prendono le distanze dal relativismo, ma facendone una caricatura. Dimenticando che possono benissimo esistere sistemi di valori che non hanno bisogno di una legittimazione trascendente (13 mag )

Un 'price cap' per le banche 
Anche un paese ultraliberista come l'America controlla severamente alcuni prezzi di servizi essenziali. In Italia i costi dei conti correnti, che di certo sono un servizio essenziale, sono aumentati enormemente nonostante la (teorica) concorrenza fra operatori. Bisognerebbe intervenire (4 mag)

Perché mi terrò il Tfr - Tra poco bisognerà decidere se destinare gli accantonamenti per la liquidazione ai Fondi pensione. Compariamo vantaggi e rischi della previdenza pubblica, di quella complementare e del Tfr (7 apr)

Spiriti animali - Dal passato anche recente di Berlusconi continuano ad emergere gravissime irregolarità. In Francia un ministro si è dimesso per una casa in affitto troppo cara, in Italia si fa finta di niente (2 mar)


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 2004

Il cavalier prescritto - E' la sesta volta che le accuse a Berlusconi si concludono con un non luogo a procedere per prescrizione. La fedina penale è salva, l'onore no (18 dic)

Riso amaro - Considerazioni sulla débacle del caso Buttiglione: una sconfitta costruita da Berlusconi, ma anche il segno di un nuovo rapporto tra Parlamento europeo e governi (28 ott)

L'ossimoro di Berlusconi - Come nella figura retorica che dice una cosa e il suo contrario, abbassa le tasse alzandole. Con una serie di conseguenze negative (12 ott)

Pensione di scorta, quanto mi costi? - Nel lungo periodo i costi sono un fattore fondamentale: una ricerca mostra che arrivano a mangiarsi anche più della metà del capitale teorico accumulabile. Ma le commissioni variano molto sia fra le tre “famiglie” di prodotti, sia fra un prodotto e l’altro (15 mag)

Crocifisso e velo, prepostenze di Stato - Apparentemente opposti, i comportamenti di Italia e Francia sul problema dei simboli religiosi sono entrambi sbagliati da un punto di vista laico

La miseria delle pensioni - Circa 7,3 milioni di pensioni Inps (il 50,6%) sono sotto i 500 euro al mese, l'84% sotto i mille euro. E quelle future hanno un sistema di calcolo meno favorevole. Ci vorrà un'altra riforma: per aumentarle (9 gen)


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 2003

E i lavoratori diventarono più poveri - Negli ultimi dieci anni i salari hanno perso terreno. Per alcuni settori e categorie in termini assoluti, ma per tutti in termini relativi, dato che oggi rappresentano una quota più bassa del Pil (10 dic)

I signori dei media - Le dimensioni e le attività dei più importanti gruppi italiani della carta stampata e della tv. Indovinello: di chi è quello di gran lunga più grande? (27 sett)

Fra trascendenza e ragione, breve storia dell’etica - La riflessione intorno ai principi che devono guidare le azioni dell’uomo è uno dei problemi fondamentali della storia del pensiero. Da sempre a scontrarsi sono due filoni, variamente interpretati: uno è quello che cerca questi principi in una fonte esterna e superiore, l’altro quello che ritiene invece che nascano sulle terra (20 giu 2003)

La leggenda dei Fondi pensione - Versamento obbligatorio del Tfr, rendimenti, sviluppo del mercato finanziario: si raccontano molte storie in proposito. Tutti sanno come stanno le cose, ma pochi lo dicono (13 feb)


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 2002

Mr. Bloomberg e Mr. Berlusconi, l’impossibile paragone - E' vero che la soluzione di New York non è perfetta. Ma con il caso italiano c'entra poco (12 set)

Rimetti a loro i debiti. E non ne approfittare - I condoni possono essere usati male: ma a volte non è solo colpa dei paesi poveri (26 lug)

Disuguali di fronte al boia - In linea teorica si potrebbero sostenere argomenti a favore della pena di morte, almeno in casi gravissimi e circoscritti. L’esperienza però ci dice che, anche al di là della volontà e delle intenzioni, i condizionamenti sociali e culturali, persino nei paesi più avanzati sotto il profilo giuridico e delle tutele, finiscono per generare situazioni di ingiustizia (13 giu)

La scuola di qualità (certificata) – Che l’istruzione secondaria in Italia sia la parte più disastrata del sistema non ci sono dubbi. Ma invece di arrovellarsi a studiare riforme, che ad ogni cambiamento di ministro si disfano e si rifanno come la tela di Penelope, si potrebbero imitare gli esempi di eccellenza che già esistono: come l’Istituto Pacioli di Crema, per esempio, che ha ottenuto addirittura la certificazione di qualità “Iso-9000” (5 mar)


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 2001 Riduci

Harry Potter e il Male necessario - Nel mondo del giovane mago creato da Joanne Rowling il ruolo del Male è in qualche modo istituzionalizzato, è una parte imprescindibile della vita. E un po’ di Male c’è anche nelle “regole”, che infatti i “buoni” devono continuamente infrangere anche se a fin di bene (3 feb)

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 1999

Telecom, l'uovo che non si ripara - Il piano di ristrutturazione proposto da Roberto Colaninno ha reso furiosi gli investitori italiani ed esteri, perché non è certo favorevole agli azionisti di minoranza. Ma bisognerebbe riflettere sul fatto che il danno è stato fatto prima, con una scalata che ha caricato di debiti la società (4 ott)

Unione europea, una storia in pillole - Un blocchetto da 12 righe e mezza e 14 blocchetti da 20 righe: dentro ci doveva stare tutta la storia dell’unificazione europea. Questo mi era stato chiesto dall’Acri (l’Associazione delle Casse di risparmio) per la loro agenda del 1999, quella che si dà in omaggio ai clienti affezionati (1 gen)


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 1997

Il non profit e il welfare conteso  - Lo Stato si ritiri e lasci gestire i servizi sociali al Terzo settore, detassandone generosamente le attività: è la tesi di un libro del presidente della Compagnia delle Opere, Giorgio Vittadini, condivisa da un nutrito agglomerato politico-culturale, da Comunione e Liberazione all'Arci. Nessuno però si preoccupa di dimostrare che sarebbe meglio, si accontentano di affermarlo (26 mag)

Quelli che danno le pagelle agli Stati - Le agenzie di rating esprimono valutazioni pubbliche sull'affidabilità degli Stati (ma anche di altri emittenti) nel ripagare i loro debiti. Anche se a volte hanno dato pessime prove, il loro potere deriva dal fatto che l'enorme numero degli emittenti rende impossibile (o comunque troppo costoso) agli investitori studiare ogni singolo caso (15 dic)


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