I rischi di Wall Street e quelli italiani
La Borsa americana trema. Sono sempre di più i mutui immobiliari non rimborsati, e questo può innescare una reazione a catena: fallimento degli intermediari specializzati, grosse perdite per le banche che li hanno finanziati, ma anche per Fondi pensione e Hedge Fund, quindi un ribasso delle quotazioni che, dopo quasi sei anni di crescita, potrebbe essere pesante. Può succedere la stessa cosa anche in Italia?
(pubblicato su repubblica.it e kataweb.it il 15 mar 2007)
Le insolvenze sui mutui immobiliari stanno provocando un terremoto sul sistema finanziario americano e Wall Street lo ha registrato con vistosi scossoni, che, come spesso avviene, si sono riflessi sulle Borse del resto del mondo. Anche in Italia i prezzi delle case sono da anni in salita, i bassi tassi d’interesse degli ultimi anni hanno spinto un numero crescente di persone ad accendere mutui e la Borsa sale da parecchio tempo. Viene spontaneo farsi due domande: può accadere anche da noi quel che sta succedendo in America? Ne risentiranno i mercati finanziari?
La risposta alla prima domanda è no. Il settore dei mutui italiano è diverso da quello statunitense come una ciliegia da un carciofo. In America il mutuo non serve solo a comprare la casa, ma anche per avere soldi per i consumi o magari per investire in Borsa. Il finanziamento è pari all’intero valore di mercato della casa (mentre da noi è di norma intorno al 70%, massimo all’80), e non solo: se i prezzi delle case salgono, è la banca stessa che invita il cliente a rinegoziare il mutuo (cosa che lì si fa senza alcuna complicazione) in modo da poter disporre di più soldi. E’ il paese di Bengodi? No di certo. Semplicemente, le banche cercano di vendere il più possibile della loro “merce”, cioè il denaro, e certo non lo regalano, perché poi su quei prestiti si pagano gli interessi.
Se però i prezzi delle case cominciano a scendere, con la stessa facilità con cui avevano proposto di aumentare il prestito le banche chiedono stavolta di restituirne una parte, perché non sono più interamente garantite dal valore dell’immobile. Chi non ce la fa, va incontro al pignoramento della casa, come pure quelli che non riescono più a tener dietro ai mutui perché i tassi sono saliti. Neanche a pensare, nella maggior parte dei casi, di farsi prestare i soldi in qualche altro modo: gli americani sono già indebitatissimi, da qualche anno il valore complessivo dei debiti dei privati ha superato il valore complessivo del risparmio e si calcola che ogni famiglia abbia
in media debiti per oltre 19.000 dollari, ossia circa 14.000 euro.
Se questo è l’aspetto del problema dal “lato clienti”, non meno critico è quello sul versante “sistema finanziario”. Gli operatori specializzati nel segmento dei mutui detto “sub-prime”, cioè quelli che vengono concessi alle famiglie meno abbienti a cui le banche non li darebbero (parliamo di circa il 20% del totale dei mutui), sono tutti più o meno sull’orlo del fallimento. Ma questi operatori, a loro volta, si sono fatti prestare i soldi dalle grandi banche, che dunque rischiano comunque forti perdite. Come le rischiano altri grossi investitori – Fondi d’investimento, Fondi pensione, Hedge fund – che hanno acquistato o azioni degli operatori “sub-prime” o obbligazioni ad alto rendimento emesse a valere su quei prestiti.
E’ comprensibile, dunque, che a Wall Street si siano preoccupati per questa situazione. E qui veniamo alla seconda domanda: che può succedere alla Borsa italiana?
E’ facile capire che i rischi non vengono dal settore immobiliare, dato che da noi il settore dei mutui è molto più “tranquillo”. Però, come si è visto, le Borse si contagiano a vicenda, ed è difficile che se Wall Street imboccasse con decisione la strada del ribasso non ne deriverebbe per noi alcuna conseguenza. Del resto, tutte le Borse salgono praticamente senza interruzioni da circa sei anni, dopo i crolli del 2000-2001, e anche se, secondo la maggior parte degli esperti, non siamo in una fase di “bolla speculativa”, i prezzi delle azioni non sono certo bassi. Soprattutto, sono molti coloro che hanno accumulato notevoli guadagni e che, di fronte al rischio che cambi il vento, sono pronti a vendere per non vederli sfumare. Insomma, non è una situazione in cui ci si possa permettere di essere distratti. Chi ha soldi in Borsa, farà bene a seguire attentamente ciò che sta accadendo al di là dell’oceano.