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I critici del moralismo e le bugie di Berlusconi
Secondo alcuni, fa del moralismo chi ricorda quante volte il leader di Forza Italia ha infranto la legge. Ma il fatto che una tale persona sia alla guida del paese e aspiri a mantenerla è invece un gigantesco problema politico

(Pubblicato su Eguaglianza & libertà il 30 dic 2005)

Si dice che ogni uomo abbia il suo prezzo. Quello dell'avvocato inglese David Mills Berlusconi l'ha individuato: 600.000 dollari. E glieli ha dati. In cambio - secondo la Procura di Milano - di qualche falsa testimonianza.


Martedì scorso il professor Angelo Panebianco ha scritto sul Corriere della sera un pensoso editoriale in cui spiega alla sinistra che è malata di moralismo e che ha sbagliato a farne un'arma di lotta contro Berlusconi: "Si prenda infine atto che non esistono in politica questioni morali, ma solo questioni politiche". Bene, professor Panebianco. C'è in Italia un signore che ha mentito ripetutamente sia all'opinione pubblica che ad alcuni tribunali; che ha scampato varie condanne per falso in bilancio solo grazie alla prescrizione, permessa da una legge che egli stesso ha fatto modificare per questo scopo; che ha partecipato alla corruzione di un giudice, evitando la condanna perché ha ottenuto le attenuanti generiche (che si concedono, si badi bene, quando c'è il reato, non se uno è innocente); che ora è indagato con l'accusa di aver tolto in modo fraudolento montagne di soldi dall'azienda per girarli a due società - naturalmente domiciliate in paradisi fiscali - intestate ai suoi figli Marina e Piersilvio, società con cui aveva pervicacemente negato ogni collegamento.

Questo signore, professor Panebianco, da quasi cinque anni è presidente del Consiglio ed è leader di uno dei due schieramenti che si affronteranno nelle elezioni del 9 aprile prossimo. Che ne dice, siamo di fronte a una questione di moralismo oppure a un gigantesco quanto incredibile problema politico?

Qust'ultima inchiesta, che ha preso le mosse da un fax caduto in mano ai giudici, in cui l'avvocato Mills diceva ai suoi colleghi inglesi cose esattamente opposte a quelle che aveva raccontato fin'allora ai magistrati, è stata accolta da Berlusconi in tono sprezzante ("Una cosa totalmente campata per aria, già ampiamente smentita e di nessuna consistenza"), mentre i suoi - i Bonaiuti, i Bondi, i Cicchitti, le Pecorelle - si affrettavano a rilasciare dichiarazioni di fuoco in cui si sosteneva che si tratta della solita montatura in vista della campagna elettorale. Evidentemente avevano fatto tesoro della lezione del professor Panebianco. Il fatto è che stavolta ci sono pezzi di carta, quelli che hanno costretto l'avvocato Mills ad ammettere cose che aveva sempre negato, e altri delle due società di cui Berlusconi diceva di non sapere nulla dove compaiono le firme di Marina e Piersilvio.

Il gioco funzionava grosso modo così. Plenipotenziario in America per acquistare dalle majors  i diritti dei film era un faccendiere di Berlusconi. Ma i diritti non arrivavano subito a Mediaset o alla Fininvest, finivano a due società, la Century One e la Universal One (quelle dei due figli, appunto), da cui poi la Finivest comprava a prezzi moltiplicati. Così le due società si arricchivano a scapito della Finivest. Un ottimo sistema per togliere soldi da quest'ultima e girarli ai familiari.

Il centro destra abbonda di ammiratori dell'America. Ma lì uno può perdere il posto di consigliere per la sicurezza nazionale perché aveva una domestica irregolare. Uno con il pedigree di Berlusconi, in America, non lo farebbero partecipare neanche all'elezione per la presidenza del comitato scolastico.

Quello di cui stupirsi, semmai, è che non si ripeta, in ogni occasione possibile, l'elenco delle sue azioni illegali. Non lo fanno gli editorialisti (con poche eccezioni: Travaglio e un paio d'altri), non lo fanno i giornalisti quando dovrebbero fargli il contraddittorio, in televisione o nelle conferenze stampa; e non lo fanno neanche i politici del centro sinistra, forse convinti che non frutti da dal punto di vista elettorale. Eppure ci troviamo in una situazione incredibile, con alla guida del paese - e candidato a continuare a farlo - un uomo che ha infranto più volte la legge e ha mentito ripetutamente. Di fronte a queste cose, passa in secondo piano persino il disastro della sua azione di governo. Perché sono problemi politici prioritari, egregio professor Panebianco.


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