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 Stato sociale

Ti fo pagare e me ne vanto

La pubblicità istituzionale sui provvedimenti della Finanziaria proclama orgogliosamente di aver introdotto nuovi ticket. Che negli uffici che preparano queste campagne siano rimasti gli uomini di Berlusconi?

(20 gen)

Se n’erano viste di tutti i colori, ma un governo che usa la pubblicità istituzionale per vantarsi di aver introdotto nuovi balzelli, questa ancora non era capitata. E’ successo ora: quella qui accanto è una delle pagine della campagna appena iniziata sui provvedimenti approvati con la Legge finanziaria. Il governo, tutto contento, informa chi non se ne fosse accorto che è stato istituito un ticket di dieci euro su ogni ricetta per visite specialistiche e analisi e uno di 25 euro “per le prestazioni non urgenti di pronto soccorso”. Rimpiangere Berlusconi è una cosa contro natura, ma questi ci si stanno mettendo d’impegno.

 

pagaW.gifAnche gratis, oltretutto. Si può discutere se i ticket fossero necessari: per un attimo facciamo finta di sì. Hai dovuto introdurli? Certo è una cosa che non fa piacere a nessuno. E statti zitto, almeno! O al massimo dicci che si cercherà di eliminarli al più presto, razionalizzando i tanti sprechi che ci sono. Ma no: meglio strombazzarlo sui giornali, alla radio, su internet, sul sito del ministero. Avranno visto un sondaggio secondo cui i masochisti sono più del 50% degli elettori.

 

Ciò detto, anche sul merito c’è da discutere. Il ticket sul pronto soccorso è una cosa razionale in teoria, vergognosa in pratica. Si è detto che è stato introdotto per scoraggiare un cattivo uso di questo servizio, perché a quanto pare la maggior parte di coloro che vi si rivolgono non avrebbe alcuna urgenza, ma in questo modo ostacola l’assistenza a chi ha davvero bisogno. E ci vuole tanto a mettere un filtro? Un medico di prima accoglienza che sia in grado di valutare la situazione e, semplicemente, rimandi indietro chi non ha una necessità reale? Ma anche questo è un costo, si dirà. Vero. Ma se io non mi sento bene, cosa devo fare, l’autodiagnosi? Devo decidere da solo che quel dolore al petto è solo un crampo che deriva da una posizione sbagliata e non un inizio di infarto?

In questo modo, ci saranno certamente persone, a cui i soldi non avanzano, che ci penseranno bene prima di andare al pronto soccorso. E magari in qualche caso ci penseranno troppo.

 

paga2W.gifSe proprio bisognava introdurre un nuovo ticket, si poteva scegliere quello sui ricoveri ospedalieri, di cui si parla da anni. Dieci euro per ogni giorno di ricovero non sono un attentato alla salute dei meno abbienti, perché nessuno spende di meno, a casa, per mangiare.

 

Quanto al ticket sulle ricette, è troppo alto. A parte che ci sono delle analisi che costano di meno (quella delle urine, per esempio) e sarà bene informarsi prima di presentare la prescrizione del medico. Poi, c’è un massimo di otto analisi per ricetta: i metodi diagnostici sono ormai così avanzati che non è un numero elevato, e i dieci euro rischiano di trasformarsi in venti o trenta. Mettiamo poi che mi prescrivano nove analisi: e che, sprecherò i sette “posti liberi”? Giammai: cercherò a quel punto di arrivare comunque a 16, chiedendo controlli che altrimenti non mi sarebbe passato per testa di fare. Controlli che costeranno al sistema sanitario ben più dei miei 20 euro di ticket.

 

Si sa, comunque, che quando si vogliono quadrare i conti in fretta l’unico sistema è chiedere soldi. Ma dal governo Prodi e dalla ministra Turco inghiottiremo anche questa spennata a una sola condizione: che nei prossimi quattro anni della legislatura ci facciano vedere quanto sono bravi a eliminare – non esageriamo: diciamo ridurre – i tanti sprechi del sistema sanitario. Non devono neanche istituire una nuova commissione di studio: c’è chi si occupa da anni di questi problemi e ha da tempo individuato punti critici e soluzioni. Basta leggere i rapporti del Ceis, per esempio (www.ceistorvergata.it). Nel IV, appena presentato, si fa vedere per esempio che un giorno di degenza può costare fino al 300% in più a seconda dell’ospedale. Non sarà il caso di andare a vedere come funzionano il più virtuoso e il più spendaccione, e poi prendere i provvedimenti adatti? C’era anche la ministra Turco, alla presentazione del rapporto. Oppure ci sono le analisi del Cerm (www.cermlab.it), un centro interuniversitario impegnato anch’esso da anni sull’economia e l’organizzazione della sanità. E l’elenco potrebbe continuare.

 

Coraggio ministra, la prossima pubblicità la faccia su qualche spreco eliminato. Suggerisco il refrain: “Senza ridurre le prestazioni, abbiamo risparmiato tot. E quindi possiamo eliminare il ticket sulle ricette”. Non fa un effetto migliore?

 


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