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 Politica Riduci

I mercati non bevono le trappole
 
Se la situazione sta precipitando al di là di ogni controllo non possono esserci dubbi su quello che i mercati ci stanno dicendo: considerano le dimissioni annunciate l'ennesimo trappolone. Sta alle opposizioni mettere il presidente Napolitano nelle condizioni istituzionali di agire
 
(9 nov 2011)
 
Se la situazione sta precipitando al di là di ogni controllo, con lo spread Btp-Bund che rispetto al record negativo di ieri è peggiorato di circa altri 70 punti (per ora) in una sola mattina, non possono esserci dubbi su quello che i mercati ci stanno dicendo. Stanno dicendo che considerano le dimissioni annunciate di Berlusconi l’ennesimo tentativo di trappola di un uomo che ha dimostrato al di là di ogni dubbio che gli unici interessi che ha intenzione di difendere sono i suoi personali, anche se il prezzo è di far sprofondare il paese nel baratro.
 
Affermare che si dimetterà dopo l’approvazione dell’ennesima manovra per gli operatori finanziari non ha alcun senso. Innanzitutto, con ogni evidenza, non gli credono. In secondo luogo, non si vede perché un dimissionario dovrebbe ottenere l’approvazione di misure che comportano un percorso futuro, percorso che dovrebbe poi essere gestito da altri, con una maggioranza diversa da quella che ha espresso l’attuale proponente. Non c’è nessuna coerenza in questo percorso, e solo la situazione di irrealtà in cui vive la politica italiana può farlo sembrare praticabile.
 
Gli operatori dei mercati, che invece ragionano in modo normale, hanno ripetutamente espresso con i loro comportamenti – oltre che con dichiarazioni esplicite – le seguenti convinzioni:
1)      Berlusconi è unfit, inadatto, a governare l’Italia;
2)      Berlusconi non è credibile. Il suo governo ha già varato manovre per importi che sono i più elevati della nostra storia, ma questo non serve a nulla senza la convinzione che le misure saranno attuate e che ad attuarle ci sarà qualcuno che non sia unfit;
3)      Dunque, si potrà anche varare una manovra al giorno, ma questo non sposterà di un millimetro l’atteggiamento dei mercati finché Berlusconi sarà a Palazzo Chigi, o di persona o con qualche controfigura;
4)      L’ultima trovata, le “dimissioni posticipate”, è stata giudicata per quello che è: l’ennesimo tentativo di guadagnare tempo, quel tempo che per l’Italia, sempre secondo gli operatori finanziari, è scaduto da un pezzo.
 
Se le opposizioni cadranno nella trappola di Berlusconi siamo perduti. Sta a loro mettere il presidente Napolitano nelle condizioni istituzionali di agire. Presentino immediatamente la mozione di sfiducia, dichiarando che sono disponibili ad appoggiare il programma di risanamento chiesto dalla Ue ma che deve essere da subito presentato e gestito da una personalità autorevole e credibile. I mercati ci stanno dicendo che non c’è un’altra strada.

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