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 Politica Riduci

Nel bilancio della Camera
risparmi col trucco

”Abbiamo tagliato 60 milioni dal nostro bilancio”, dicono i deputati. Ma confrontano i bilanci preventivi 2012 e 2013, quando per lo scorso anno c’è già il consuntivo, cioè i numeri definitivi: e si se prende quella base, com’è logico, non solo i risparmi spariscono, ma la spesa aumenta

(pubblicato su Repubblica.it il 9 nov 2013)

La Camera dei deputatiCi sono o no i risparmi annunciati nel bilancio della Camera dei deputati? Ci sono e sono cospicui, secondo i diretti interessati. Sulla pagina Facebook della presidente Luisa Boldrini si afferma che ammontano a ben 60 milioni di euro, cosa che non ha riscontro nella storia.

Ma il guaio è che, secondo un’analisi dell’economista Roberto Perotti, più che altro non ha riscontro nella realtà. Perotti ha spulciato il bilancio e ha concluso che non solo non ci sono risparmi, ma addirittura c’è un aumento di spesa rispetto all’anno precedente, che in termini di competenza (cioè le spese autorizzate per quell’anno) è di 10 milioni, ma in termini di cassa (ossia i soldi che effettivamente escono nel corso dell’anno) è addirittura di 137 milioni.

L’analisi che Perotti ha pubblicato su la voce.info ha provocato una durissima reazione del questore della Camera Paolo Fontanelli (Pd), che in un suo intervento in aula ha accusato Perotti di non aver capito nulla, di aver usato una metodologia sballata e di essere dunque un incompetente che diffonde notizie del tutto false. Perotti ha replicato punto per punto confermando che la metodologia è corretta e i calcoli sono giusti.

Ma insomma, viene da pensare, i numeri sono numeri, com’è possibile che possano essere interpretati in maniera diametralmente opposta? Ora, è vero che quando si parla di bilanci qualsiasi sicurezza è azzardata (“Fare un bilancio è un’attività creativa, più vicina all’arte che alla contabilità”, affermava una vecchia volpe di una società di revisione), ma qui c’è il trucco, ed è anche piuttosto evidente.

I 60 milioni di risparmi vengono fuori se si confronta il bilancio di previsione 2012 con il bilancio di previsione 2013. Ma, nota giustamente Perotti, il 2012 è finito da un pezzo e disponiamo già del bilancio consuntivo, quello che certifica com’è andata effettivamente: che senso ha basarsi per il confronto su un documento con dati ipotetici, quando si dispone di quelli reali? Difficile dargli torto. E dunque, se si confronta il bilancio consuntivo 2012 con quello preventivo 2013, che al momento è il solo disponibile per quest’anno, i risparmi scompaiono e spuntano fuori le maggiori spese. Il questore Fontanelli si destreggia tra cassa e competenza, tra impegni e accantonamenti, ma evita l’aspetto fondamentale, e cioè che la base da cui partire per il confronto non può che essere il bilancio consuntivo del 2012.

Sui costi della politica si discute ormai da tempo, scadendo non di rado in un populismo rabbioso che non è il modo migliore per affrontare i problemi. Sta però ai parlamentari comportarsi in modo da non giustificare l’esasperazione dei cittadini.


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