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 Finanza Riduci

La bollicina speculativa
Ancora un forte rialzo delle Borse, che dai minimi di marzo sono salite di ben il 50%, mentre i rendimenti dei titoli pubblici sono in molti casi addirittura negativi al netto dell'inflazione. Il motivo non può che essere il mare di liquidità creata dalle banche centrali per tamponare la crisi: 7 trilioni di dollari secondo Stiglitz. Una situazione rischiosa, mentre le cause del disastro non sono state rimosse


(pubblicato su Repubblica.it il 6 ott 2009)

Sul Wall Street Journal c'è un'analisi per spiegare il forte rialzo di oggi delle Borse. Il rialzo dei tassi in Australia, si osserva, da una parte ha costituito un'iniezione di fiducia sul fatto che la situazione dell'economia si sta normalizzando, come del resto ha detto il governatore della banca centrale di Sydney. Da un'altra parte ha avuto un effetto tecnico: il rialzo del tasso fa diminuire l'offerta di dollari australiani sul mercato e deprime il cambio delle altre valute, incluso il dollaro Usa. E siccome le materie prime sono quotate in dollari i loro prezzi salgono, e così facendo fanno salire le quotazioni delle relative società nelle Borse.

Lungi da noi contestare le analisi di uno dei testi sacri della finanza, ma se il rialzo di un quarto di punto dei tassi australiani manda in orbita tutte le Borse del mondo, non può non venire in mente la famosa frase che enuncia la "teoria del caos": "Batte le ali una farfalla, si spegne una galassia".

D'altronde il rialzo di oggi non è certo un fatto isolato. Dai minimi di marzo le Borse non hanno fatto che salire o oggi sono a circa il 50% sopra i minimi di allora. Il Dow Jones era arrivato a quota 6.500, oggi è a oltre 9.700: giusto il 50% in più, appunto.

Proviamo a mettere in relazione questo imponente recupero di tutte le Borse mondiali con altri due fatti. Il primo è che le quotazioni dei titoli di Stato non sono mai state così basse. In Italia abbiamo visto di recente il rendimento dei Bot andare sottozero (considerando le commissioni di acquisto), ma in America era successa la stessa cosa già alcuni mesi fa. Nel frattempo i rapporti delle banche centrali ci dicono che il credito all'economia è tutt'altro che ripartito. Nell'eurozona ad agosto la crescita del credito è stata dello 0,1% rispetto a un anno prima, e poco tempo prima (6 luglio) la Bce aveva comunicato che i fondi depositati presso di essa dalle banche avevano raggiunto livelli record.

Per evitare il collasso delle economie le banche centrali - tutte le banche centrali del mondo, per la prima volta nella storia - hanno inondato i mercati di liquidità: 7 trilioni di dollari, secondo le stime di Joseph Stiglitz. Tutti questi soldi da qualche parte devono pure andare. Se non all'economia reale tuttora in crisi, se non al settore immobiliare ancora "intossicato", non restano che le azioni e le obbligazioni. Senza dimenticare l'oro, che oggi ha messo a segno un nuovo record.

Ma se è questo il motivo del rialzo, non è un motivo sano. Anzi, è la riproduzione della bolla che ha provocato tutti questi disastri. Ancora su livelli più bassi di allora, certo. Ma il problema è: la situazione generale delle economie giustificherebbe questi rialzi, se la situazione della liquidità fosse più normale? Difficile rispondere di sì.

Si ripropone il dilemma che attanaglia banchieri centrali e governi. Cominciare ad agire per riportare il sistema globale in una situazione più normale? E se questo facesse precipitare di nuovo la crisi, che di certo non è guarita? Mentre tutti si dibattono fra questi dubbi, una sola cosa dovrebbe essere del tutto acquisita: le teorie e le idee che ci hanno messi in questa situazione, quelle che hanno dominato negli ultimi vent'anni, erano profondamente sbagliate. Invece non è così. Sotto la patina del cambiamento, quelle idee circolano ancora.


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