Le proposte greche,
le correzioni di Bruxelles
Il documento oggetto della trattativa finale: i creditori impugnano la penna rossa e cambiano qua e là, imponendo altri tagli alle spese sociali e cancellando tasse sulle imprese
Mentre è in corso la discussione decisiva per l'accordo sulla Grecia che dovrebbe essere ufficialmente approvato oggi o più probabilmente domani dai Capi di Stato e di governo il Wall Street Journal pubblica uno sccop: l'ultimo documento con le proposte greche e le correzioni in rosso del Brussels group, come adesso si chiama la Troika.
I non abbonati al giornale americano non possono accedervi, così proponiamo questo link da cui è possibile leggere l'intero documento. Una lettura istruttiva per capire la durezza e il livello della trattativa.
Le correzioni vanno nel senso di una maggiore austerità rispetto a quella che Tsipras è arrivato ad accettare, ma è un'austerità concentrata sul welfare (tra le correzioni, un altro mezzo punto di Pil di tagli, niente riduzioni di tasse per i poveri delle isole, realizzazione completa e accelerata della riforma delle pensioni del 2010), mentre vengono bocciati alcuni prelievi sulle imprese (niente tassa del 12% sui profitti oltre 0,5 milioni, niente tassa del 30% sui giochi, no alla vendita delle licenze 4G e 5G). La riforma dell'Iva, scrivono i greci, aumenterà il gettito dello 0,74% del Pil. No, correggono i creditori, si dovrà ottenere uno 0,26% in più! Si infierisce persino con uno zero-virgola su un popolo ridotto allo stremo.
E sì che questi inflessibili bramini dell'austerità non ne hanno azzeccata una, come ricorda Paul Krugman sul New York Times. E aggiunge un grafico con le loro previsioni e quello che è successo davvero: Si era già visto, ma ricordarlo in questa occasione non fa male.