Hillary come Dorando Pietri?
Anche l'ex consigliere politico di Bil Clinton, D. Schoen, scrive sul Wall Street Journal che la nomination democratica non è scontata: ai successi di Sanders e ai sondaggi incerti si aggiungono possibili guai legali per la senatrice. Schoen ipotizza che emerga un altro nome, John Kerry o più probabilmente Joe Biden
(pubblicato su Repubblica.it il 2 giu 2016)
Dorando Pietri è un maratoneta passato alla storia per una sconfitta. Alle Olimpiadi di Londra del 1908 arrivò da solo al giro finale nello stadio, ma era tanto stremato che stramazzò a terra a pochi metri dal traguardo e lì rimase, tra l'incredulo stupore del pubblico, per parecchi minuti, tanto che un suo inseguitore stava per raggiungerlo. Ciò che stava accadendo appariva tanto assurdo che furono gli stessi giudici di gara ad aiutarlo a fare gli ultimi passi. Questo però gli costò la squalifica.
Hillary Clinton, nella maratona per la nomination democratica alla presidenza, rischia di fare la stessa fine. Ne abbiamo scritto alcuni giorni fa, e ora il Wall Street Journal ha pubblicato un commento che dice sostanzialmente le stesse cose. L'autore è Douglas E. Schoen, che è stato consigliere politico e sondaggista di Bill Clinton dal '94 al 2000. Uno che di queste cose se ne intende, quindi, e non sospettabile di voler "remare contro".
Non solo, osserva Schoen, alla prossima tornata di primarie del 7 giugno si prospetta per Sanders un ottimo risultato. In California, lo Stato più importante - attribuisce ben 546 delegati - ci sono un milione e mezzo di nuovi registrati per il voto, con un aumento del 218% rispetto allo stesso periodo del 2012, e questo è senz'altro un ottimo segnale per il senatore del Vermont. Ma poi ci sono i sondaggi che danno per incerto l'esito di uno scontro Trump-Clinton e invece vittorioso con largo margine Sanders; e c'è qualche possibile guaio legale sospeso sulla senatrice, per una vicenda di uso di un server privato per la mail nel periodo in cui era Segretario di Stato. In verità non sembra un fatto così grave e in Italia nessuno ci avrebbe mai fatto caso, ma in America quello che conta è di aver fatto qualcosa di illegale, non importa di quale gravità. Anche Schoen osserva poi che i superdelegati, che al momento sono in grandissima maggioranza schierati con Clinton (il cui vantaggio deriva soprattutto da questo), potrebbero cambiare la loro scelta.
L'ex consigliere sembra però escludere che Sanders possa ottenere la nomination e ipotizza che nel corso della convention democratica possa emergere un nuovo candidato: forse John Kerry (che era stato designato nel 2004), o ancora più probabilmente l'attuale vice presidente Joe Biden, che potrebbe coprirsi a sinistra, per evitare che chi ha votato Sanders finisca per astenersi, offrendo la vice presidenza e Elizabeth Warren, senatrice nota per le sue campagne contro Wall Street.
Certo, una designazione di Sanders resta molto difficile: nessuno della nomenklatura democratica lo vuole, perché ritengono che non darebbe loro praticamente nessuno spazio. Però, se è vero che la nomination di Clinton non è più così scontata, il giuoco si è riaperto. Chissà.