Ma cos'è questa crisi
Un libro di Sergio Cesaratto esamina la crisi e i comportamenti dei protagonisti alla luce delle teorie economiche. Dopo averlo letto si avrà un'idea più chiara del quadro concettuale che sta dietro la costruzione europea e le dichiarazioni dei politici e dei loro consiglieri economici potranno essere interpretate in base alla conoscenza delle teorie di riferimento
(pubblicato su Repubblica.it l'11 set 2016)
Un libro che vende 1.200 copie in tre giorni dall'arrivo in libreria è senz'altro un successo. Se però non è un romanzo, ma un testo di economia piuttosto impegnativo, è qualcosa di più: nell'Italia che mediamente legge poco e dove l'economia è materia che i più considerano ostica, un risultato del genere si avvicina al miracolo. E però è quello che è successo con il libro di Sergio Cesaratto, dell'Università di Siena, il cui testo Sei lezioni di economia - Conoscenze necessarie per capire la crisi più lunga (e come uscirne), edito da Imprimatur, è in vendita dall'inizio di settembre.
Evidentemente Cesaratto ha centrato un bisogno. Quello, per esempio, di chi si chiede come mai il QE della Banca centrale europea non funzioni, o come mai le gigantesche valanghe di moneta immesse nel sistema economico non solo non producano inflazione, mentre per tanti anni ci avevano spiegato che così facendo è quello che succede, ma non riescano nemmeno ad aver ragione della deflazione. Le spiegazioni correnti non spiegano niente, limitandosi a riaffermare il "mantra" che non si sono fatte abbastanza riforme. Ma il libro chiarisce come tutto questo derivi dalla teoria economica dominante ( che, precisa, non dovrebbe essere definita "neoclassica", quanto piuttosto "marginalista").
Cesaratto ci porta per mano a conoscere i punti chiave delle teorie economiche, esaminando che cosa hanno detto gli economisti più noti del passato e del presente e le critiche che si sono fatti l'un l'altro che fanno emergere i relativi punti deboli, e se e come questi sono stati superati. C'è un continuo rinvio tra i problemi del presente e la storia delle teorie economiche, con l'obiettivo di far capire che cosa è sbagliato nelle attuali politiche: "E' fondamentale che si dimostri che ciò che non funziona in pratica, non funzioni neppure in teoria". E che per rigettare una teoria bisogna contrapporgliene una migliore.
La prima lezione è sugli economisti Classici e Marx, la seconda sul Marginalismo, la terza su Keynes. Cesaratto considera fondamentale la critica di Piero Sraffa ai marginalisti e la sua elaborazione di Keynes. La quarta si occupa della moneta e certamente genererà un dibattito con i seguaci della MMT, la "Teoria monetaria moderna", con i quali pure l'autore condivide varie posizioni teoriche che rovesciano una serie di principi degli economisti ortodossi. Con la quinta e sesta lezione si entra ancor più nel vivo dell'attualità, perché gli strumenti forniti in precedenza al lettore vengono utilizzati per esaminare la crisi europea e - nella sesta - le politiche monetarie della Bce e i loro limiti.
Chiudono il libro due approfondimenti. "L'organetto di Draghi" e "Lo strano caso di Target 2". Nel primo si esamina l'evoluzione del bilancio della Bce a cominciare da appena prima della crisi. Nel secondo si spiega che cos'è e come funziona il sistema di compensazione dei movimenti di capitale all'interno dell'Eurozona, un meccanismo senza il quale l'euro si dissolverebbe e forse proprio per questo soggetto a periodici attacchi da parte di studiosi tedeschi che - anche se non lo dicono esplicitamente - hanno proprio quell'obiettivo. Il più noto di costoro è Hans-Werner Sinn.
In ogni lezione ci sono box su aspetti particolari e alla fine un'ampia bibliografia per chi voglia approfondire i problemi trattati. Il libro è impegnativo, ma le spiegazioni sono chiare e alla portata anche di chi non abbia competenze specifiche di economia. Dopo averlo letto si avrà un'idea più chiara del quadro concettuale che sta dietro la costruzione europea e le dichiarazioni dei politici e dei loro consiglieri economici potranno essere interpretate in base alla conoscenza delle teorie di riferimento. E forse si arriverà a concordare con l'amara constatazione riportata nel risvolto di copertina: "Analisi economica critica e realismo politico ci suggeriscono che, sfortunatamente, un’“altra Europa” non è possibile in quanto le entità politiche e monetarie sovranazionali hanno un’insopprimibile impronta liberista, e sono funzionali a smantellare gli spazi nazionali in cui si esprime il conflitto sociale che, se regolato, è il sale della democrazia".