Bankitalia: dei risparmiatori
ce ne infischiavamo
"Da qualche anno abbiamo capito che oltre a vigilare sulla solidità delle banche era bene che ci occupassimo anche dei loro comportamenti verso i clienti", ha detto in tv il direttore generale Salvatore Rossi. Un'ammissione che la banca centrale non ha mai fatto nulla per invitare le banche alla correttezza, nonostante le carenze della Consob cui spetta istituzionalmente quel compito
(pubblicato su Repubblica.it il 13 dic 2015)
Candida quanto fantastica ammissione del direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, intervistato da Lucia Annunziata nella trasmissione "In mezz'ora" su Rai3. "Da qualche anno abbiamo capito - ha detto Rossi - che oltre a vigilare sulla solidità delle banche era bene che ci occupassimo anche dei loro comportamenti verso i clienti". Per questo, ha aggiunto, da quattro anni è stato istituito un apposito servizio che ha già esaminato 14.000 esposti dei risparmiatori.
"Da qualche anno abbiamo capito"... Ma complimenti! Bella prontezza di riflessi, e soprattutto bella pretesa di potersela cavare solo istituendo un ufficio reclami. Mentre dunque le banche si comportavano con i clienti come il bottegaio che pesa la carta insieme al prosciutto senza mettere la tara alla bilancia, Bankitalia non se ne interessava (ce ne eravamo accorti!), perché "non aveva capito". E neanche la Consob aveva capito, perché è ad essa che spetta la vigilanza sui comportamenti degli intermediari.
Non stiamo parlando, qui, di infrazioni alla legge, come può essere quella di vendere - per dire - obbligazioni Cirio quando si sa che la società sta fallendo. Parliamo dei casi come quelli di cui abbiamo detto nel precedente articolo, in cui non ci sono vere e proprie illegalità, ma comunque danni per i risparmiatori che vengono spinti ad investire non al meglio per loro, ma in ciò che porta un vantaggio al venditore, approfittando della disparità di informazioni e di comprensione dei meccanismi finanziari. I controllori, Consob e Bankitalia, non hanno fatto il proprio dovere (non solo ora, in tutti gli ultimi decenni), che era quello di applicare l'artcolo 47 della Costituzione: "La Repubblica tutela il risparmio...".
Bankitalia può difendersi dicendo che il suo compito è quello di vigilare sulla stabilità delle banche, mentre dei comportamenti deve occuparsi la Consob. Ma sarebbe una difesa assai debole: come ha detto Rossi, anche la correttezza dei comportamenti incide sulla stabilità (è questo che - ha confessato - "hanno capito" solo da poco). E sarebbe comunque una giustificazione che si appiglia a un fatto formale. Nella sostanza, trattandosi di fenomeni diffusissimi ed evidenti obiettare solo "non è compito mio" senza nemmeno aver fatto una pubblica denuncia, o aver esercitato la famosa "moral suasion" che è uno degli strumenti delle banche centrali, comporta una chiara corresponsabilità.
Rossi ha parlato della possibilità di varare una legge che impedisca di vendere alla clientela al dettaglio prodotti rischiosi e tecnicamente complessi. Può essere una parte della soluzione, ma non basterà ad evitare tutti i raggiri di fatto che vengono perpetrati a danno dei piccoli investitori. Per quello ci vogliono delle Authority che stiano veramente dalla loro parte, e non siano pigre e distratte come sono state nel passato e come ancora oggi sono.