La Boe difende le porcherie
della finanza inglese
La Banca d’Inghilterra (Boe) accusa la Ue di imporre alle banche regole troppo rigide che aumenteranno il rischio sistemico (leggi qui l’articolo del Sole 24 Ore). La notizia merita una chiosa.
Dopo essere stati costretti a precipitosi e dispendiosi salvataggi delle loro banche, gli inglesi non sembrano i più titolati per spiegare al mondo come si evita una crisi sistemica. Diciamo che la loro attività di vigilanza è stata leggermente carente e dunque dovrebbero avere un po’ più di pudore nell’impartire lezioni al mondo.
Ma la Boe (nella foto qui sopra il governatore Mervyn King) si spinge anche oltre e applaude alla decisione del primo ministro David Cameron di non aderire al nuovo trattato Ue. Decisione che, come si ricorderà, è stata presa perché è andato a vuoto il suo tentativo di ricatto di esonerare il Regno Unito dalla regole finanziarie europee, in modo che la City possa continuare con maggiore tranquillità ad essere la sentina della finanza corsara del mondo.
Tutto si tiene. Anche la Boe si muove in difesa della City e delle sue porcherie. La lezione della crisi non solo non è bastata: non è stata proprio presa in considerazione. Del resto gli inglesi hanno preparato una riforma che a leggerne i tratti essenziali non sembrerebbe neanche male: sarà per quasto che si sono preoccupati di spiegare che comunque non entrerà in vigore prima del 2019. Com’è che diceva Keynes a proposito del lungo termine?
(22 dic 11)