Più soldi all'Europa del ricatto
Wolfgang Schäuble, secondo Der Spiegel, proporrà che gli Stati trasferiscano nuove risorse per dare maggiori possibilità di intervento al bilancio dell'Eurozona. Ma chi dovrebbe gestirle? Un "nuovo alto dirigente". Cioè un altro personaggio che di fatto eseguirà ciò che decidono i tedeschi, come tutte le altre cariche europee, rafforzando il sistema "soldi in cambio di riforme" (quelle che vogliono loro)
(pubblicato su Repubblica.it il 26 lug 2015)
Che all'Europa manchi un bilancio federale degno di questo nome è cosa arcinota e da sempre criticata. Negli Usa il bilancio federale vale circa il 20% del Pil, in Europa a stento l'1%. Così, il piano che il settimanale tedesco Der Spiegel attribuisce al ministro Wolfgang Schäuble, su cui sarebbe addirittura già al lavoro una commissione presieduta da Mario Monti, potrebbe sembrare una mossa davvero europeista e suscitare stupore perché promossa dall'"uomo nero" del Grexit, il superfalco che ha tentato fino all'ultimo di espellere la Grecia dall'euro anche oltre (e contro) i desideri della sua cancelliera Angela Merkel.
Ma la contraddizione è solo apparente. Schäuble è un convinto europeista, l'abbiamo già osservato altre volte, ma a condizione che l'Europa sia esattamente quella che vuole lui. Non è l'europeismo che gli difetta, è lo spirito democratico: il che è decisamente un guaio ancora maggiore.
A quanto scrive il settimanale tedesco gli Stati dovrebbero conferire più risorse, trasferendo parte del proprio gettito fiscale o istituendo una nuova tassa o con un misto delle due opzioni. Ma conferirle a chi? Perché negli Usa esiste un governo federale, in Europa no. A "un nuovo alto dirigente dell'Unione", scrive Der Spiegel. Ah, ecco: un altro "Alto rappresentante", come quello che già esiste per la politica estera e che abbiamo visto quanti spazi di autonomia abbia quando ci sono questioni importanti da affrontare. Abbiamo visto quanto ha contato nella gestione della crisi Ucraina, quanto è stato determinante nella discussione sulle sanzioni alla Russia, quanto sia in grado di far parlare l'Europa con una sola voce in tutte le trattative diplomatiche che si intrecciano nel mondo. Perché Federica Mogherini è inadeguata? No, perché non è la cancelliera tedesca. Così come questo nuovo "Alto rappresentante" non sarebbe il ministro Schäuble. O forse sì? O magari un suo uomo di fiducia?
La crisi ucraina e quella greca sono state se non altro utili per chiarire platealmente che tutti i posti teoricamente di comando in Europa, dal presidente della Commissione a quello dell'Eurogruppo a quello, appunto, di rappresentante per la politica estera, esistono solo per sostenere le posizioni decise dalla Germania, appoggiata dalla sua corte di paesi satelliti. E noi dovremmo dare altri soldi a una struttura che sarebbe del pari totalmente condizionata dai tedeschi? Perché così avremmo "più Europa"? Ci sta bene la citazione di un noto pensatore, il conte Antonio De Curtis in arte Totò: "Ma mi faccia il piacere!".
Conosciamo bene, ormai, quale sia la strategia dei tedeschi, che fu enunciata esplicitamente da Angela Merkel ed è stata messa in pratica con inaudita durezza nel caso della Grecia: "Soldi in cambio di riforme". In cambio, cioè, delle riforme che vuole il governo conservatore tedesco, ed esattamente come le vuole. E dunque dovremmo privarci di risorse finanziarie per conferirle a qualcuno che poi ce le renderebbe (forse, e magari non tutte) solo se fossimo disposti a fare quello che dice lui. Ottimo affare, davvero!
Anche perché, tra l'altro, sulla redistribuzione di risorse all'interno dell'Unione qualche dubbio viene, a leggere l'inchiesta di un altro importante quotidiano conservatore tedesco, Die Welt, ripreso anche da vari siti italiani. Che mette a confronto i trasferimenti tra Stati in Usa e da noi, con questo grafico:
In alto ci sono gli Stati che ricevono più soldi (in rapporto al Pil) di quanti non ne versino al bilancio federale, in basso i contributori netti. Ora, che negli Usa i trasferimenti siano più alti non è una sorpresa. Lo è, invece, che in Europa tra i beneficiari dei trasferimenti svetti il Lussemburgo, che è anche il paese con il reddito pro-capite più alto dell'Unione (e tra i più alti del mondo). Non ci sarà qualcosa da rivedere?
Se dunque il ministro Schäuble vuole dar corso al suo europeismo, senza dar adito a sospetti che abbia intenzione di costituire una nuova arma di ricatto in mano al suo paese, potrebbe cominciare da qualche altro problema: per esempio quello dei debiti pubblici, per cui esistono numerose proposte di soluzione, anche elaborate da suoi compatrioti e anche che evitano trasferimenti di risorse tra paesi membri. Quello sì sarebbe un atto di buona volontà per dimostrare che la Germania non propone solo quello di cui potrà avere di fatto il controllo, ma anche soluzioni che possano davvero far fare passi avanti a un'Unione che sta diventando sempre più disunita.