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 Cronache

Le spine dell'Italia e lo spinello di Fini
L'"outing" del vice presidente del Consiglio, avvenuto subito dopo l'approvazione da lui voluta della legge che aggrava le pene proprio per quei casi, rientra nel miserevole spettacolo pre-elettorale. Intanto il centro sinistra ha varato un programma la cui mole scoraggia la lettura. Un errore? No, ma ci vorrebbe anche qualcos'altro

(Pubblicato su Eguaglianza & libertà il 31 gen 2006)

Mentre il presidente del Consiglio impazza nei programmi televisivi e arriva persino a fare voti di castità, il vice presidente e ministro degli Esteri Gianfranco Fini confessa in diretta tv di aver fumato uno spinello. Non ci sarebbe niente di male, se la cosa non avvenisse due giorni dopo l'approvazione di una legge, fortissimamente voluta da lui e dal suo partito, che inasprisce le pene proprio per gli spinelli.

Spinello-FiniW.gifLa frenesia elettorale ci sta offrendo ogni giorno spettacoli miserevoli. Berlusconi per metà della giornata tuona contro la commistione fra politica e affari dei partiti della sinistra; ma siccome vuol sempre fare le cose in grande e non gli basta il ridicolo di una simile affermazione pronunciata da lui, nell'altra metà della giornata inventa trovate giullaresche, come quella pronunciata davanti ad un pio uditorio con la quale si è impegnato ad astenersi dal sesso fino al 9 aprile. Poi, come Catone che concludeva qualsiasi discorso con Cartago delenda est, chiude la giornata dichiarando che comunque il centro sinistra non ha un programma.

Il centro-sinistra, invece, di programma ce ne ha anche troppo: 273 pagine, dicono quelli che l'hanno visto a stampa (ma si può leggere anche su vari siti internet). Non è ancora quello definitivo, ma certo non si può dire che non ci sia. Anzi, c'è stato chi ha criticato la sinistra per una supposta ossessione "programmista".


La mole, tale da scoraggiare qualsiasi elettore anche di buona volontà, è peraltro giudicata ancora insufficiente da altri. Per esempio l'economista Carlo Trigilia, sul Sole 24 Ore del 28 gennaio, sostiene che il documento contiene, sì, "elementi di obiettivo interesse", ma anche una serie di lacune - che elenca - su molti problemi importanti. Dato che possiamo supporre che non siano state stese 273 pagine su questioni irrilevanti, ne dovremmo dedurre che bisognerebbe aggiungerne forse altrettante.

Ma come è auspicabile che si presenti un programma di legislatura? Un'opera in vari tomi, per dimostrare che si fa sul serio? Poche pagine, in modo da renderlo accessibile a un vasto numero di elettori? O magari un contratto in sei punti?

Forse la questione si può porre in modo diverso. Il numero delle pagine del programma dipende anche, in larga parte, dal grado di approfondimento con cui si decide di trattare i vari problemi. Che sia necessario far sviluppare la ricerca si può dire in una riga, ma su un'affermazione del genere non si può che essere d'accordo: come elettore, m'interessa magari sapere "come" si pensa di farlo. E il "come", se non si vuol restare nel generico, richiede parecchie pagine. E così via per tutto il resto.

E' anche vero però che non si può pretendere che chi non è un politico di professione dedichi un paio di settimane ad una lettura probabilmente meno avvincente di un racconto di Anais Nin. E allora, il tomo non si può evitare, ma deve essere accompagnato da un documento più sintetico, quattro, cinque cartelle al massimo, in cui ci sia una breve premessa che espliciti i principi a cui lo schieramento politico si ispira, e alcuni capitoli sintetici (che non significa necessariamente generici)sui problemi più importanti che intende affrontare. Anche perché per limitarsi a quattro cartelle bisogna scegliere, cioè fare appunto il mestiere dei politici, che è quello di scegliere le priorità. Chi poi vorrà approfondire questo o quel punto, andrà a leggersi il documento integrale.

Non è affatto facile preparare quattro paginette del genere. Non tanto perché (ovviamente) dovrebbero essere incisive e comprensibili. Soprattutto perché richiede che si trovi l'accordo di tutto lo schieramento su quali debbano essere i punti-chiave della legislatura  e come affrontarli. Non è facile. Ma per governare bene, è appunto quello che ci vorrebbe.


 


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